La scorsa sera stavo passeggiando nel cuore del centro storico. Mi trovavo precisamente nella zona della Porta dei Vacca, l’antica porta della città che fa parte delle opere di fortificazione della cinta muraria del XII secolo. Anche conosciuta con il nome di “Porta Sottana“.
Alcuni amici si erano incontrati proprio in quella zona e hanno invitato a pubblicare quella storia che ho raccontato loro proprio quella sera.
Ancora una volta, la paura dell’ignoto e la superstizione fanno capolino nei racconti tramandati dai nostri antenati.
Si dice che, proprio da questo luogo, nel periodo compreso tra la notte del Venerdì Santo e l’alba della domenica di Pasqua, passerebbe un carro fantasma per raccogliere le anime di coloro che hanno lasciato questo mondo per morte violenta e improvvisa, portandole verso la pace eterna.
Era credenza diffusa, infatti, che le anime dannate tornassero nel mondo terreno a bordo di un vecchio carro. O, peggio ancora, che venissero a rapire i vivi dopo il segnale del rintocco della mezzanotte.
Il segnale era il rintocco della mezzanotte: l’ululato dei cani e il sinistro rumore di catene e ferraglie.
Secondo la leggenda il carro, trainato da cavalli spettrali e condotto da una figura incappucciata e misteriosa, passa per i caruggi del centro storico, poi esce da Porta dei Vacca e sale per via delle Fontane, per andare a perdersi nella notte sulle alture genovesi.
Le anime perdute, raccolte da questo carro spettrale, si avviano dunque finalmente verso un destino, se non di beatitudine, almeno di quiete e di eterno riposo.
E infatti, dopo il passaggio del carro, si dice che nei caruggi aleggi per qualche momento una strana sensazione di calma.
Terminata la storia i miei amici si sono guardati intorno, poi mi hanno fissato e hanno deciso che era meglio andare a bere qualcosa insieme da qualche altra parte per scongiurare ogni rischio di essere raccolti da un carro….