
Mentre il neonato movimento Grunge cominciava ad emettere i primi vagiti, negli stessi anni a Boston, città da sempre ribelle dai tempi del “tea party” dove era presente una scena estremamente attiva, si formano i The Bags, power trio con solide basi nell’hard rock, fortemente influenzato dall’allora dominante scena punk/hc.
Dopo l’esordio fulminante con l’album “Rock Starve” su Restless dell’87 (con una copertina tanto brutta quanto kitch), con il passaggio alla Stanton Park records, la band darà alle stampe questo S/T dove si definisce il sound del gruppo, improntato su una matrice Hard Rock, con evidenti sfumature di blues (“Closer then” su tutti) come lo stesso batterista Jim Janota, tenne a precisare all’epoca.
Le dodici tracce che compongono l’album, sono un vero concentrato di potenza con chitarre a tratti quasi hendrixiane, come nell’iniziale “Bagpipe“, proseguendo con “Evil“, “Atomic coconuts“, “Swog” e “Superpower“.
Sì, perché il disco è tutto un susseguirsi di energia pazzesca.

La voce ruvida e a tratti gracchiante di Jon Hardy, unita alla chitarra di Crispin Wood che disegna un vero e proprio “wall of sound‘ estremamente tecnico nonostante sia presente anche dell’improvvisazione.
Proprio l’improvvisazione è uno dei temi particolarmente cari alla band, tanto da indurli a creare un side project chiamato Swamp Oaf, dove non vi erano schemi prestabiliti, ma quasi esclusivamente jam estemporanee.
Il tutto si concretizzerà in un album omonimo incredibile, totalmente registrato in presa diretta, difficilmente reperibile visto la scarsa tiratura, 300 copie in prima stampa e 500 nella seconda, che contribuirà ancor più a consolidare la loro fama.
Purtroppo il side project si fermò qui, con quest’unico lavoro, mentre i The Bags, fecero altro due uscite, una per la romana Helter Skelter, non riuscendo però a riprodurre quelle sonorità che tanto ci ammagliarono, consegnando però queste due pietre miliari che resistono nel tempo.
Ti può interessare leggere anche
HUMUS “Malleus crease” 1996 W Dabliu
Un commento
Pingback: VV.AA. watching satan, 1993 Hypertonia world Enterprise