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Piombino

La centrale a gas, l’energia nucleare, il rigassificatore

PIOMBINO – Sulla produzione nazionale di energia ci sono cose sicure e cose più che sicure. Specialmente in campagna elettorale.

Proprio in questi giorni, infatti, il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, leader di Italia al Centro, si è inserito nella discussione infinita sulle fonti di produzione italiane palesando il suo punto di vista: “Serve utilizzare tutte le centrali disponibili, anche con le riaperture“; in buona sostanza, su tutto, parte una freccia diretta alla Centrale Enel della Spezia. Ferma soltanto dal 31 dicembre 2021. Con tanto di lancio pubblicitario della proprietà.

Enel ha ricevuto – rendevano noto a inizio dicembre appunto dello scorso anno dalla stessa multinazionale – l’autorizzazione finale del Ministero della Transazione ecologica per la cessazione definitiva dell’impianto a carbone della centrale termoelettrica ‘Eugenio Montale’. La chiusura della centrale di La Spezia – si leggeva fra le altre cose, compresi i passaggi che citano altre chiusure simili nell’ex Belpaese, nel comunicato firmato Enel – rappresenta un ulteriore passo avanti nell’impegno di Enel per la transizione energetica verso un modello sempre più sostenibile, il cui obiettivo è sostituire progressivamente le fonti fossili per la produzione di energia elettrica per raggiungere la neutralità climatica a livello globale“.

Toti in pratica si augura un passo indietro. Doppio.

Non quanto Carlo Calenda, volto e inventore di Azione, che per segnare a suo modo un passo avanti facendo una marcia indietro su un altro tema collegato, chiede che si vada verso il nucleare.

Togliendo dalle memorie il referendum che lo bocciò. Ma più che altro tutta la discussione in atto da decenni sullo smaltimento delle scorie nucleari. Che ci sono. Non solo, ci sarebbero.

Ma è sui rigassificatori che sembra improvvisamente salita tutta la vera attenzione.

O comunque è qui che la politica elettorale prova a farsi capire.

Una settimana fa, per dire meglio, rilasciando un’intervista al Fatto, magari tentando di stare al passo con l’opinione pubblica piombinese spesso contraria al rigassificatore per una città che aspetta ancora i risultati dalla promossa uscita dalla crisi siderurgica, il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, si diceva convinto del “no alla centrale” assicurato anche dalla sua referente nazionale Meloni.

Epperò qualcosa è mutato? Nel senso che nelle ultimissime ore Giorgia Meloni ha reso noto qualcosa di diverso.

Nonostante la lettura dello stesso primo cittadino piombinese. Ferrari intanto si era affrettato a rilanciare: “Considero la dichiarazione di Giorgia Meloni – ha postato sul suo profilo fb il sindaco già da ieri – importante per la nostra comunità. Sentire da un leader di partito, per di più in odore di responsabilità di Governo del Paese, che è disponibile senza che si allunghino i tempi a prendere in considerazione altre sedi per il rigassificatore, apre uno spiraglio in questa vicenda. La Meloni sottolinea correttamente come Piombino abbia già dato e dimostra una sensibilità verso la comunità senza nulla togliere agli interessi dell’Italia che deve superare la dipendenza energetica dalla Russia quanto prima. In questa vicenda è stata saltata una fase fondamentale: il Governo non ha mai dimostrato su quali basi tecniche abbia preferito Piombino e scartato altre possibilità. Infatti, su nostra esplicita richiesta, il ministero non ci ha fornito nessuna istruttoria, nessuna documentazione a riguardo. Pur consapevole dell’emergenza energetica del Paese, il Comune è chiamato a tutelare la propria comunità anche e soprattutto sotto un profilo di incolumità. È per questo che vogliamo presidiare attivamente il procedimento amministrativo con una task force di legali e di tecnici di alto profilo e grande esperienza. La sicurezza dei piombinesi non può essere certo messa in discussione per nessun motivo. Né oggi, né mai“.

Ma tornando al concetto che sull’argomento generale ci sono cose sicure e cose più che sicure, specie durante il periodo di campagna elettorale.

