Frida, all’anagrafe Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón è nata il 6 luglio 1907 a Delegazione Coyoacán, dove è morta il 13 luglio 1954.
Non sto più nella pelle. E’ da così tanto tempo che desidero incontrare Frida!
L’impresa, però, si è rivelata fin dal principio più ardua del previsto. Frida è una donna molto impegnata, deve stare dietro al fuoco della sua arte che non l’abbandona mai e mi ha rimandato l’incontro già tre volte.
Ricordo ancora il primo messaggio. “Frida buongiorno, sono Rosella Schiesaro di Liguria.Today, avrei davvero molto piacere di incontrarti per una bella chiacchierata. Che cosa ne pensi? Ci riusciamo?”
“Che piacere Rosella! Certo che ci riusciamo. Ho proprio un forte desiderio di raccontarti le mie ultime novità, compreso un progetto che mi sta particolarmente a cuore.”
“Perfetto Frida, potrebbe andarti bene domani pomeriggio alle quattro in Piazza Sisto?”
“Ci sarò. A domani.”
Confesso che ho impiegato un po’ di tempo per riprendermi dall’emozione. Eh sì perché incontrare Frida non è cosa da tutti i giorni. Molti la vedono in giro, oppure in casa mentre dipinge, ma avere la possibilità di un dialogo fuori dalle scadenze promozionali delle sue mostre, di questi tempi è davvero una gran bella botta di fortuna.
Corro a casa a prepararmi: conosco abbastanza bene Frida, ma raccontarvi con precisione e senza inutili prolissità il suo percorso artistico ed umano richiede un po’ di organizzazione.
Frida è una grande artista e su questo non ci sono dubbi. Ma è anche molto più di questo, soprattutto per il pubblico femminile.
Frida è a tutti gli effetti un simbolo dell’odierno femminismo.
Paladina della libertà individuale, vive la sua storia d’amore con Diego Rivera in modo anticonvenzionale.
Anche la sua immagine non si piega ai dettami dell’odierna estetica. Le sue sopracciglia folte e mascoline sono uno schiaffo alla moda del microblading imposto e stravisto su qualsiasi sfilata di moda.
Frida è l’emblema della donna libera e controcorrente che decide ogni giorno di non sottostare alle convenzioni sociali.
Sono emozionata come una bambina, bevo un caffè al tavolino del bar in attesa di vederla arrivare.
Eccola: vestito turchese, le immancabili sopracciglia nere come i capelli raccolti e poi la bocca, quella bocca con quel rossetto rosso.
“Che onore Frida! Grazie di cuore per quest’incontro. Sapessi quanto sono contenta!”
“Grazie a te, Rosella. E’ sempre un piacere poter avere un confronto costruttivo e stimolante con un’altra donna.”
Bene, allora cominciamo. Frida, quando hai sentito per la prima volta il fuoco per l’arte?
Direi che non c’è stato un momento preciso perché la passione per la pittura e per l’arte fanno parte di me, non è un qualcosa che si è manifestato ad una certa età piuttosto che ad un’altra. Ho iniziato a dipingere giovanissima, a sette anni, e da allora non ho più smesso.
Niente ti ha fermato, né la diagnosi di spina bifida né l’incidente.
Non sono malata. Sono rotta, ma sono felice, fintanto che potrò dipingere. Anzi. Il mio fuoco e la mia tensione morale non sono mai venuti meno. I miei genitori mi hanno regalato uno splendido letto a baldacchino con uno specchio sul soffitto: posso mirarmi e rimirarmi e, soprattutto, grazie a questo percorso di auto osservazione ho iniziato a creare la mia serie di autoritratti.
Frida, sei consapevole di essere un modello per le altre donne? Che cosa pensi di poter rappresentare per loro?
Me lo auguro di cuore di poter essere un modello per le altre donne, soprattutto per tutte le donne forti per necessità.
Penso di rappresentare in primis la libertà, la libertà mentale.
Ho sempre vissuto senza badare troppo agli altri e, soprattutto, ho sempre cercato di non dover rispondere alle aspettative sociali. Questo mio modus pensandi si riflette, ovviamente, anche sulla mia immagine.
A me non interessano i dettami della moda. Io sono la moda.
Al diavolo certi condizionamenti estetici. Prendi le mie sopracciglia, di sicuro non sono fashionably correct, ma sono le mie. Mi appartengono e io le amo profondamente. Così come i miei baffetti, o le mie ascelle non depilate. Chi può decidere al di fuori di me stessa se sto meglio con o senza? Sempre e soltanto io.
Sei stata spesso accusata di avere una vita sentimentale disordinata e al di fuori di qualsiasi regola.
Le accuse degli altri non mi scalfiscono perché non mi riguardano. Come per le sopracciglia ed i baffetti chi sono gli altri per prendersi la briga di giudicare le mie scelte in campo sentimentale?
È risaputo che Diego è il mio grande amore: presi, lasciati, ripresi, le nostre anime hanno sempre viaggiato all’unisono.
Questo non ha impedito ad entrambi di abbandonarsi a batticuori alternativi. Ho vissuto emozioni indimenticabili con donne meravigliose che mi hanno amata con ardore e sincerità. Credo di non dover rendere conto a nessuno dei miei amori, se non a me stessa e a quanti li condividono con me.
I tuoi look sono sempre molto variopinti e le tue acconciature a dir poco particolari.
