GENOVA – Correva l’anno 1992 quando l’architetto Renzo Piano appose la firma sul Porto Antico: una piazza per far scoprire ai genovesi il proprio mare.
A 30 anni di distanza non si poteva non festeggiarne l’anniversario. Il 29 dicembre, a Porta Siberia, Renzo Piano, il presidente del Porto Antico Mauro Ferrando e Mario Paternostro hanno tenuto un incontro per celebrare il passato, ma, soprattutto per guardare al futuro.
La prospettiva è quella di una Genova dal volto nuovo, che, con le numerose opere infrastrutturali in corso, possa essere la perfetta sintesi tra lavoro e vivibilità, collegata con il resto d’Italia e d’Europa.
Durante l’incontro Renzo Piano ha parlato del parco della Lanterna, del nuovo Waterfront di Levante e della Diga Foranea. Non si tratta di progetti singoli e isolati, ma tasselli di una visione comune.
Il Porto Antico
L’incontro si è aperto con il doveroso omaggio verso il Porto Antico, la splendida passerella sul mare che ci è stata regalata da Renzo Piano per “non buttare via niente” in occasione dell’Expo. L’architetto genovese, tra umiltà e orgoglio, ha commentato:
“Manca solo di collegarlo verso levante o verso ponente. Questa cosa è nata da un’iniziativa che è cresciuta nella città. C’era questo entusiasmo per cui partimmo e spiegammo questo progetto. Le esposizioni universali, d’abitudine, sono sprechi: si vanno a costruire delle cose che poi finiscono nel nulla. Quindi l’idea di fare qualcosa che restasse era nuova ed interessante. L’unica cosa che posso pensare, a questo punto, è che bisogna lavorare ancora su quella linea magica e straordinaria che è il confine tra la città di pietra ed il mare.“
Perché Genova è una città di mare, mare definito “industrioso” da Piano. Proprio dall’incontro di questa operosità genovese e l’aspirazione alla bellezza nasce la visione di una nuova Genova. “Bisogna proteggere la fabbrica del porto” ha proseguito l’architetto. “Che fa parte del paesaggio.”
Il presidente del porto Mauro Ferrando ha concordato e ha aggiunto:
“Trovare spazi in città per vivere, lavorare, mangiare e muoversi. Questo è il Porto Antico, ma questo sarà anche il Waterfront di Levante”
Il Waterfront di Levante
“Riportare l’acqua dove era un tempo, a lambire la città” ha spiegato Piano. “Il mare ha portato ricchezza, bellezza e poesia. Il Porto Antico sta alla città antica come il Waterfront sta alla città dell’800: è la Foce. C’è l’acqua che torna e c’è anche questo parco: vogliamo piazzare 1800 alberi. Piazzale Kennedy è tanti anni che è così, ma è molto grande. Quindi questo progetto non è solo della Fiera del mare, ma comprende anche la Foce per costruire il più grande parco di Genova, sull’acqua, sul mare. Un luogo per i giovani, per le startup, ma c’è da collegare queste aree. Poi ci sono le attività di riparazione navale, che devono restare lì perché altrimenti sarebbe un tradimento.“
Non a caso, si definisce il progetto “una piazza”.
La metafora calza, poiché la gente deve abitare, lavorare, vivere e divertirsi nel nuovo spazio. Un punto di incontro tra operosità e bellezza, tra lavoro e verde, il tutto a ridosso di un mare che dobbiamo riscoprire.
“Mi piace che lo sfogo a mare della città, arrivando da Via Brigate Partigiane, sia un parco” ha proseguito Piano. “Sarà molto lungo, da Piazzale Kennedy fino alla Batteria Stella. Inoltre il parco si allungherà verso Brignole, diventando più grande anche di Nervi. C’è anche la spiaggia di primavera: la difenderemo un po’ di più con una protezione a mare. Non un molo, ma una diga soffolta.”
I quartieri “dove il sole del Buon Dio non dà i suoi raggi“
C’è poi l’annosa questione del Centro Storico: croce e orgoglio di noi genovesi.
