Fedez

Caro Federico ti scrivo, così ti ringrazio un po’…

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Tempo di lettura: 2 minuti

Fedez: la malattia e il coraggio di metterci la faccia

Caro Federico,

la prima cosa che mi sento di dirti è: grazie.

Perchè grazie? Perché sei caduto e ti sei rialzato e questo è il messaggio più importante che potevi trasmettere a quanti ogni giorno, lontani dalla ribalta, si trovano a dover affrontare problemi più grossi di loro.

E voi altri non iniziate con la manfrina dei soldi. Di fronte a lutti e malattie il rischio di spappolarsi lo corriamo tutti, con o senza milioni di euro in banca.

Che poi i soldi non facciano schifo, bè, è una vecchia storia che mi trova ovviamente d’accordo.

Quando vi succede qualcosa di fortemente traumatico nella vita (come una grave malattia o un grande lutto) abbiate cura della vostra salute mentale ed emotiva e non trascurate le vostre emozioni né quelle delle persone che vi stanno accanto.

Un abbraccio

Federico

Vedi perchè ti ringrazio caro Federico? Perché le tue sono parole sacrosante.

Sappiamo tutti che lo scorso anno – proprio in questi giorni – sei stato operato per sei lunghe ore, sei, per l’asportazione di un tumore neuroendocrino del pancreas.

Un intervento oggettivamente complesso a seguito di una diagnosi che ti è piombata addosso all’improvviso.

Eppure anche in questo caso c’è chi ha avuto da ridire.

Sulla veridicità della malattia e, soprattutto, sull’opportunità o meno di condividere con i propri follower quanto ti stava succedendo.

Diciamo che ciascuno di noi è poi libero di viverla e pensarla come meglio crede, con buona pace della “sempre sul pezzo” Selvaggia Lucarelli alla quale non va mai bene niente o quasi.

Ma torniamo a te caro Fedez, perché sei tu ad interessarmi. E vuoi sapere il perchè?

Perchè a mio avviso, caro  Fedez, tu hai fatto due cose davvero importanti: hai parlato della tua malattia e dopo dodici mesi hai parlato del tuo malessere psichico.

In un anno solare hai preso a martellate due tabù enormi, due monoliti piazzati lì da un sacco di tempo: il cancro – specie se in giovane età – e la sofferenza psichica.

Non è una cosa scontata, né tantomeno dovuta.

Fedez dopo l’intervento

Gli haters non vanno mai in vacanza

E adesso perdonami, ma lasciami dare un po’ di visibilità a quei poveretti che hanno tuonato contro di te. Così magari qualcuno di loro si sveglia…E gli altri, magari, la smettono…

Ora, ma che problemi avete? Vi pare che Fedez abbia bisogno di apparire urbi et orbi giocando sulla sua pelle?

E’ proprio vero che l’ignoranza è il peggiore dei mali, anche se a leggere i vari insulti social mi viene da dire che bisogna aggiungere l’invidia e, talvolta, anche la malafede.

Cari i miei haters, adesso che vi ho concesso il minimo sindacale di visibilità, fatemi tornare alle cose serie.

E alle persone serie. Dicevamo, Federico, che l’aver condiviso la tua diagnosi e l’intervento ti ha permesso – molto probabilmente – di non sentirti solo in un momento di indubbia difficoltà.

Perché lo sappiamo bene: puoi essere un rapper da milioni di dischi, avere accanto una moglie imprenditrice con quasi 30 milioni di follower, spupazzare i due bambini più belli del mondo, ma quando la vita ti presenta un conto così salato e repentino, rischi anche tu di precipitare.

E proprio per questo chissà quante altre persone nella tua medesima situazione si saranno sentite sollevate, comprese e grate di non sentirsi sole a dover affrontare una situazione così delicata e complicata.

Dopo l’intervento ti sei ripreso alla grande, con buona pace dei tuoi detrattori.

Ti sei ripreso e l’adrenalina ti ha sostenuto per mesi: fino a Sanremo.

Destino ha voluto che quest’anno sul palco più famoso d’Italia ci fosse tua moglie Chiara.

Riflettori puntati su di lei e su di voi visto che anche tu hai preso parte alla manifestazione e ti sei esibito. 

Sappiamo tutti che l’ultima sera Rosa Chemical ti ha baciato in bocca e ti ha scaraventato per questo sulle prime pagine di  tutti i giornali.

Fedez: la diagnosi, l’intervento, il crollo

Dopo dodici mesi Poi che cosa è successo? Ovviamente le mie sono soltanto ipotesi e se sbaglio, ti chiedo di correggermi.

