Non ne parla nessuno, radio, tv, giornali.
Solo LA NAZIONE tra i quotidiani nazionali ha fatto un bell’articolo al riguardo.
Ma noi di Liguria.Today vogliamo ricordarlo.
Vogliamo ricordare l’anniversario dell’Armistizio di Cassibile avvenuto l’8 settembre 1943, data della resa dell’Italia alle forze “Alleate”.
E vogliamo farlo perché crediamo che non si debbano nascondere le vergogne. E men che meno quelle che hanno provocato 800.000 soldati italiani deportati in Germania.
Di questi 20.000 morirono nei campi di lavoro e di concentramento. 10.000 furono trucidati a Cefalonia perché non vollero arrendersi ai tedeschi. E 1393 marinai affondarono con la corazzata Roma il 9 settembre a seguito di un bombardamento tedesco.
Tra quelli che riuscirono a tornare a casa alla fine della guerra, poi, molti riportarono infermità perenni.
Le trattative con americani e inglesi iniziarono già in agosto ma divennero concrete il 3 settembre con la firma dell’armistizio avvenuto a Cassibile.
Il generale Eisenhower chiese a Badoglio di rendere pubblico l’armistizio ma questi “tentennava” probabilmente impaurito dalle minacce e possibili reazioni tedesche (che avevano avuto notizie dai servizi segreti della firma del 3 settembre).
Per spingere Badoglio a comunicare la resa, l’Italia venne sottoposta in quei giorni dagli “alleati” a terribili bombardamenti che provocarono morti e distruzioni.
Finché quel “famoso” 8 settembre Badoglio attraverso la radio proclamò:
«Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane…La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza.»
Gli italiani scesero in strada per festeggiare la fine della guerra, come tanti soldati. Ma purtroppo s’illusero tutti: quella frase finale del proclama «Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza.» era foriera che la guerra non era finita anzi…
Marco Repetto
Foto di copertina: Catania Liveuniversity.it
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