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Nascita di Ostium

Nascita di Ostium, tra mito e archeologia (prima parte)

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In origine Ostium era probabilmente posizionata strategicamente lungo la costa tirrenica, tra la foce del fiume Tevere e il mare. Da questa posizione geografica le sarebbe derivato l’antico nome di Ostium, per l’appunto: “foce”. 

La leggenda e le fonti antiche narrano che Ostium, Ostia Tiberina, la prima colonia extra urbicaria di Roma fosse sorta originariamente su un castrum militare alla foce del fiume Tevere, sotto il quarto re di Roma, il sabino Anco Marzio.

Tra le fonti, Rufio Festo in: “Festi breviarium rerum gestarum populi romani, compendio della storia di Roma dalle origini al 364 a.C. al tempo di Anco Marzio“, era incerto se la fondazione riguardasse la colonia o soltanto il castrum.

Tra gli storici e gli studiosi del secolo scorso, Guido Calza, attuando il programma del precedente sovrintendente archeologo di Ostia Antica, Vaglieri, dopo aver ricercato in profondità il castrum primitivo attraverso l’effettuazione di saggi stratigrafici, ritenne che le tracce archeologiche più antiche dovevano essere datate al 335 a.C. circa.

Altri studiosi ancora ipotizzavano un periodo diverso, nel 396 a.C., durante la guerra di Roma contro la città etrusca rivale di Veio, mentre altri studiosi, tra cui Fausto Zevi, sostengono che la nascita di una prima colonia sia realisticamente da collegarsi all’inizio delle attività di difesa costiera di Roma a partire dal 311 a.C., al tempo delle Guerre puniche, in seguito alle prime attività marittime che si svolgevano a Ostium. 

Secondo la carta “Descrizione topografica della Campagna romana 1:60.00“, elaborata da Luigi Canina nella metà dell’ottocento, il sito originario della colonia originale “sarebbe dovuto sorgere tra le località di Dragona e Dragoncello, dai tre ai quattro chilometri in linea d’aria più a nord est dell’attuale Ostia Antica“. Ma, come si trova in Enciclopedia Treccani: “questa fonte non sarebbe da considerare del tutto attendibile”. 

Le date della nascita e le origini geografiche della città originaria restano dunque controverse e tuttora dibattute non essendo stati rinvenuti nella città antica fino ad oggi reperti anteriori all’età repubblicana, anche in considerazione che la foce del Tevere subì dal 633 a.C. al 1874 una diversione da nord a sud verso l’attuale foce e che il grado di avanzamento della linea di costa fu pari a circa 3700 metri. 

Gli scavi sistematici di Ostium, l’attuale Ostia Antica furono avviati all’inizio del 1800 sotto papa Pio VII e proseguirono per volere di Pio IX nel 1909. In seguito, fino al 1924, furono affidati a Dante Vaglieri, successivamente a Roberto Paribeni e poi Guido Calza e per il forte interessamento dell’ingegner Paolo Orlando, senatore del Regno, come documentato dallo studio “Gli scavi di Ostia negli anni della “Pro Roma Marittima (1907-1924)“, a cura della dott.ssa Paola Olivanti, pubblicato su: www.piolacaselli.altervista.org/diario-paolo-orlando/scavi-di-ostia/PAGE0003.HTM). 

Secondo le fonti storiche e gli studi più recenti risulta che nel 311 a.C. fu decisa a Ostia l’istituzione della carica dei “Duumviri navales“. Tito Livio riporta che: “Dal primo secolo prima di Cristo si cominciò a edificare a Ostia anche oltre il castrum e attesta che fu il console romano Silla a far edificare mura difensive ampie“, ma nel 87 a.C., durante le guerre civili e lo scontro contro Mario, Ostia, schierata con Silla, fu saccheggiata e data alle fiamme. 

Mentre Fausto Zevi, attesta in: “Costruttori eccellenti per le mura di Ostia. Cicerone, Clodio e l’iscrizione della Porta romana“, che: “Nel 63 a.C. Cicerone avviò la costruzione di una nuova e più ampia cinta di mura, terminata da Pubblio Clodio Pulcro cinque anni dopo“.

Tra i lavori pubblici realizzati in quel periodo, due acquedotti che, situati quattro chilometri a nord della colonia, rifornivano Ostia. 

Furono ritrovati negli anni novanta nella zona del Casale di Malafede, dove, secondo Alessandro Ricci in: “Viaggi, itinerari, flussi umani, il mondo attraverso narrazioni rappresentazioni e popoli, pagina 778“: “preesisteva anticamente un porto fluviale presso la confluenza del fosso del Tevere, detto: ‘Portum Malefidei’ menzionato in alcuni documenti del 1577“. 

Le sorgenti, così come documentato dallo stesso Ricci a pagina 777 e successive del testo citato “..sembra ricadessero nella zona di Trigoria.“. Altri resti di condutture minori derivanti dall’acquedotto ostiense sono stati rinvenuti in zone limitrofe quale, Ponte Ladrone, ad Acilia. 

Probabilmente risalenti al regno di Caligola, (37-41 d.C.), le monumentali arcate della struttura erano ancora visibili fino all’ottocento lungo la via Ostiense tra gli stagni e le paludi prossime della città. Chiarissimo in proposito il disegno che li raffigura nella “Mappa della Campagna Romana” di Eufrosino della Volpaia del 1547. 

Continua…

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Info Stefano Lesti

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Stefano Lesti, classe 1970, vive e lavora a Roma. Scrittore, giornalista, saggista, poeta e divulgatore storico; dirige giornali e la comunicazione di importanti società sportive nazionali.

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