Nuove indagini della squadra mobile sul delitto di 27 anni fa.
Secondo gli inquirenti, Luigia Borrelli non era solo vittima degli strozzini dopo la morte del marito, ma “prestava anche lei soldi”.
L’omicidio irrisolto della Borrelli, irrisolto proprio per assenza di indiziati dopo la morte dell’unico sospettato -risultato poi innocente dopo il suo suicidio- Ottavio Salis, ha lasciato aperto il dubbio anche sul movente dell’omicidio.
Ma la testimonianza di una donna – all’epoca una bambina – fornisce un nome e il movente: Luigia/Antonella era a sua volta divenuta usuraia, prestando soldi all’istituzione ospedaliera.
“Maria Luigia Borrelli potrebbe essere stata uccisa da un primario di un ospedale cittadino con il quale aveva una relazione e che lei aveva ricattato”
La ormai defunta madre della testimone, le disse al tempo che il primario additato, nei giorni dopo l’omicidio, si presentò al lavoro con il volto segnato tanto che qualcuno gli chiese se aveva fatto a pugni con il gatto. Borrelli, era emerso dall’autopsia, si era difesa e aveva graffiato il suo assassino tanto che le era saltata un’unghia e sotto le altre erano rimasti pezzi di pelle.
L’omicidio si è poi svolto nel lupanare della Borrelli con un trapano, anche se l’ipotesi più plausibile – accreditata anche da super-testimonianza – è di uso precedente al trapano di un bisturi.
Ringraziamo la testimone, per aver contattato il giornalista del Secolo XIX Marco Menduni, e aver permesso a questa vicenda chiarezza: spesso è facile credere che la vittima sia solo tale, ma è grazie ad approfondimenti se le vere dinamiche di una vicenda divengono chiare, illuminando i pro e i contro della natura umana.
Arianna Ranocchi
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