Strade dove si respira la storia e la cultura della città, che alternano piccole boutique a piazzette con mille chiese, piccoli baretti e vive comunità. La città vecchia è tanto il cuore pulsante della movida, quanto il ventre molle dello spaccio.
Si tratta di una zona che alterna piazzette riqualificate a veri e propri ghetti e che dà la sensazione di quartiere finito solo a metà e appeso tra passato e modernità.
A separarlo dal porto, Piazza Cavour e la sopraelevata: quasi una barriera fisica a quel rinnovamento che ha investito 30 anni fa il Porto Antico.
Sulla questione trapelano sorrisi e sguardi complici. “Lo chiediamo al sindaco?” ha domandato il padrone di casa Mario Paternostro. “Non glielo chiederei” la risposta di Ferrando. “Si tratta di un argomento delicato. Quello del centro storico è un punto che va risolto” ha aggiunto.
“Deve dialogare con il Porto Antico, ma non si può portare il Porto Antico nel centro storico. Credo che ci siano altre soluzioni. Deve nascere un dialogo tra il Porto Antico, il centro storico ed i suoi abitanti, ma rimangono due aree diverse e connotate diversamente.”
https://youtu.be/sN4oxiJQj0A
Le trasformazioni di Genova secondo Piano
Genova è una città antica, vecchia anagraficamente e ancora provinciale, ma con aspirazioni che potrebbero essere diverse. I cantieri aperti in tutta la Liguria sono un’occasione per il cambiamento, un’opportunità per affacciarsi tanto sul mare quanto sull’Europa.
Numerose opere infrastrutturali potrebbero cambiare l’anima della città, portarle nuova vita, attirare giovani e lavoratori da altre città. Nei pressi di Parigi, fa notare l’architetto genovese, ci sono persone che guidano 45 minuti per andare al lavoro.
Con i lavori di potenziamento delle autostrade, 45 minuti è quanto potrebbe occorrere per il tratto Milano-Genova. Insomma, si assiste a molti progetti, che non vanno valutati singolarmente, ma sono voci di uno stesso coro che ha una visione differente della città.
“Ci sono molte cose che stanno per succedere” ha commentato Renzo Piano. “La Diga Foranea non crea solo un porto più grande. Noi vogliamo metterci un impianto solare che potrebbe elettrificare il porto.“
L’idea è sempre quella: integrazione e sinergia tra lavoro, trasporto, mobilità, accessibilità, bellezza e verde.
“C’è questa idea di fare un tunnel” ha spiegato “che parte dalla Lanterna e arriva alla Foce. Questo ci consente di fare un parco attorno alla Lanterna finanziato da ASPI (Autostrade per l’Italia ndr) con altri 1200 alberi.” Sarebbe un risarcimento dovuto a seguito della tragedia del Ponte. La questione si allaccia anche alla Sopraelevata e alla viabilità ad essa correlata. Con questo tunnel si toglie il traffico dalla Sopraelevata, che è un oggetto di amore e odio. Quando arrivi da Milano, quel primo tratto è un arrivo meraviglioso, sarebbe sciocco demolirlo. Ma la parte che segue, se non ci fosse – diciamoci la verità – vedrebbe migliorare il rapporto tra città e mare.“
La questione non riguarda solo l’armonia urbana, ma è anche l’ecologica.
“Il tratto fino alla Foce è un disastro” ha continuato l’architetto. La Sopraelevata, in una città ventosa come Genova, è spesso chiusa. Inoltre, il traffico pesante non può sfruttarla ed è costretto ad attraversare la città, aumentando l’esposizione dei cittadini alle emissioni.
Il vantaggio del tunnel consiste nel poter filtrare le esalazioni dei mezzi più inquinanti.
Sul futuro, Piano si è detto fiducioso che Genova sarà “bellissima“.
Anche il Sindaco Marco Bucci ha preso la parola sul finire dell’incontro.
“Sentire parlare Renzo Piano emoziona. Nel ’92 per la prima volta i genovesi entravano in porto. E mi emoziona di più sentire che sarà bella. Noi la circonderemo di infrastrutture e la collegheremo con Milano in 45 minuti. Grazie, Renzo, per quello che hai fatto per la città.“
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