Infortuni sul lavoro: i dati riportati da Inail schizzano e fotografano uno scenario vergognoso. Sono 80 le denunce presentate al giorno, novemila in più rispetto all’anno scorso. Aumentate anche le ore di cassa integrazione.
Continua il trend negativo e vergognoso degli infortuni sul lavoro in Liguria. I dati Inail pubblicati ieri fotografano uno scenario tragico: sono quasi 80 al giorno gli infortuni nella nostra regione. Un brutto record superato solo dalla Campania, che si trova in prima posizione con un triste aumento dell’84,3%.
Solo nei primi 10 mesi del 2022 le denunce di infortuni sul lavoro sono state 24.096, con un aumento del 59,2% rispetto al 2021.
Marco De Silva Responsabile Ufficio Economico Cgil Genova e Liguria da dichiarato “La Liguria continua ad avere l’aumento in percentuale maggiore rispetto all’anno scorso (+59,2%) e superiore alla media di tutte le altre regioni del Nord-Ovest (Val d’Aosta +37,9%, Piemonte +40,1%, Lombardia +36%) ed anche alla media nazionale (595.569 denunce +32,9% sul gennaio>ottobre 2021) che è invece al 32,9%.”
L’ultimo infortunio sul lavoro è avvenuto proprio ieri nel levante genovese dove un uomo di 50 anni titolare di un negozio di elettronica è rimasto folgorato all’interno del suo magazzino. Immediatamente soccorso e trasportato all’ospedale San Martino risulta in gravi condizioni.
Infortuni sul lavoro: la denuncia dei sindacati
“Il deterioramento della qualità del lavoro è ormai un fatto incontestabile. – ha denunciato la Cisl – Dato che trova evidenzia sia nella percentuale di contratti a tempo determinato, spesso di pochi giorni, sia nel preoccupante peggioramento della prevenzione e vigilanza sulla sicurezza”.
Secche anche le parole di Maurizio Calà, segretario generale di Cgil Liguria, riportate in una nota stampa:
“I dati degli infortuni in Liguria continuano ad aumentare e restituiscono un quadro preoccupante, una vera e propria emergenza ligure alla quale bisogna porre rimedio. La Cgil chiede che si investa in modo massiccio sulla prevenzione, sulla formazione ma anche sull’attività ispettiva, purtroppo e per troppi anni, lasciata senza risorse. Il settore sui quali si sono maggiormente avuti i tagli dei Governi è quello pubblico, dove si è risparmiato sul personale e oggi ci si ritrova con strumenti indeboliti da carenze di organico e risorse. Si deve porre rimedio quanto prima perché non si può continuare a rischiare la propria vita o salute sul luogo di lavoro”.
Nella stessa nota si legge anche:
“Nel dato complessivo delle denunce di infortunio sono contemplate anche quelle da lavoro Covid-correlato: nel periodo di riferimento queste denunce sono state 7.392 in aumento di 695 casi rispetto alla rilevazione di fine agosto (+4,8%), incremento in percentuale superiore alla media nazionale (+2,9%). I settori più interessati dagli infortuni si sono verificati nel comparto “Industria e Servizi” e rappresentano l’89% delle denunce complessive in Liguria (21.434 denunce in aumento del 60,7% sull’anno precedente). Gli infortuni nel settore “Per conto dello Stato” – pubblica amministrazione – valgono il 9,5% del totale (2.298 per un aumento del 62,2%) ed infine l’ “Agricoltura” unico settore in calo con 364 denunce (-5,7% sull’anno precedente) che vale il restante 1,5%. “Purtroppo – conclude De Silva – anche se rispetto al periodo gennaio-ottobre 2021 il numero degli infortuni con esito mortale sia in calo di 7 unità da 23 a 16 (-30,4%) si riscontra un aumento di ben 5 decessi rispetti al mese precedente, di cui ben 3 nella provincia di Imperia“.
Al coro degli arrabbiati si è unito poi anche Luca Mastripieri, segretario Cisl Liguria che ha detto: “Siamo di fronte ad una situazione allarmante, che testimonia ancora una volta la poca attenzione che nel Paese si attribuisce alla salute e alla sicurezza sui posti di lavoro. Quasi 9 mila denunce in più nei primi dieci mesi dell’anno sono una cifra vergognosa, che non ammette né alibi né giustificazioni“.
Aumenta anche la cassa integrazione:
Altra fonte di preoccupazione dei sindacati sono gli aumenti registrati riguardo gli ammortizzatori sociali, come hanno testimoniato i dati raccolti da Uil.
Il numero di ore di cassa integrazione nel 2022 sono ancora superiori a quelli pre pandemia. Un segno che ancora troppe aziende ricorrono agli aiuti statali anche nella fase di post emergenza sanitaria.
La provincia in cui questo divario è più evidente è La Spezia con un monte ore di cassa superiore del 265,4% rispetto al 2019, segue Imperia con +56,2%, Savona con +20,4% e infine Genova con +12,8%.
Francesca Galleano
Ti può interessare anche:
Tari, Genova la seconda città più cara d’Italia