Centomila euro all’associazione D.i.Re Donne in Rete contro la violenza
Non si placano le polemiche contro Chiara Ferragni e la sua beneficenza in favore delle donne vittime di violenza.
Ma perchè in tanti si sono scagliati contro l’influencer più famosa dei social?
Partiamo dal dato di fatto, ormai peraltro noto: la Ferragni ha deciso di devolvere il suo compenso di Sanremo – centomila euro – all’associazione D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza).
E da qui in poi i commenti e le critiche si sono susseguiti super velocemente.
Non tutti l’hanno attaccata, è ovvio, ma in tanti le hanno puntato il dito contro.
Tra i “famosi” ha detto la sua Sevaggia Lucarelli: “Per lei sono spiccioli, altro che beneficenza. Mira a lucidarsi la reputazione.”
Che poi la Lucarelli sia invisa ai più perchè puntualmente riporta “fastidiosi” dati di fatto, questo nulla ha a che vedere con la beneficienza della Ferragni.
La questione, però, non è tanto il compenso devoluto in beneficenza, quanto il clamore mediatico che il gesto ha suscitato.
Ma che cosa ci si poteva aspettare da Chiara Ferragni che con i social ha costruito un vero e proprio impero?
La beneficenza si fa in silenzio?
Possiamo anche interrogarci sull’opportunità o meno di fare beneficenza in silenzio, come si diceva una volta.
Una volta, appunto. Ma non oggi, dove le vite più o meno celebri scorrono su Instagram, Tik Tok e Facebook.
Postiamo le nostre cene al ristorante, il decollo dell’aereo per le vacanze estive, la laurea dei pargoli e la dipartita dei nonni. La privacy è un concetto ormai ampiamente ridisegnato dai social al quale tutti – chi più chi meno – ci stiamo adeguando.
Chiara Ferragni diciamo che posta sicuramente più di noi tra viaggi, cene, figli, marito, cane e compagnia bella.
Diciamo anche, però, che pare guadagni circa 87 mila dollari a post: una cifra notevole, non vi pare?
Riccardo Pirrone: “Chiara Ferragni è un personal brand”
“Ma perché Chiara Ferragni mira a diventare la nuova Madre Teresa di Calcutta vestita Versace?
Per rispondere vi svelo un segreto: Chiara Ferragni non è una donna di Milano con tanti follower, è un personal brand.
Un vero e proprio brand che appartiene a un’azienda di sua proprietà e che commercializza prodotti e servizi.”
Ecco, ci voleva Riccardo Pirrone di Taffo a chiarire questo aspetto fondamentale, ma che spesso viene dimenticato quando si critica il comportamento della Ferragni.
E poco importa se per lei centomila euro sono spiccioli. Lo sono anche per noi comuni mortali i centesimi che lasciamo all’uomo infreddolito per strada che coccola il suo cane o alla donna con bimbo in braccio che chiede i soldi per mangiare.
Certo, noi non facciamo nessuna conferenza stampa per annunciare la nostra donazione, ma, appunto, noi siamo persone, non personal brand.
Ed esattamente come le celebrities decidiamo in piena autonomia a chi donare i nostri soldi.
Il potere che abbiamo – ed è bene ricordarsi di averlo – è quello di orientare aziende e influencer in una direzione piuttosto che in un’altra.
Chiara Ferragni e le donazioni
La Ferragni non è nuova nel destinare fondi a cause nobili: in passato ha donato al San Raffaele.
Anche il marito Fedez si dedica alla raccolta fondi, ad esempio per l’ampliamento delle aree della struttura degli Amici di Tog.
“Sono fiera di annunciare che ho devoluto l’intero compenso della mia partecipazione al Festival di Sanremo
In Italia, oggi più che mai, c’è bisogno di parlare e di fare qualcosa di concreto contro la violenza maschile sulle donne.”
Insomma, l’intento era ed è ottimo. Il modus operandi lascia un po’ a desiderare.
Sul web si sono alternati commenti di tono differente.
Che cosa dicono l’ex presidente della Camera Laura Boldrini e la giornalista Benedetta Sabene:
Laura Boldrini, ex presidente della Camera, ha accolto positivamente il gesto della Chiara nazionale.
“Con questo gesto – fa sapere all’Adnkronos – la Ferragni diventa parte attiva di una battaglia giustissima fatta da tante donne a sostegno di altre donne che però, per emergere e per fare arrivare messaggi positivi, ha bisogno di qualcuno che abbia un peso mediatico.
Persone che hanno una grande visibilità come la Ferragni – continua – possono sicuramente fare la differenza perché con i loro milioni di follower rappresentano un punto di riferimento per le nuove generazioni.
Il messaggio positivo diventa ancora più forte quando si sceglie anche di devolvere risorse a strutture e associazioni serie e qualificate che ne fanno buon uso, come in questo caso.
Sul tema della violenza sulle donne c’è ancora molto da fare a livello culturale – spiega l’ex presidente della Camera – possiamo fare sicuramente leggi migliori ma ad oggi di leggi ce ne sono già tante.
Purtroppo però ogni tre giorni una donna viene uccisa per mano di chi dovrebbe amarla”.
Non ci sta Benedetta Sabene, giornalista esperta di politica e geopolitica:
“Leggo post di ringraziamento a Chiara Ferragni provenire pure dagli ambienti femministi e sinceramente sono piena rasa – scrive Sabene su Instagram – I fenomeni andrebbero analizzati nella loro complessità, e inseriti in riflessioni più ampie: siamo sicure che dobbiamo fare l’applauso a una milionaria che fa il minimo indispensabile con un ritorno enorme di immagine?”
Il ritorno di immagine di Chiara Ferragni non solo è indiscutibile, ma è anche, ovviamente, previsto e programmato. Con 28 milioni di followers e un patrimonio ipotizzato di 40 milioni di dollari è abbastanza comprensibile che Chiara pretenda cachet e pubblicità adeguati.
Che poi questo sistema possa non piacerci è assolutamente legittimo.
Maurizio Costanzo svela il vero motivo della beneficenza di Chiara Ferragni
E’ intervenuto in merito alla questione anche Maurizio Costanzo.
Questa la sua dichiarazione al settimanale Chi:
“Indubbiamente è una battaglia giusta (quella contro la violenza sulle donne), giustissima.
E serve anche per risolvere il problema vero della Ferragni, e cioè che deve trovare un modo per giustificare la sua presenza a Sanremo. E questo è un modo elegante per farlo”.
Una lettura differente che non si focalizza su compensi, beneficenza o ritorno d’immagine.
I centomila euro servono piuttosto, alla Ferragni, a giustificare l’altrimenti ingiustificabile presenza sul palco di sanremo.
Che poi, dopo aver visto co conduttori di ogni genere nel corso degli ultimi anni c’è da chiedersi se Chiara avesse davvero bisogno della giustificazione scritta su assegno.
L’obiettivo, come sempre, lei l’ha raggiunto: che se ne parli bene o male, sempre di lei si parla.
Ora aspettiamo di vederla sul palco dell’Ariston. Nel frattempo, per chi fosse interessato, la maglia Girls Supporting Girls è in arrivo sul mercato.
Credit Interview Riccardo Pirrone Il Sole 24 ore