Amo profondamente il colore, come si può notare anche nei miei dipinti. Adoro le gonne ampie, le camicie colorate, sciarpe e scialli. Adoro i miei capelli raccolti in trecce ed ornati da fiori molto variopinti. Aggiungo sempre collane etniche ed orecchini appariscenti. Lo ripeto, io non seguo la moda, io sono la moda.
Hai mai pensato ad un progetto esclusivamente tuo nell’ambito della moda oppure ami concentrarti solo sulla pittura?
La pittura è tutta la mia vita. Ma ultimamente ho ceduto alle lusinghe di una donna eccezionale, di un’artista che mi ha fatto una proposta alla quale non potevo dire di no.
Ovviamente ti chiedo, se possibile, di raccontare questo progetto.
Molto volentieri. Mesi fa mi ha contattata Marzia Pistacchio, la scrittrice e make up artist che peraltro già conoscevo grazie ai bellissimi ritratti fotografici che mi ha dedicato.
Mi ha chiesto di incontrarci perché le frullava per la testa un progetto su misura per me.
E poi che cosa è successo?
Siamo riuscite ad organizzare il nostro incontro.
Marzia mi ha spiegato che aveva pensato proprio a me per realizzare un rossetto!
Accidenti, il mio rosso vermiglio sulle labbra è ormai una sorta di marchio di fabbrica per me. Non rinuncio mai e poi mai alle mie labbra colorate che mi accompagnano da sempre. Come avrei potuto dirle di no?
Oltretutto per una buona causa: il rossetto sarà venduto per beneficenza e i soldi devoluti alle attività per lo sportello antiviolenza Alda Merini di Albissola Marina.
Da tempo collaboro con questa importante realtà che opera sul territorio grazie all’aiuto di volontarie appassionate. Lo sportello da molti anni offre sia ascolto alle vittime di violenza sia assistenza legale.
Immagino avrai chiesto a Marzia di realizzare un rosso Frida…
Ovviamente! Per me il rossetto è rigorosamente rosso. Marzia ha pensato ad un rosso primario no transfer. Un mat opaco con una formulazione molto morbida, ma anche molto persistente sulle labbra. Free Dames è un rossetto di chiara ispirazione vintage, con questo colore assolutamente immortale che ricorda i rossetti rossi anni ‘40 e ‘50. E’ decisamente strepitoso e profondamente mio!
A chi hai pensato per questo rossetto? A chi è dedicato?
A tutti e a nessuno. Free Dames è un rossetto dedicato a chi desidera indossarlo, uomini compresi. Il mio messaggio di libertà non si ferma alle donne. Il mio ideale è una libertà senza genere.
Auguro a chiunque lo indossi di amarlo come lo amo io e di sentirsi sempre a posto con sé stesso.
Il lancio di Free Dames è accompagnato da un video che ti vede protagonista. Com’è nato?
Mi sono affidata a Nico Amoroso di AdCommunication. Per prima cosa Nico ha ideato il nome del rossetto giocando con le parole Free che significa libertà e Fri, la prima parte del mio nome. La pronuncia è la stessa e la parola libertà si adatta perfettamente al messaggio che desideriamo trasmettere: Free Dames, donne libere.
Nel video si vede la protagonista mentre si spoglia per immergersi nella vasca da bagno in totale libertà e relax. Dopo qualche istante fuoriesco dall’acqua io, Frida. Il messaggio che con Nico abbiamo voluto trasmettere a tutte le donne è quello di sentirsi pienamente libere di essere qualsiasi cosa esse desiderino.
Ogni donna deve potersi vivere e sentire in totale libertà, sempre.
Video di Nico Amoroso AdCommunication
Quando potremo provare Free Dames?
L’iconico Free Dames – la campagna promozionale è a cura di AdCommunication e del fotografo Marco Toschi – sarà presentato domenica 3 aprile ad Albissola Marina durante la manifestazione ‘Un fiore in bocca‘ organizzata dall’amministrazione comunale. Sarà possibile acquistarlo e l’intero ricavato sarà devoluto in beneficenza allo Sportello Antiviolenza Alda Merini.
Alle 15,30 sarà inaugurata la mostra collettiva ‘Cercando Frida’. Artisti di generi diversi presenteranno le proprie opere ispirate a me e alla mia figura. Saranno esposti anche i fiori prodotti nel laboratorio di ceramica artistica del Maestro Giacomo Lusso.
Le opere saranno vendute su offerta a favore dello Sportello Antiviolenza Alda Merini e saranno introdotte da una conferenza a cura della dottoressa Monica Fiorentino sul tema “La catarsi attraverso l’arte”.
Alle 17 musica in Piazza Lam con il Concerto di Primavera a cura dell’associazione ArtIncanto con Eliana Zunino, Marta Giardina, Stefano Guazzo, Dino Cerruti, Leo Saracino, Paola Esposito, Martina Cazzola.
La Fondazione Diocesana Onlus metterà a disposizione degli ospiti intervenuti una grande tela bianca dove poter lasciare un messaggio ed un’impressione della giornata trascorsa insieme.
Vi aspetto domenica! E ricordate: Feel Free!
Sportello Antiviolenza Alda Merini ODV
Corso Bigliati, 120 – Albissola Marina
Riceve su appuntamento telefonico tutti i giovedì dalle 9 alle 20
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