migranti Ocean Viking sbarcheranno a napoli anziché a genova
Ocean Viking

Migranti, è braccio di ferro tra Italia e Francia a Ventimiglia

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Le vicende della Ocean Viking, la nave della ONG  Sos Mediterranée, hanno mostrato la debolezza della solidarietà europea, e non ci sono sconti per nessuno.

Dopo lunghi giorni di tensione, la nave ha lasciato le coste dell’Italia per fare rotta verso il porto di Tolone, ma questa prova di forza – simbolica e giocata sulla pelle delle persone – ha tutto il sapore di una vittoria di Pirro.

Lo strappo con Parigi è grave, molto grave, tanto che si può parlare di una vera e propria crisi diplomatica che potrebbe mandare all’aria i progressi fatti l’anno scorso con gli accordi di ricollocamento.

Se è vero che i paesi europei non si sono prodigati per aiutare l’Italia come avremmo voluto – grazie anche agli alleati della destra appartenenti al gruppo Visegrad – l’accordo siglato dall’ex ministra Lamorgese segnava un “momento storico“, per quanto ancora insufficiente.

Un primo passo, insomma, che avrebbe permesso la ridistribuzione di 10.000 migranti tra i paesi europei che si erano offerti di accoglierli.

La Francia si sarebbe presa in carico circa 3500 profughi, ma l’annuncio della ritirata francese dall’accordo ha colpito la Farnesina come un fulmine a ciel sereno.

Per l’Eliseo l’Italia è inadempiente e quindi dovrà essere lasciata sola.

Il timore è che questo possa segnare una grave battuta d’arresto per tutte le trattative discusse in Europa, compreso il Patto per l’immigrazione ed il cambiamento del Regolamento di Dublino, cosa che sarebbe un vero disastro.

Il Braccio di ferro tra Italia e Francia si gioca a Ventimiglia

Il braccio di ferro con i cugini francesi è un brutto spettacolo da entrambe le parti. La reazione d’oltralpe, infatti, non si è limitata solo agli annunci, con il dispiegamento di nuove forze sul confine di Ventimiglia.

Il ministro degli interni francese, Gérald Darmanin, tuona: “L’imminente rafforzamento delle frontiere francesi mostrerà all’Italia come si possono impedire i passaggi di migranti.”

Parole che suonano strane in bocca ad un governo critico delle politiche nostrane. Parole senza dubbio lontane dall’idea di Fraternité cara alla retorica francese.

La blindatura del confine non si limiterà a respingere i 3500 rifugiati che Parigi si era offerta di accogliere, ma inasprirà una situazione tragica che si protrae da anni.

Infatti, Giorgia Meloni attacca: “Sui migranti voi ci criticate, ma a Ventimiglia con i respingimenti fate di peggio.”

Lungo il confine stazionano da anni una media di 250 migranti, assistiti dalla Caritas. Si tratta di magrebini o africani subsahariani, ma anche afgani – che soprattutto di notte tentano di varcare clandestinamente una frontiera che, alla luce di Shengen, idealmente non dovrebbe esistere.

La polizia attua misure assai severe con respingimenti spesso arbitrari, sconfinamenti in territorio italiano, minori rispediti nel nostro paese e spacciati per maggiorenni e clandestini stanati sui treni con spray urticanti.

In tutto sono 28 i morti in questi 7 anni. In media vengono effettuati circa 80 respingimenti al giorno, per un totale di oltre 21 mila richieste negate all’anno.

L’intervento di Giovanni Toti

Anche il presidente della Liguria è entrato nel dibattito.

In un accorato post su Facebook, invita i francesi a ripassare la propria storia ed attacca lo spiegamento di forze di polizia.

Basta fare un salto al confine di Ventimiglia per vedere un muro di 4000 agenti equipaggiati di tutto punto che ogni mattina riportano al confine italiano decine di migranti che hanno camminato tutta la notte, rischiando la vita, per attraversare la frontiera.

La critica non risparmia il doppiopesismo di chi critica il nostro paese, definendo la Francia una “terra di libertà che evidentemente è tale solo per chi ha in tasca documenti europei e magari qualche carta di credito ben fornita. Sono persone che spesso cercano solo di ricongiungersi a parenti che non vedono da decenni

Se l’Italia chiede che i migranti sbarchino non solo nei porti italiani è ‘disumana‘” prosegue. “Se i gendarmi francesi, pistole e manganelli, abbandonano sulla frontiera i migranti, senza cibo, acqua e cure mediche, quella invece è vera solidarietà!

Va detto: anche queste sono parole strane in bocca ad un esponente della destra che ha fatto dei “porti chiusi” e del “controllo delle proprie frontiere” un marchio di fabbrica.

Del resto, la destra ha trovato nei peggiori nemici della solidarietà europea e della ridistribuzione dei migranti i principali alleati internazionali. La destra che ha respinto 234 migranti al modico prezzo di 3500.

Insomma, oggi assistiamo ad un mosaico di ipocrisie che mette in luce tutta la debolezza della solidarietà europea, una reciproca prova di forza che non favorisce nessuno, penalizza tutti, soprattutto quelle persone che ci si rinfaccia vicendevolmente di non proteggere. Non solo numeri, ma umani.

 

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Info Fabio Comazzi

Fabio Comazzi, nato a Genova nel 1996. Ho frequentato il liceo scientifico G.D. Cassini e mi sono laureato in Scienze Politiche (indirizzo internazionale e diplomatico) all'Università di Genova. Al momento studio Informazione ed Editoria. Da sempre appassionato di politica, ho - fin dai tempi del liceo - partecipato a progetti come il GeMun o le simulazioni tenute dall'associazione Diplomatici. Ad oggi scrivo per Liguria Today articoli di politica e cronaca, a livello locale e nazionale.

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