Si è tenuta ieri, in Sala Trasparenza, la conferenza stampa di ALICe dedicata ai progetti di prevenzione all’ictus dilagante tra i liguri, con quasi 4000 casi registrati ogni anno. Scopo dei progetti è attuare manovre atte a gestire un dato decisamente importante: il 70% dei casi di ictus liguri potevano essere prevenuti.
“Aprile è il mese che ALICe dedica ogni anno alla prevenzione dell’ictus – spiega il direttore della Struttura Complessa di Neurologia del Policlino San Martino di Genova e coordinatore scientifico di ALICe Italia e Liguria Massimo Del Sette -. Malgrado l’etimologia latina del termine che rimanda al concetto di ‘colpo’, quindi di una malattia che si manifesta in modo ineluttabile, oggi sappiamo che più del 70% dei casi di ictus sono evitabili eliminando i fattori di rischio”.
L’ictus, che è la terza causa di morte in Italia e la prima causa di trauma che porta a disabilità, è quindi una malattia che può essere preventivamente evitata: qui entra in gioco ALICe.
Chi è ALICe e come coinvolge i liguri nella prevenzione all’ictus
L’ Associazione Lotta Ictus CErebrale è un ente avente come focus la sensibilizzazione alla prevenzione degli ictus -sia ischemici che emorragici-, con modifiche mirate allo stile di vita e diagnosi precoci.
Per raggiungere più persone possibili, ALICe Liguria da tempo ha deciso di investire sulla comunicazione, producendo contenuti informativi in forma video e grafica, diffusi attraverso i propri canali social su Facebook, Instagram e Youtube.
“ALICe è un’associazione che ha la peculiarità di essere formata da persone colpite da ictus, dai loro familiari e caregiver, da neurologi e medici esperti nella diagnosi e trattamento dell’ictus, medici di famiglia, fisiatri, infermieri, terapisti della riabilitazione, personale socio-sanitario e volontari – sottolinea la presidente di ALICe Liguria, Nicoletta Reale – Le iniziative che portiamo avanti sono molte e si rivolgono a tutte le fasce d’età. Con il progetto “Fast heroes” ai bambini delle scuole primarie viene insegnato a riconoscere i sintomi premonitori dell’ictus affinché si possano attivare per chiamare immediatamente il 112 salvando i loro nonni o parenti, come dei veri supereroi. Per il secondo anno consecutivo, poi, collaboriamo con gli studenti del Liceo Scientifico ‘Leonardo Da Vinci’ di Genova per il ‘Leo’s Got Talent’, organizzando lezioni a tema a scuola e partecipando alla serata finale del talent al Teatro Politeama Genovese”.
Il progetto PRESTO, per salvare i pazienti in tempo
“In ambito informativo e divulgativo vorrei segnalare il progetto PRESTO, una campagna destinata alla popolazione genovese incentrata sul riconoscimento tempestivo dei sintomi dell’ictus, che nella sua prima edizione ha avuto come risultato tangibile la diminuzione dei tempi di accesso in ospedale di circa 30 minuti – aggiunge Reale -. Oltre a PRESTO, alla campagna che stiamo portando avanti per il mese della prevenzione dell’ictus sui fattori di rischio e tutta l’attività di sensibilizzazione per la prevenzione, vorrei sottolineare anche l’attività di screening che insieme al Rotary stiamo portando avanti tra la popolazione anziana residente nell’entroterra ligure”.
Ictus nei territori liguri: la rete per agire subito
“Regione Liguria da tempo lavora sulla cosiddetta ‘Rete dell’ictus’, una messa a sistema tra le 8 Stroke unit presenti nella nostra regione, il 112, la medicina territoriale, l’attività di prevenzione e l’attenzione alla riabilitazione post operatoria – dichiara l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola – L’ictus ha spesso segni peculiari che possono far sospettare la malattia come la difficoltà a parlare, la deviazione della bocca e alcuni disturbi motori”.
E prosegue: “Questi elementi, se riconosciuti, consentono al 118 di trasportare il paziente verso un ospedale in grado di garantire la presa in carico e il trattamento rapido del quadro clinico. L’ictus è una malattia tempo dipendente e solo attraverso la contrazione dei tempi di intervento si possono ottenere migliori risultati sul piano clinico“.
“La Rete Neuroriabilitativa sta lavorando per migliorare sempre di più l’assistenza e l’appropriatezza delle cure –spiega il direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi – Consideriamo inoltre che oltre un paziente su tre fra quelli colpiti da ictus ha bisogno di una attività riabilitativa personalizzata in reparti adeguatamente attrezzati per competenze e strumenti a disposizione. I centri ictus di ogni Asl e ospedale e le strutture dedicate alla riabilitazione sono i riferimenti in tutta la Liguria e hanno ripreso la piena operatività dopo le difficoltà riscontrate nel periodo pandemico”.
I fattori di rischio nello stile di vita da correggere per una corretta prevenzione: parla il Dr. Massimo Del Sette
“Con fattori di rischio – spiega nel video Del Sette – si intendono comportamenti che portano ad un aumento delle probabilità di ictus, e più genericamente di malattie cerebro-cardiovascolari (anche in età giovanile), quali il fumo, l’assunzione di droghe, l’abuso di alcol, la sedentarietà e un’alimentazione non corretta.
Su quest’ultimo punto, in particolare, come ALICe quest’anno abbiamo dedicato un focus sul fattore di rischio dell’omocisteina, che è un amminoacido importante, ma poco noto, nel nostro organismo. Come per il ‘cugino famoso’ colesterolo, l’omocisteina diventa un fattore di rischio pericoloso quando il suo valore si alza rispetto alla norma (iperomocisteinemia).
Questo generalmente avviene nei casi di diete poco varie, povere di vitamine del gruppo B e di acido folico. Il valore dell’omocisteina può essere monitorato con una semplice analisi del sangue prescritta dal medico di medicina generale, e in caso di iperomocisteinemia è sufficiente aggiustare la dieta o ricorrere a integratori e farmaci per eliminare questo fattore di rischio”.