Caos centro storico: residenti senza tregua presentano ricorso al Tar per risolvere il problema movida dopo gli ennesimi disordini. Il Comune risponde con 700 telecamere in arrivo.
L’Associazione Vivere Centro Storico ha raccolto una serie di video che raccontano le notti brave tra ottobre e novembre di chi cerca lo svago tra i vicoli ma non si cura di chi ci abita. Risse, violenza e urla sono le linee guida di chi sopporta questo divertimento sregolato che non fa bene a nessuno.
Non si placa quindi la situazione del centro storico genovese dopo i tragici fatti dell’uomo ucciso colpito da una freccia. Il caos regna sovrano e i residenti accusano una mancata attenzione da parte delle istituzioni e delle forze dell’ordine.
Presentato dunque il ricorso al Tar con gli avvocati Silvia Sommazzi e Emanuele Bertolin: chiusura dei locali alle 24 anziché alle 3 e avvio di una procedura legale per regolamentare il fenomeno movida, sono le richieste portate avanti dai residenti estenuati ed esasperati.
La scelta di andare per vie legali è stata quasi obbligata, tanto è assordante il silenzio delle istituzioni, che i residenti dicono:
“il Comune resta arroccato a voler mantenere l’orario di chiusura dei locali alle tre di notte, con la conseguente permanenza di persone alterate che urlano fino alle quattro del mattino, cui fa subito seguito il passaggio estremamente rumoroso dell’Amiu per ripulire dalla sporcizia generata dalla malamovida”.
La verità sta nel mezzo come sempre; perché tra chi cerca lo svago nei vicoli ci sono anche persone rispettose e non è una decisione saggia cancellare l’unico luogo di ritrovo che i giovani genovesi hanno in città. Una città sempre più dormitorio per gli adolescenti e in cui si fatica a trovare uno svago per il sabato sera.
Perciò accorciare l’orario dei locali non cambierebbe granché ma per consentire a tutti un divertimento e un riposo rispettoso servirebbero più controlli.
Caos centro storico: in arrivo 700 telecamere
Per questo motivo il Comune ha in arrivo 736 nuove telecamere che andranno posizionate nei luoghi di aggregazione e saranno sensibili ai rumori. Gli obiettivi saranno capaci di dirigersi verso chi grida o chiede aiuto e di poter leggere una targa fino a 300 metri di distanza. Le telecamere saranno direttamente collegate alla Questura e Carabinieri e dotate di tecnologia avanzata.
Ne ha parlato l’Assessore alla sicurezza Sergio Gambino: “si tratta di un sistema a grande impatto, il più completo ed esteso a livello nazionale rispetto alla superficie di territorio video ripresa. Siamo partiti nel 2017 con circa 250 telecamere e oggi ne abbiamo 1200.”
Questa soluzione potrebbe disinnescare i soggetti sopra le righe, riportando – dopo tanto tempo e molti fatti spiacevoli – ordine e sano divertimento.
Francesca Galleano
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