A Genova le “Croci” sono al collasso: a lanciare l’allarme i responsabili delle pubbliche assistenze che accusano anche il servizio civile, la scelta volontaria aperta ai giovani per dedicare qualche mese con servizi e azioni per la comunità e il territorio tra cui rientra anche il servizio come volontario nella pubblica assistenza.
Ma a quanto dicono i responsabili questo non ha risolto il problema e dovrebbe essere reso più appetibile per avere più giovani volenterosi.
Croci genovesi al collasso: le parole di Canepa della Croce Verde
A parlare è Claudio Carlo Canepa presidente della Croce Verde genovese che dice:
“Quando sono in sede e vedo accendersi la linea 2, che è quella della richiesta dei trasporti sanitari, mi va il cuore in gola. Perché so già che probabilmente dovrò dire di no e mi dispiace. Una volta tolto l’impegno principale, cioè il servizio per il 118 e il trasporto per le dialisi che non può essere rinviato, disponibilità ne resta poca. Ci salviamo con i volontari e i ragazzi del servizio civile ma è comunque difficile far quadrare tutto“.
La Croce Verde genovese conta sei dipendenti e una cinquantina di volontari e per far fronte alle difficoltà si sono attrezzati anche con una Panda – che fa solo trasporti – adattata a portare anche persone in carrozzina ma non è sufficiente.
“Anche io mi metto in gioco – continua Canepa – e mi organizzo personalmente per fare questi servizi ma ci manca il personale c’è poco da dire. Trasporti sanitari ne facciamo sempre meno e quello che vedo e sento è che sempre più gente alla fine si arrangia con mezzi propri oppure pagando.“
La soluzione secondo Canepa sta nel rendere più appetibile il volontariato: consentendo un riconoscimento ufficiale a chi lo svolge e consentendogli di fare curriculum anche nel contesto dei concorsi pubblici.
La situazione nella Croce Bianca
La situazione non è diversa anche per la Croce bianca genovese con 60 volontari, 12 ragazzi del servizio civile e 24 dipendenti. Il presidente Walter Carrubba chiede un confronto urgente con Regione Liguria e Asl.
“Anche noi dobbiamo rifiutare un 80% delle richieste di trasporto sanitario per una serie di cause. La carenza di volontari è la prima, ma ci sono problemi legati anche alla gestione sanitaria con il concentramento dei servizi al mattino, già di per sé causa rallentamenti oltre alle code nei pronto soccorso. C’è poi l’annosa problematica – continua il presidente Carrubba – del timbro della Asl sulle richieste di trasporto, che è un anacronismo in un’epoca digitale come la nostra“.
Viste anche le difficoltà economiche è impossibile per la Bianca pensare ad investimenti in questo periodo: secondo Carrubba servirà ritoccare i rimborsi dei trasporti sanitari che sono fermi e sul discorso dei volontari sarà bene ragionare meglio sul sistema servizio civile, le cui richieste sono crollate del 50%.
Croci genovesi al collasso: il parere di Bertagni della Croce d’Oro di Sampierdarena
Alessandro Bertagni ha invece fotografato la situazione della Croce d’Oro di Sampierdarena raccontando le stesse problematiche: la croce cerca di sopperire alle richieste fuori zona ma solo a Sampierdarena abitano 60 mila persone e quindi si tratta di una zona già sufficientemente ampia da coprire.
“Ci sono troppe parti del territorio cittadino che sono rimaste sguarnite. Questo ci porta a rispondere anche a chiamate fuori zona, alle quali cerchiamo di far fronte ma è sempre più difficile. Già normalmente facciamo più di seimila trasporti l’anno escluse le urgenze e le dialisi ma vediamo che c’è una crescita nelle richieste ed è difficile farvi fronte“.
Sulla questione servizio civile invece è più ottimista:
“Devo dire che si fanno molte attività nelle scuole per sensibilizzare i ragazzi sul tema. Anpas ha un bel gruppo di formatori giovani che vanno a fare corsi e formazione. Abbiamo un certo riscontro, alla fine noi il personale per l’automedica e il servizio notturno riusciamo a garantirlo grazie ai volontari“.
Croce Azzurra di Bavari: la situazione
Anche Mario Mainero per la Croce Azzurra di Bavari racconta di un aumento esponenziale nelle richieste di trasporto:
“Ho l’impressione che questo aumento sia legato a come viene gestita la degenza, nel senso che oggi si viene dimessi prima dagli ospedali ma poi ci devi andare più spesso per i controlli e le medicazioni.“
La Croce di Bavari conta di 80 persone e nove mezzi tra cui un fuoristrada ma nonostante questo anche per loro la situazione è diventata insostenibile:
“Abbiamo perso almeno il 30% degli effettivi e abbiamo un solo dipendente. Per noi, gente di paese, dare una mano nella Croce veniva sentito quasi come un dovere, oggi non è più così. Ma è anche vero che oggi è più difficile, si richiedono competenze e formazione più complesse e lunghe da acquisire“.
Anche per Bavari pesa il sostegno economico: spesso impegnati in città a supporto delle croci genovesi e con i costi dei materiali sempre maggiori si fa presto ad arrivare con l’acqua alla gola. A tenerli a galla, racconta Mainero, le cene sociali, le sagre e le iniziative tradizionali ma sempre con tanta fatica.
Il servizio civile: dati in calo in tutta Italia
Il servizio civile consente ai giovani di fare un’esperienza di qualche mese destinata all’aiuto verso il prossimo e verso il proprio territorio, consentendo un compenso di circa 444 euro. Una cifra che farebbe comodo ai giovani nella fascia d’età 18-28 anni. Considerando inoltre che in Italia esistono circa 3 milioni di Neet (Not in Education, Employement or Training) cioè una categoria di persone considerate dallo Stato inattive: che non studiano e non lavorano.
I dati in calo riguardo le domande di partecipazione al servizio civile riguardano comunque tutto il Paese. Già l’anno scorso a livello nazionale ne erano state registrate 112.008 mentre quest’anno sono calate ancora a 105.098. Numeri insufficienti e che rischiano ampie scoperture per i 71500 posti messi al bando, perché tra i ragazzi a cui viene approvata la domanda, bisogna poi considerare un 30% di loro che non si presenta alle selezioni.
Il risultato di un sistema in affanno e non più attrattivo per i giovani. Solo fino a pochi anni fa si ricevevano anche 4 domande per un posto, oggi invece il sistema va rivisto, reso appetibile e comunicato meglio.
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