PIOMBINO – Rigassificatore o morte. FdI contro FdI e Pd contro Pd per il rigassificatore di Piombino.
Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, commissario straordinario di governo per l’opera in questione, ha firmato il 24 ottobre l’autorizzazione all’istallazione del rigassificatore nel porto della città di Piombino puntando sul motivo di fondo della “sicurezza energetica nazionale”. Di conseguenza, stretto giro, il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, ha annunciato che il Comune di Piombino ricorrerà al Tar.
Giani ha accompagnato il lancio dell’opera in pratica, con un’agenda, parola di moda, zeppa di altre opere da realizzare come “compensazione”: infrastrutture, bonifiche, sconti nelle bollette dei piombinesi. I comitati che si oppongono a questa grande opera, in tutta risposta, hanno immediatamente annunciato nuove mobilitazioni. Dopo che recentemente si sono fatti sentire, e in maniera chiare e forte, a Firenze.
Ferrari spicca tra le figure “contro” il rigassificatore, nonostante sia iscritto allo stesso partito della presidente Giorgia Meloni che a livello nazionale fa parte del parterre delle forze politiche a favore del rigassificatore a Piombino. Insieme d’altronde al Pd di Giani. Che a sua volta registra la contrarietà del circolo piddino piombinese, alla realizzazione.
Ferrari insomma – che dovrebbe aver votato Meloni – non può chiedere alla neo premier, capo del suo partito, di tornare indietro sull’opera, perché la “transizione ecologica” di draghiana memoria e di incompiuta storia (vedi Cingolani già ministro e attuale consulente dell’attuale ministro del governo Meloni) passa di fatto dal rigassificatore di Piombino.
Siamo in pratica a una questione di FdI contro FdI.
Mentre i comitati civici della città portuale toscana, nati nel giugno scorso per protestare contro la decisione del governo Draghi di sopperire alla mancanza di gas ingaggiando una nave rigassificatrice (la Golar Tundra che la Snam ha acquistato per 330 milioni e che dovrà essere posizionata alla fonda del porto di Piombino) adesso però dovranno rivolgere le proprie rimostranze a Giorgia Meloni, dello stesso partito del loro “amico” sindaco.
L’impianto navale è comperato per trasformare il gas liquido, trasportato dalla nave in grandi serbatoi, allo stato gassoso, e poi convogliarlo nei metanodotti per la diffusione sul territorio. Data prevista per la partenza del mega-progetto: marzo 2023. I numeri dicono che la nave trasformerebbe 5 miliardi di metri cubi di gas all’anno e rimarrebbe alla fonda del porto di Piombino per 3 anni. Cingolani e Gelmini, solamente il 13 luglio scorso, avevano firmato un accordo con la Snam, mentre i lanci di slogan sulla transizione ecologica erano sempre più rari.
A Piombino la nave rigassificatrice sarà installata dentro il porto e in prossimità dell’abitato e non a 23 chilometri di distanza. Infine, la Golar Tundar dovrebbe restare per 3 anni nel porto di Piombino, per poi andare offshore. Per esempio potrebbe andare a Livorno. Nonostante il sindaco livornese sia contrario. Luca Salvetti, primo cittadino iscritto al Pd, non ne vuole sentire nemmanco parlare.
A quel punto sarebbe Pd contro Pd, data l’appartenenza invece di Giani e la linea nazionale favorevole sostenuta da Letta.
NUNZIO FESTA
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