I percorsi da scoprire in una Roma dalle numerose leggende antiche sono davvero tanti.
Sono sempre stata affascinata dalle storie misteriose, dalle leggende e anche dai racconti tramandati dalle nonne.
In ogni luogo in cui ho vissuto sono state le prime informazioni che ho cercato, questo anche per Roma.
La prima storia è legata al giorno di San Giovanni secondo cui durante la notte le streghe vagavano per la città in cerca di anime.
Gli abitanti armati di torce, campanacci e tamburi cercavano di mandarle via. Una volta riusciti si radunavano tutti insieme a mangiare lumache in quanto, sempre secondo una credenza popolare, le corna allontanavano gli spiriti maligni.
Un altro mistero a cui tutt’oggi nessuno riesce a dare spiegazione è legato alla meravigliosa chiesa di Santa Maria Maggiore.
Al suo interno è presente un quadrato con le seguenti parole Sator, Arepo, Tenet, Opera, Rotas. La particolarità è la palindromica ovvero anche se leggiamo al contrario, avremo sempre lo stesso termine. Il mistero aumenta se pensiamo che, legata a questa chiesa, esiste anche una storia legata a quello che viene chiamato il miracolo della neve.
Nell’estate del 352 a.C. papa Liberio sognò la Vergine Maria che gli indicò un punto cui avrebbe nevicato. Lui in quel luogo avrebbe dovuto erigere una chiesa. Ebbene, il 5 agosto nevicò sull’Esquilino.
Sempre nel quartiere Esquilino si narra di un’antica porta magica murata. Era la porta della villa del Marchese Oddo Savelli di Palombara che, essendo appassionato di alchimia, si dedicava a esperimenti e magie.
La leggenda vuole che, in una notte tempestosa del 1680, il marchese ospitò un medico appassionato di alchimia. Quest’ultimo iniziò a cercare una particolare erba che fosse in grado di produrre oro. Per farla breve: al mattino non ci fu più traccia dell’uomo, ma solo piccole schegge dorate e alcuni strani manoscritti.
Nella zona nord di Roma sorge il quartiere Africano, a ridosso della Via Nomentana che da fuori città porta direttamente nel cuore della Capitale.
Qui si troverebbe la sedia del diavolo, resti di un antico monumento funebre forse ad opera dell’imperatore Adriano.
Il nome perché, dopo un crollo, i resti hanno assunto la forma di una specie di sedia con tanto di braccioli.
Nel Medioevo i resti della struttura erano fuori città e sia per la forma che per l’isolamento nacquero leggende. Come quella in cui si pensasse che fosse una zona infestata da demoni.
La notte, infatti, dalla città si vedevano fuochi e strane figure girare intorno ad essi. Questi non erano altro che i pastori e gli uomini senza dimora che vi trovavano rifugio.
Un’altra storia che riguarda questa “sedia” è che verso il 1300 qualcuno avesse sottratto resti da utilizzare per le pozioni magiche.
Arriviamo fino al 1800 per narrare di un tal Giovanni che, dopo aver smarrito la propria pecora, la ritrovò proprio nei pressi della sedia dove pare avesse acquistato dei poteri magici in grado di curare le persone.
Di leggende cittadine ne girano tante, ogni luogo ha le proprie che lo rendono più o meno caratteristico. Roma, anche per la sua lunga storia, ne ha davvero tante.