“La via del miele”, edito Garzanti, è il terzo libro che leggo di Cristina Caboni e vi ho ritrovato alcune tematiche a lei care come il legame tra uomo e natura e quella delicatezza nel trattare temi importanti che me la fa sempre apprezzare.
I libri di Cristina Caboni sono un viaggio nella vita delle sue protagoniste, un viaggio fatto di gioia, stupore e dolore. Al centro dei suoi libri ritroviamo spesso l’importanza dei legami familiari e di quello con la natura, con un sapere antico che, ad oggi, sembra andato perduto e di cui l’autrice ci rammenta sempre l’importanza. Grazie alle sue parole ci trasporta in un tempo che sembra andato perduto, ma che forse, da qualche parte, vive ancora.
La protagonista de “La via del miele” è Alice, una donna realizzata, vive da sola a Parigi ed ha un lavoro che ama, le sue giornate sono scandite dal ritmo dell’ufficio, della sua scrivania dove, attorniata dai suoi amati numeri, tutto ha un senso. I numeri non tradiscono, non pretendono e non fanno soffrire e, quando non è in ufficio, Alice può dedicarsi alle sue amate api. Alice sa parlare alle api, ha un profondo legame con esse, le rispetta e sa che loro ci saranno sempre… o no?
Un brutto giorno, Alice trova la sua arnia vuota e sente, dentro di sé, che qualcosa sta per cambiare. Una telefonata manderà in pezzi la sua vita, sua sorella minore, Emma, è morta improvvisamente a soli ventisei anni. Il legame tra Alice e Emma è uno dei nodi centrali del romanzo, tra loro ci sono state incomprensioni e rancore, ma la morte spazzerà via tutto.
Emma ha lasciato qualcosa ad Alice, la cosa più preziosa che avesse e che le sconvolgerà l’esistenza per sempre: sua figlia Amélie.
La ricerca del padre di Amélie si trasforma in qualcos’altro, Alice si troverà a ripercorrere i passi di Emma, a visitare i luoghi che amava, a conoscere le persone a cui voleva bene e inizierà a scoprire lati di sé che non conosceva.
In La via del miele, Cristina Caboni sembra volerci dire che, a volte, è necessario fermarsi, guardarsi intorno, aprire il nostro cuore agli altri e chiedersi se la vita che stiamo facendo è quella che ci rende davvero felici.
Un viaggio alla riscoperta di cose perdute, di una parte di noi stessi di cui finiamo per dimenticarci e un invito ad aprirci con gli altri perché, a volte, può bastare poco per appianare anni di dissapori.
Strega _del blog Le Tazzine di Yoko