Genovese, classe 1972, Elena Conforti ha esordito da poco con il suo primo romanzo Sotto vero nome per Scatole Parlanti.
L’appuntamento è in Piazza De Ferrari dove la vedo arrivare con una giacca color lime sgargiante come il suo sorriso.
Ci accomodiamo al bar di Palazzo Ducale ed incominciamo la nostra interessante chiacchierata.
Elena Conforti saluta i lettori di Liguria Today
Elena, oltre alla scrittura l’altra tua passione è la fotografia. Due modi di raccontare la realtà che ti appartengono entrambi, ma quale nasce prima? E quali le differenze tra i due?
La fotografia è una sorta di racconto, ma molto immediato. Mi è sempre piaciuto fotografare e mi piace tuttora, soprattutto mi piace fotografare per strada le persone a loro insaputa.
Ho iniziato a fotografare con la Polaroid ricevuta per la prima comunione, poi ho frequentato un corso di fotografia con lezioni al cimitero di Staglieno per fotografare le statue.
A me piace fotografare d’istinto, non amo particolarmente la tecnica.
E la scrittura quando arriva?
Ho iniziato a scrivere intorno ai vent’anni: di turismo e viaggi, soprattutto. Poi ho rallentato, ma nel 2016 ho partecipato ad un concorso fotografico Immagini e parole on line con un racconto unito alle fotografie e da qui è ripartita la voglia di raccontare.
Chi scrive considera le parole vive, un qualcosa che crea la realtà che ci circonda. Anche per te è così?
Sicuramente sì. Anche la poesia è dappertutto. Ho frequentato un bellissimo corso della Scuola Holden sulla scrittura fisica, partendo proprio dal corpo.
Si impara ad usare tutto ciò che è fisico per descrivere una scena.
Per esempio, anziché scrivere “Paolo era triste” si inizia a narrare l’intera scena in grado di evocare e rappresentare lo stato d’animo del protagonista: “Paolo camminava e si guardava la punta delle scarpe ed osservava il marciapiede con le foglie secche.” Un’esperienza davvero arricchente e stimolante.
Sotto vero nome è il tuo primo libro: come è nato e, soprattutto, perché.
Questo mio primo libro è nato durante un corso di scrittura creativa fatto nel 2016 con Officina Letteraria. Ci avevano detto di prendere fisicamente una pianta e di pensare di collocarla in un posto ben preciso.
Io l’ho collocata nel refettorio di un convento e poi ci ho scritto un racconto. Successivamente, durante il corso di scrittura autobiografica per Officina letteraria, è venuto fuori il desiderio di raccontarmi.
Sono stata in convento due, tre mesi quando avevo sedici anni, dopo un bacio ad un ragazzo.
Avevo baciato un ragazzo in discoteca durante una vacanza con mia sorella e la mattina dopo la mia famiglia è ripartita.
Mia sorella più grande ha poi raccontato l’accaduto a mia madre e due giorni dopo siamo partite per andare a svolgere degli esercizi spirituali. Una volta arrivate in convento ho poi deciso di stare lì per qualche mese.
Successivamente mia madre è venuta a riprendermi.
E’ stato naturale per me iniziare a raccontarmi partendo proprio da questa esperienza del convento.
Come hai ribadito più volte, potevi dire che Sotto vero nome non è un libro autobiografico. Invece hai deciso di esporti in prima persona: perché?
In effetti quando ho iniziato a raccontare la mia storia non avevo deciso di essere così autobiografica.
Poi mi sono resa conto che sarebbe stato veramente inutile nascondersi dietro uno pseudonimo come mi avevano suggerito.
E sono andata avanti, con coraggio, nel raccontare la mia storia e la mia esperienza di vita.
Che tipo di mamma sei per i tuoi due figli?
Sicuramente una mamma molto presente. Mi piace rapportarmi con i miei figli: li ascolto sempre e credo anche di essere una mamma molto comprensiva.
Oggi si discute molto sulle parole che definiscono le differenze e anche l’unicità di alcune persone. Qual è la tua idea in proposito?
Penso che definire ogni tipo di persona sia semplicemente assurdo.
La cosa veramente importante e basilare è che ci siano gli stessi diritti per tutti, a prescindere da etichette e catalogazioni di comodo.
Siamo una società fortemente binaria. Devo sempre spiegare perchè ho chiamato mio figlio Marco Maria. Personalmente credo sarebbe fondamentale sviluppare il lato femminile negli uomini e quello maschile nelle donne.
Tu come la pensi?
Legittimare la propria parte maschile e femminile è molto importante. Ci sono donne con una parte maschile molto sviluppata e non ci vedo nulla di strano. Io stessa, personalmente, mi sento sia madre sia padre senza alcuna difficoltà.
Dove è possibile trovare il tuo libro Sotto vero nome?
Presso tutte le librerie e on line.
La bocca della verità
Venti curiosità per conoscere ed apprezzare meglio
ELENA CONFORTI
Nome completo e soprannome
Elena Conforti Elenina
Le tue origini
Genitori di ferrara, io genova
Età
50 anni, nata il 10 marzo 1972
Studi
Liceo Classico
Professione
Scrittrice
Famiglia
I miei figli Graziano di 15 anni e Nicolò di 19 anni, il nostro gatto Grisù
Una canzone
Experience di Ludovico Einaudi
Un artista
Andy Warhol
Un film
La meglio gioventù
Un libro
Non ti muovere di Margaret Mazzantini
Una parola/frase
Raccontare
Un animale
Gatto
Un luogo
San Rocco di Camogli
Una bevanda
Caffè
Un piatto
Pizza
Un tuo pregio
Pazienza
Un tuo difetto
Troppo accondiscendente
Un desiderio
Vivere con leggerezza
Un rimpianto
Aver lasciato il mio lavoro di giornalista
Il tuo prossimo progetto
Un corso di teatro
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