Riccardo Micangeli, il ragazzo che incanta con Frédéric Chopin sognando di esibirsi con i Queen
Dal cuore nobile e dalla grande dolcezza in lui scorre da parte materna sangue polacco.
Ha conquistato tutti per il suo tocco e la raffinatezza nel suonare il pianoforte, lui è il mio Luppino Riccardo Micangeli.
Riccardo quando hai iniziato a suonare?
Ho iniziato a suonare verso la fine della quarta elementare, nel 2019, prendendo la pianola di mia sorella che usava per la scuola e cercando tutorial semplici di canzoni che mi piacevano per provare ad esercitarmi. All’inizio della quinta ho cominciato a prendere lezioni di pianoforte in una scuola ma ad insegnarmi c’era un maestro che non mi prestava attenzioni ed era piuttosto svogliato, probabilmente mi sarebbe passata la voglia se non avessi cambiato maestro e, fortunatamente, il nuovo insegnante ha alimentato la mia passione.
“Chi io”?
Lui conferma con il suo inconfondibile sorriso e con un cenno di capo.
Perché ami questo strumento?
Amo questo strumento perché mi da la possibilità di suonare tutta la musica che adoro, di altri musicisti o scritta da me, semplicemente facendo scorrere le mie mani sulla tastiera dove i tasti prendono vita propria muovendosi autonomamente.
Che consigli dai ai tuoi coetanei che si avvicinano per la prima volta alla musica?
Consiglio di provare iniziando dalle canzoni che più apprezzano e fare molta pratica, di non smettere mai e di divertirsi suonando.
Servirebbero più ore a scuola di musica?
Secondo me, se spiegate correttamente con un buon contributo da parte dei docenti, due ore di musica alla settimana, nelle scuole medie, sono sufficienti per farsi una buona cultura musicale e capire se si vuole fare un percorso individuale.
Quando interpreti o componi che emozioni provi?
Quando interpreto un pezzo, una volta che l’ho memorizzato abbastanza da non dovermi più concentrare, le emozioni seguono liberamente la natura della melodia e sono sempre molto coinvolto.
Quando compongo invece sento vibrare in me interesse, passione e serenità.
Com’è suonare a quattro mani con il tuo maestro?
Questa volta annuisce con gli occhi
Suonare a quattro mani è sempre bellissimo e coinvolgente per me e, visto che non dipende tutto da me, mi sento anche più libero di improvvisare e di fare abbellimenti che magari se suonassi da solo non farei.
In autunno uscirà il tuo primo singolo puoi dare qualche anticipazione?
Posso dire che mi sto impegnando molto e che sono fiero di me se guardo indietro e mi rendo conto di dove sono arrivato.
Che musica ascolti?
La musica che più mi piace ascoltare è quella rock anni ‘80, in particolare i Queen.
Sarebbe un sogno suonare con Taylor e May. Un altro genere che molto apprezzo è il rap americano, nello specifico Eminem è in assoluto quello che amo di più.
Un aggettivo per descrivere la tua voglia di suonare
Penso che se dovessi scegliere un aggettivo per descrivere la mia voglia di suonare potrebbe essere “crescente”.
Come si vede Riccardo fra dieci anni
Devo dire che sinceramente non ne ho idea ma spero di frequentare una buona università e di diventare sempre più esperto nel mondo della musica.
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