Dal basso di una serranda, un poco di luce illumina i movimenti dei librai, i quali aprono e chiudono i negozi, alle albe e ai tramonti. Così, mentre il mondo corre o dorme, loro, gli esperti di libri e notizie, sono a lavoro per disporre per tutti la cultura.
Di notizie, ne hanno davvero molte, e come case dove distribuirle, le librerie e le edicole rappresentano, a oggi, il luogo più importante della nazione italiana: un posto magico per i bambini, misterioso per i ragazzi e fascinoso per i maturi.
Con l’avvento di Internet, non si è spezzato il magico incanto della cultura.
L’editoria italiana e mondiale continua a vivere e a offrirci nuovi capolavori, mentre il commercio di libri e giornali non è mai finito, bensì si è adattato alle esigenze di un mercato cambiato.
Per ripercorrere le tappe di una storia di editoria e oggetti rappresentativi, bisognerebbe immaginare il nostro paese, rispetto a molti anni fa.
Eravamo, dopo le ultime grandi guerre, persone sopravvissute, affamate ed entusiaste di imprese. Le nostre famiglie hanno intrapreso, fondato e costruito grandi attività, tra cui le edicole e le librerie.
Con un inizio molto promettente e uno sviluppo altrettanto incrementale, malgrado un arresto di andamento negli gli ultimi vent’anni, al momento presente assistiamo a una grande e nuova sfida: lo sviluppo dell’editoria digitale.
Per quanto le statistiche ci facciano dubitare molto poco sul futuro dei libri fisici, che esisterebbero comunque e parallelamente all’ancora basso indice di vendita degli e-book, non sembra essere lo stesso per i quotidiani cartacei, sempre meno acquistati per rapporto alla popolazione nazionale, i quali sono sempre più letti nelle loro versioni digitali.
Il mercato della cultura è imbattibile, fino a che esisteranno le persone curiose.
Sarebbe però trasformato nei mezzi di fruizione, per i grandi numeri della popolazione mondiale, per cui si tenderebbe probabilmente a leggere più velocemente e con meno calma; a privilegiare le informazioni veloci, a discapito dei lunghi racconti; a scegliere più facilmente testi brevi, rispetto a grandi libri.
Sentiamo il bisogno di notizie. Le cerchiamo, come si cercano nuovi tesori, per accompagnare le giornate.
Così, come un tesoro, possiamo tutti dare valore a qualcosa, rispetto al suo posto nel panorama quotidiano, senza il bisogno di esagerarne gli aspetti con le nostre impulsività, le quali rischiano di condurci a esasperare qualsiasi cosa, qualsiasi notizia, per la sensazione comune di solitudine e la volontà di essere ascoltati.
Ogni lettore è anche un messaggero di cultura e, come tale, accompagna, volente o nolente, ogni altra persona verso la riscoperta della bellezza dell’arte culturale.
Con la più profonda e attenta osservazione, conduce per mano ogni altro fruitore verso l’autentica bellezza della cultura umana.
Una cultura etica può costruirsi, con l’intervento della curiosità.
Possiamo essere curiosi, un poco di più, ogni momento, per potere apprezzare il bello delle notizie; darne il giusto peso e la leggerezza della scoperta. Siamo osservatori di cose rare e preziose, nel loro contesto.
Come le perle sul fondo del mare, o i fiori della montagna, siamo noi stessi i nostri migliori compagni e maestri: possiamo fidarci del nostro gusto, dei nostri consapevoli desideri, nel dare valore alle cose.
Possiamo lasciarci la briga di leggere di più, per evitare di farci assalire dal disagio personale rispetto alle opinioni degli altri.
Perché solo costruendo la propria intelligenza si può vivere meglio e lontano dalle presunte preoccupazioni e dalle false informazioni; solo con la propria coscienza si possono fare i conti.
Con la cultura, possiamo essere solidali, perché coltivarla abbatte la paura del diverso, del cambiamento e della vita. Abbiamo bisogno di leggere, per pensare meglio e per vivere con gli altri.
Possiamo dare valore alle notizie e alla cultura etica, liberandole dalle critiche e farci accompagnare dalla forza della solidarietà, perché il nostro è un mondo umano.