IL SESSANTOTTO ININTERROTTO DEL PITTORE GIOSETTA FIORONI
CAMEC – La Spezia
9 ottobre 2022 – 26 febbraio 2023
“Il piccolo grande cuore di Giosetta. Giosetta Fioroni opere anni Sessanta – Duemila”
a cura di Eleonora Acerbi e Cinzia Compalati
in collaborazione con Fondazione Parise – Fioroni e “MARCOROSSI” artecontemporanea
LA SPEZIA – Il 24 dicembre prossimo, la nostra più grande artista vivente compirà 90 anni. Giosetta Fioroni è nata nel 1932. Pittore e artista, ché lei ha sempre voluto si usasse il termine maschile per descriverla – superando anticipatamente non a caso uno dei temi moderni della forma linguistica contemporanea della lingua italiana -, Fioroni, compagna non a caso di uno scrittore, Goffredo Parise, fu forse l’unica donna di quella che fu definita quasi da subito la Scuola di Piazza del Popolo, più vicina alla dimensione di via Margutta che all’invenzioni degli “oggetti d’arte” e dei multipli della Factory statunitense e insomma della Pop Art, di certo. Ma senza ombra di dubbio la più radicale come viscerale portatrice dell’eccezione femminile nello stesso interno di un mondo dell’arte ancora oggi a preminenza maschile.
La scelta del CAMeC (Centro arte moderna e contemporanea) di piazza Cesare Battisti, scegliendo di rendere omaggio a Giosetta Fioroni, “tra le artisti viventi più importanti del secondo Novecento italiano, attraverso una grande mostra che ripercorre la sua intera carriera“, riporta la brochure di invito, quindi continua idealmente e garantendo con la pratica concreta un percorso di necessaria e più giusta analisi della critica d’arte. Fondamentale per capire l’arte e il suo dipanarsi lungo i secoli, è, infatti, e soprattutto rimarrà comprendere il tempo delle creazioni e i tempi che artiste e artisti scelgono di affrontare e trasfigurare nelle loro opere.
Promossa dal Comune della Spezia e realizzata dunque dal CAMeC in collaborazione con la Fondazione Goffredo Parise e Giosetta Fioroni e la galleria MARCOROSSI artecontemporanea, l’apertura al pubblico è avvenuta il 9 ottobre scorso alle ore 18.00, in occasione della XVIII Giornata del Contemporaneo.
Il titolo della mostra, “Il piccolo grande cuore di Giosetta”, trae invece spunto dall’autobiografia scritta nel 2013 dall’artista stessa: “La mia storia / My Story. Giosetta Fioroni” (Corraini editore).
“Nudo di Rossana“, realizzato nel 1965, in smalto bianco e alluminio su tela, significativamente selezionato dalle curatrici della personale di Fioroni, Eleonora Acerbi e Cinzia Compalati, fa da immagine coordinata di una mostra che porta in petto circa 44 opere, fra le quali sono stati inseriti prevalentemente quadri, e alcune sculture.
Un percorso, di certo, che tiene conto degli anni. Facendo indagine in una biografica così ricca di riferimenti culturali da essere esplosione di citazioni gentilmente esposte oppure chiaramente tenute sotto la traccia dei materiali e dei materia messi a frutto di creazione.
La mostra personale fatta brillare nelle 4 stanze del primo piano di un piccolo mondo quasi parallelo al Teatro Civico spezzino, propone una selezione che parte dagli argenti.
Per arrivare, appunto, alle molto più recenti ceramiche. Sempre ricordando che a civico 66 di via san Francesco di Sales ancora, ogni mattina, l’artista si reca per lavorare. Una vita dedicata all’arte, dalla anni Cinquanta fatti nella quotidiana ricerca di un punto di vista nuovo, innovativo, personale e ugualmente radicale ancore, per giunta della questione femminile.
L’esposizione è introdotta proprio in una prima sala con gli anni Sessanta e Settanta, la seconda viaggia con le opere degli anni Ottanta e Novanta, la terza transita con il lavoro su ceramica, la quarta ferma le realizzazioni dal 2000 ad oggi.
Le opere provengono principalmente dalla Fondazione Parise – Fioroni, presieduta da Francesco Adornato, dalla Bottega Gatti di Davide Servadei e dai collezionisti della MARCOROSSI arte contemporanea, storica galleria di riferimento dell’artista.
Sono “La straniera” “Meccanismi amorosi” e “Il fascino”, che già nel ’69 sono innovazione non soltanto nel percorso di Fioroni. Qui ci sono alluminio e argento su carta, per dire; dopo quel “Nudo”, e “Il cappello” e “Venere” degli anni precedenti e successivi già al decisivo e maturativo viaggio in Francia dell’artista.
Cercando di non farci incastrare nei vari omaggi ad Antonin Artaud degli anni Ottanta, poi, cominciamo piano ad avviarci in un settore mentale e di esplosione creativa ancora più condizionato dal ricordo ai segni annunciati e rilanciati dagli oggetti della quotidianità, che andranno a fare una nuova soggettività insieme a tutto il mondo culturale di Giosetta Fioroni: la letteratura, il cinema, la scultura. Dove negli anni più vicini al cambio di secolo, insomma, ecco che si fortifica il ricorso alla valorizzazione di maiolica smaltata e ceramica policroma.
Nel 2002, Giosetta Fioroni, come testimonia un lavoro esposto all’uscita della mostra, si è perfino confrontata con l’obiettivo di Marco Delogu, e insieme presenteranno “Senex”, nell’Ala Manzoniana della Stazione Termini di Roma e, dieci anni dopo, “Altro Ego”, al Museo Macro.
In fondo era già successo con la scrittura. Le arti si devono incontrare.
“La ‘scrittura – calligrafica emotiva‘, come Fioroni la definisce, farà incursione – spiega fra le altre cose la critica d’arte Gemma Gulisano – anche sulle tele. I caratteri testuali proveranno così ad affiorare dalla matericità di un colore stratificato in pennellate che hanno definitivamente rinunciato alla grazia degli ‘argenti’”.
I tempi scelti dall’artista, cambiamo. Le sue opere resteranno.
NUNZIO FESTA
Foto di copertina: Mincio e Dintorni
Foto interna: Magazineart