Allora l’editore e scrittore Gordiano Lupi, che da settimane se non mesi scende in piazza contro il rigassificatore insieme sempre a migliaia di altre persone, ha sottolineato un dettaglio attraverso un commento: “Mi scusi, Ferrari, lei ha capovolto pari pari il senso di quello che ha detto la signora Meloni. Parole precise: I rigassificatori vanno fatti, spero che non venga fatto quello di  Piombino, perché quella città ha già dato molto. In ogni caso, se proprio non potremo evitare di farlo, visto che ne abbiamo bisogno, dovremo optare per posizionarlo a Piombino“.

Riascoltando le parole di Meloni d’altronde, il rivelamento di Lupi ottiene la certificazione.          

Nunzio Festa

 

Foto di copertina: Nautica Report.it

 

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Nato a Matera, ha vissuto in Lucania, a Pomarico, poi in Lunigiana e Liguria, adesso vive in Romagna. Giornalista, poeta, scrittore. Collabora con LiguriaDay, L'Eco della Lunigiana, Città della Spezia, La Voce Apuana e d'altri spazi cartacei e telematici, tra i quali Books and other sorrows di Francesca Mazzucato, RadioA, RadioPoetanza e il Bollettino del Centro Lunigianese di Studi Danteschi; tra le altre cose, ha pubblicato articoli, poesie e racconti su diverse giornali, riviste e in varie antologie fra le quali: Focus-In, Liberazione, Mondo Basilicata, Civiltà Appennino, Il Quotidiano del Sud, Il Resto. Per i Quaderni del Bardo ha pubblicato “Matera dei margini. Capitale Europea della Cultura 2019” e “Lucania senza santi. Poesia e narrativa dalla Basilicata”, oltre agli e-book su Scotellaro, Infantino e Mazzarone e sulle origini lucane di Lucio Antonio Vivaldi; più la raccolta poetica “Spariamo ai mandanti”, contenenti note di lettura d'Alessandra Peluso, Giovanna Giolla e Daìta Martinez e la raccolta poetica “Anatomia dello strazzo. D'inciampi e altri sospiri”, prefazione di Francesco Forlani, postfazione di Gisella Blanco e nota di Chiara Evangelista. Ha dato alle stampe per Historica Edizioni “Matera. Vite scavate nella roccia” e “Matera Capitale. Vite scavate nella roccia”; come il saggio pubblicato prima per Malatempora e poi per Terra d'Ulivi “Basilicata. Lucania: terra dei boschi bruciati. Guida critica.”. Più i romanzi brevi, per esempio, “Farina di sole” (Senzapatria) e “Frutta, verdura e anime bollite” (Besa), con prefazione di Marino Magliani e “Il crepuscolo degli idioti (Besa). Per le edizioni Il Foglio letterario, i racconti “Sempre dipingo e mi dipingo” e l'antologia poetica “Biamonti. La felicità dei margini. Dalla Lunigiana più grande del mondo”. Per Arduino Sacco Editore “L'amore ai tempi dell'alta velocità”. Per LietoColle, “Dieci brevissime apparizioni (brevi prose poetiche)”. Tra le altre cose, la poesia per Altrimedia Edizioni del libro “Quello che non vedo” (con note critiche di Franco Arminio, Plinio Perilli, Francesco Forlani, Ivan Fedeli, Giuseppe Panella e Massimo Consoli) e il saggio breve “Dalla terra di Pomarico alla Rivoluzione. Vita di Niccola Fiorentino”. Per Edizioni Efesto, “Chiarimenti della gioia”, libro di poesie con illustrazioni di Pietro Gurrado, note critiche di Gisella Blanco e Davide Pugnana. Per WritersEditor, la biografia romanzata “Le strade della lingua. Vita e mente di Nunzio Gregorio Corso”. Per le Edizioni Ensemble, il libro di poesie “L'impianto stellare dei paesi solari”, con prefazione di Gisella Blanco, postfazione di Davide Pugnana e fotografie di Maria Montano. nunziofesta81@gmail.com.

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