Ovvio che durante questi ultimi dodici mesi tu abbia intrapreso delle cure specifiche per il tumore e il post intervento .

E’ ovvio anche che ti sia stata affiancata una terapia farmacologica per le tue condizioni psichiche.

Il medico avrà fatto la sua diagnosi: quello che sappiamo da te è che stavi assumendo degli antidepressivi.

Nè io nè te siamo medici e quindi – onde evitare qualsiasi sterile polemica da parte di luminari che vorrebbero vietare il confronto tra individui e tra pazienti – diciamo subito che per qualsiasi problema bisogna fare riferimento al proprio medico di fiducia che ci indirizzerà eventualmente ad uno psichiatra o psicologo a seconda dei casi.

A me interessa, anche in questa occasione, sottolineare una cosa a mio avviso importantissima.

Tu, Fedez, hai dichiarato pubblicamente la tua caduta, il tuo burnout.

Termine quest’ultimo che possiamo tradurre con esaurimento: una sorta di esaurimento emotivo dentro al quale possiamo cadere dopo mesi di stress profondi e ripetuti.

Direi che non dobbiamo spiegare i motivi per cui ti sei ritrovato in questa situazione.

Ma l’aspetto che a me interessa è che tu abbia dichiarato pubblicamente di aver avuto una reazione avversa ad uno psicofarmaco.

Episodio che può capitare più di frequente di quanto non si pensi e per molteplici  motivi.

Non hai detto il nome del potente antidepressivo che stavi assumendo per uscire da questa  fase così complicata, ma hai detto due cose estremamente importanti.

“Mi sto curando, seguito da uno psichiatra, e lo psicofarmaco mi ha causato una reazione tale da doverlo interrompere immediatamente senza neppure poterlo scalare come solitamente si fa con questo tipo di farmaci.”

Fedez

Fedez e i social: l’importanza di comunicare

Lasciamo le questioni mediche ai medici e occupiamoci, piuttosto, delle questioni social relazionali.

Vi siete chiesti l’impatto che possono avere certe notizie su persone che stanno attraversando un periodo difficile e che magari sono sole e non possono condividere nulla della loro esperienza?

E vi siete anche chiesti in che misura da zero a dieci possa migliorare la qualità della vita di una persona sapere che anche uno bello, ricco e famoso come Fedez deve affrontare determinati problemi come noi comuni mortali?

Quando si criticano le scelte altrui – in questo caso il metterci la faccia di Fedez -. dovremmo proprio chiederci questo: cui prodest?

Ecco, dubito fortemente che sia Federico in prima persona a beneficiare dei suoi post: o perlomeno, non è lui il solo.

Tu, Federico, sei riuscito a sdoganare il cancro e l’utilizzo di psicofarmaci.

E mica sei pazzo! E se non sei pazzo tu, non lo sono neppure io che lo leggo nei tuoi post e che magari in questo periodo della mia vita sono sotto antidepressivi per motivi miei personali.

La solitudine emotiva non aiuta mai nessuno, indipendentemente dal problema che stiamo affrontando. Non solo, il confronto ci fornisce molto spesso una possibile diversa interpretazione della realtà.

Sapere che altri si sono già trovati nei  nostri panni depotenzia l’esclusività del nostro soffrire.

E ci permette anche di prendere decisioni sulla base di un quadro più ampio della realtà.

In quanto a chi è contrario e ai social haters, lasciamoli tranquillamente nel loro  microcosmo di inutili vuoti e cattiverie. 

Ti ringrazio di nuovo, caro Federico.

Ti ringrazio per il coraggio e la passione che continui a mettere nelle cose che fai e per l’importanza del tuo condividere.

Ad maiora.

Rosella Schiesaro

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Info Rosella Schiesaro

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Nata a Savona, di origini toscane, Rosella Schiesaro ha svolto per più di vent'anni attività di ufficio stampa e relazioni esterne per televisioni, aziende e privati. Cura per LiguriaDay la rubrica Il diario di Tourette dove affronta argomenti di attualità e realizza interviste sotto un personalissimo punto di vista e con uno stile molto diretto e libero. Da sempre appassionata studiosa di Giorgio Caproni, si è laureata con il massimo dei voti con la tesi “Giorgio Caproni: dalla percezione sensoriale del mondo all’estrema solitudine interiore”. In occasione dei centodieci anni dalla nascita del poeta, ci accompagna In viaggio con Giorgio Caproni alla scoperta delle sue poesie più significative attraverso un percorso di lettura assolutamente inedito e coinvolgente.

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