Ero un bimbo di otto anni e l’approccio alla musica fu abbastanza traumatico.
Solfeggiando severità e poco pianoforte di certo non avrei mai immaginato che la musica assomigliasse ad un mostro con fauci terribili.
Dopo questo incontro risalente a più di trent’anni anni fa ho lavorato ad un metodo poco convenzionale per gli accademici.
Un metodo dove il ragazzo/a è al centro del progetto e lo studio si affronta come in una vera bottega d’arte passo dopo passo ottenendo risultati impensabili.
Traguardi che arrivano dopo anni e anni e dove molti ragazzi perdono la passione e la voglia della musica abbandonando gli studi per frustrazione dovuta da insegnanti che mettono al primo posto la rigidità.
Sono orgoglioso di aver portato i miei allievi a livelli importanti nella musica e nella scuola e oggi sono diventati per i più piccoli punti di riferimento.
La serietà si sposa con la spontaneità e la passione tanto da diventare amore con lo strumento.
Oggi questi successi hanno raggiunto gli Stati Uniti divenendo modello scolastico che si sposa con il metodo “non convenzionale” tanto da dedicare un articolo al mio lavoro e ai progetti che hanno come fulcro i giovani.
Questa estate debutteranno nel mondo discografico altri miei due Luppini (soprannome dei miei amati allievi).
Gli ottantotto tasti diventano un percorso artistico dove si scopre la classica, il jazz e il rock.
Amo lavorare con i giovani dove punto importante è anche l’inclusione perché tutti hanno diritto di studiare e crescere in musica.
Per informazioni sul mio metodo scrivere a corodeiluppini@gmail.com
Foto di copertina: Marco Loré
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