La via Severiana, l’ultima tra le grandi strade imperiali, venne realizzata sotto l’imperatore Settimio Severo tra il 189 e il 209 d.C e lastricata alla romana con pietre poligonali in pietra lavica perfettamente squadrate era una strada costiera che partiva da Portus.
Come riportato da Nibby: “…diventò ben presto una delle arterie più frequentate di tutto l’impero, incentivando e favorendo fin dalla sua realizzazione un aumento esponenziale dei commerci e degli spostamenti tra Roma, la foce del Tevere”.
Settimio Severo fu tra gli imperatori che si impegnò di più per lo sviluppo economico e demografico di Ostia tiberina, l’attuale complesso archeologico di Ostia Antica, e ne trasformò completamente la fisionomia urbanistica e arricchendola di templi, terme, magazzini, (horrea), caseggiati e edifici pubblici come il teatro e il piazzale delle Corporazioni durante il periodo più prospero e luminoso della Roma imperiale.
Il suo percorso costiero probabilmente seguiva il tracciato di una pista sterrata già esistente. Concepita per scopi commerciali ed in particolare per il trasporto della calce dei monti Lepini, la Severiana entrava ad Ostia da sud, passando di fronte alla sinagoga risalente al I sec. d.C. (ancora visibile lungo la strada che da Ostia Antica porta al Ponte della Scafa). E proseguiva poi, attraverso l’Isola Sacra e il “pons Matidiae”, (le cui tracce sono venute alla luce negli anni ’70, nel corso degli scavi effettuati dall’Istituto di Archeologia Cristiana dell’Università di Roma), sino a Porto (Portus Ostiensis Augusti).
Delle mappe storiche e del suo intero tracciato originale si è perduta quasi ogni traccia nel Lazio, tranne sporadiche apparizioni di lastroni in basolato esposti tra Ostia Antica e la pineta Castel Porziano.
Un percorso molto suggestivo, tuttora riconoscibile che anche se solo a tratti è visibile per oltre 5 Km attraverso una delle principali ricchezze naturalistiche della zona (l’area attuale di Castel Fusano, Castel Porziano e Capocotta).
In passato, come approfondito nella pubblicazione di M. G. Lauro, in: ‘Proposte di percorsi archeologico-naturalistici nell’ambito della tenuta presidenziale di Castel Porziano, in ‘Siti archeologici, un problema di musealizzazione all’aperto’: “Fino alla fine dell’ottocento diversi proprietari terrieri ne hanno utilizzato parte del basolato rimasto esposto per pavimentare i viali di passaggio e di accesso al mare delle proprie residenze stravolgendo di fatto il tracciato originale“.
Fu grazie a questa strada che il traffico verso sud aumentò notevolmente e la Severiana divenne col tempo una delle vie più utilizzate di tutto l’impero.
Anche per questo numerosi furono i personaggi illustri che vollero costruire le loro dimore in prossimità di essa. Imperatori, come Commodo e persino Augusto e grandi letterati, come Plinio il Giovane e l’oratore Ortensio. I resti delle ultime due ville sono ancora visibili all’interno della pineta di Castel Fusano, (Villa di Ortensio) e della tenuta di Castel Porziano (Villa di Plinio).
Il professor Lanciani disegnò una mappa con le sette ville che precedentemente alla costruzione della Severiana erano collegate già tra loro da sentieri di campagna e mulattiere.
Bibliografia:
– Paola Brandizzi Vittucci, Considerazioni sulla via Severiana e sulla Tabula peutingeriana, in M. E. F. R.A. 1998,2, pp 929-993;
– Amanda Claridge, Thomas Ashby nell’Agro Laurentino;
– G. Lauro, Proposte di percorsi archeologico-naturalistici nell’ambito della tenuta presidenziale di Castel Porziano;
– Stefano Lesti, Ostium e Portus dalle origini antiche all’età moderna”. Edizioni International Multisports Foundation (2019);
– Laurentum in Antonio Nibby, analisi storico-topografico-antiquaria della carta de’ dintorni di Roma…, volume secondo pp. 189-207.