Lo sguardo di Medusa di Natalie Haynes è un romanzo di narrativa pubblicato da Sonzogno il 31 ottobre appena trascorso.
Se ci pensiamo bene Medusa è una delle figure più riconoscibili del mito greco. Il suo viso infatti ci fissa da millenni: dallo scudo di Agamennone nell’Iliade al logo di Versace ai giorni nostri. Questo perché le Gorgoni, e soprattutto le teste delle Gorgoni, erano un motivo decorativo enormemente popolare sulle statue e sui templi antichi. Immagini che raffigurate incutevano non solo timore ma anche reverenza. Ciò rende Medusa il mostro terrificante che tutti conosciamo, ma se questo mito l’avessimo creato noi attraverso ciò che siamo stati abituati ad imparare?
La classicista Natalie Haynes, già autrice del pluripremiato Il canto di Calliope, ci regala un’altra fantastica rivisitazione del mito greco. Un frenetico tour attraverso la storia di Medusa per raccontarci chi era davvero e perché la vediamo ancora oggi intorno a noi. E mentre scopriamo nuovi punti di vista che non ci saremmo mai immaginati, Haynes trasforma la storia conosciuta in una meditazione sulla mortalità, il tradimento ed i crudeli limiti della bellezza.
Medusa è l’unica mortale in una famiglia di dei. Crescendo con le sue sorelle, si rende presto conto di essere la sola che invecchia, sperimenta il cambiamento, si sente debole. La sua vita mortale le fa provare un senso di urgenza che la sua famiglia non conoscerà mai.
Quando, nel tempio di Atena, il desiderio spinge il dio del mare Poseidone a commettere un atto imperdonabile, la vita di Medusa cambia per sempre. Atena, furiosa per il sacrilegio commesso, si vendica come può riversando su Medusa tutto il suo risentimento. La punizione è però qualcosa di davvero terrificante: denti aguzzi le spuntano dietro le labbra, serpenti che si contorcono sostituiscono i capelli e lo sguardo, dapprima fiero, ora trasforma in pietra qualsiasi creatura vivente che lo incroci.
Inorridita dal proprio riflesso, Medusa non può più guardare ciò che ama senza distruggerlo -poiché il potere non può essere controllato- e per questo si condanna a una vita di solitudine tenebrosa per limitare la sua portata omicida. Fino a quando Perseo, imbarcatosi in una missione impossibile, decide di prendere la testa di una Gorgone -e proprio una in particolare-.
Tra veridicità degli eventi storici e finzione narrativa, questo è indubbiamente un perfetto racconto di come una giovane donna sia diventata un mostro senza mai esserlo stata per davvero.
Haynes combina una molteplicità di voci intrecciando diverse narrazioni e prospettive -di mortali e divinità- che permettono al lettore di mettere in discussione non solo l’immagine di Medusa come un mostro ma i ruoli di tutti nella vicenda. Importante è l’emergere dei pericoli insiti nella rabbia e nella vendetta quando le rivolgiamo alle persone sbagliate.
Gli scorci da diverse prospettive, e con toni diversi, funzionano in maniera eccellente proprio perché è attraverso questi che si sviluppa la tensione narrativa. Chi ha letto la storia di Calliope sa già quanto è brava questa autrice, che riesce ad unire perfettamente finzione e realtà in un connubio d’eccezione. E la voce più speciale è proprio quella che parla al lettore in modo consapevole, poiché evidenziando l’aspetto rivisitato -ed il fatto che i lettori potrebbero già conoscere molto del mito- fa appassionare ancora di più alla narrazione.
Il ritmo dapprima lento, con la tipica indolenza degli dei, prende slancio man mano che la storia va avanti e tutte le sfaccettature del carattere di Medusa escono allo scoperto. Inutile dirvi quanto l’ho amata e sono sicura piacerà anche a voi, amanti della mitologia e non!
Non lasciatevi ingannare dalle molte rivisitazioni della mitologia in commercio, capisco possano sembrare molto simili tra loro. Ma questa storia di Medusa, per com’è sapientemente raccontata, non ha solamente il vantaggio di essere arcinota e in linea con la nostra concezione dell’ingiustizia. Certo, Haynes si concentra su chi è visto come un “mostro” e chi come un “eroe”, ma il trattamento di Medusa è un’ottima argomentazione che andrebbe estesa alle donne in lotta contro la costrizione, di qualunque tipo essa sia: dall’imposizione dei sentimenti ai matrimoni forzati. Ci offre una visione illuminante dell’impatto morale di coloro che agiscono in base al capriccio o alla meschina gelosia.
Croce e delizia dell’essere umano.
Personalmente mi sento sempre coinvolta dalle storie femministe, anche quando si ispirano alla mitologia greca. Quindi non possono che consigliarvi di partire con questa storia solo apparentemente conosciuta. Natalie Haynes ha infatti la capacità di capovolgere gli eventi con una bravura che continua a sorprendere, creando qualcosa di originale, commovente, ironico e devastante allo stesso tempo.
Sarà un viaggio breve ma intenso che, sono sicura, resterà impresso nella memoria per molto tempo com’è successo a me.
Alessia _del blog Esmeralda Viaggi e Libri