L’asso calato da Draghi su Genova è un “carico” che il sindaco Bucci non vuole sprecare. Per questo ha tuonato:
“Parliamoci chiaro, signori, abbiamo 6 miliardi da spendere nei prossimi anni. Dobbiamo preparare la città per le prossime generazioni. C’è spazio per tutti, per chi vuole lavorare e costruire. Non per chi vuole mettere a rischio questo obiettivo con liti politiche e patetiche”.
Avere a disposizione un simile portafoglio mette a nudo le responsabilità delle forze politiche e amministrative. Non si può e non si deve rischiare un impasse o addirittura un fallimento. Per questo le parole del sindaco sono un monito anche per i suoi alleati. In un frangente come questo, Bucci teme le attuali dinamiche del centrodestra, e così avvisa chiaramente che non vuole ostacoli nemmeno sull’allargamento della maggioranza.
Le parole di Bucci sono risultato e conseguenza della visita di Mario Draghi, col quale si è trovato in sintonia sul “modello Genova” sia come capacità di rinascita sia come potenzialità in fieri quale investimento non solo per l’Italia ma anche per il Sud Europa. Ma ciò che sprona l’attuale sindaco è l’ambizione condivisa col governo di trasformare Genova nel polo logistico per persone merci e dati più importante del Mediterraneo.
Secondo Bucci, alla cifra di 6 miliardi e 38 milioni si arriva mettendo insieme il finanziamento del Pnrr, i fondi complementar del governo, e gli altri canali di finanziamento. Tale cifra sarebbe così suddivisa
470 milioni per il trasporto pubblico
400 milioni per lo Skymetro in Valbisagno
200 milioni per il people mover di Erzelli
650 milioni per il nuovo bacino Fincantieri
750 milioni per il tunnel subportuale
950 milioni per la nuova diga foranea
137 per i progetti di riqualificazione
140 milioni per riqualificare Sampierdarena
180 milioni per il Cerchio rosso della Valpolcevera
300 milioni per la rivoluzione verde del Ministero della Transizione ecologica
E anche se non tutte sono già state finanziate, Bucci si dice ottimista sul fatto che abbiano buone probabilità di riuscita. L’importante è che il centrodestra sia forte e coeso.