proteste Porto di Genova

Dal fantomatico piano B ai cartelli rimossi, il balletto dei depositi chimici prosegue in Tribunale.

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Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Autorità di sistema portuale lo ha ribadito chiaramente

“Per i depositi chimici non esiste un piano B. Nel porto di Genova non c’è un’alternativa a Ponte Somalia per Carmagnani e Superba. E se non esiste l’opzione zero, l’ipocrisia non fa bene a nessuno. Bisogna trovare un luogo dove spostare i i depositi chimici, e se quel luogo è il porto c’è solo Ponte Somalia. Negli ultimi tre anni abbiamo setacciato tutte le possibilità individuando un numero di aree dove non possono essere spostati, anche se qualcuno propone ogni tanto zone non idonee”.

Le zone a cui fa riferimento Signorini sono Calata Canzio, la diga, le zone limitrofe al Polcevera, il Porto Petroli, Tutte soluzioni non praticabili per svariati motivi quali dislivelli ferroviari, interferenze con l’aeroporto l’aeroporto.

Intanto l’istruttoria avviata dal porto su Ponte Somalia procede, in attesa della conferenza in cui interverranno anche Vigili del fuoco, Capitaneria e Enac.

Un altro nodo da sciogliere è legato al terminal San Giorgio, infatti Grimaldi si è appellato al governo parlando di Ponte Somalia come di “scelta scellerata”, ma Signorini lo ha assicurato la continuità operativa attuale del terminal.

I depositi chimici però sono soltanto uno dei temi da affrontare da ADSP, che è impegnata tra l’altro con le 29 opere del nuovo Piano regolatore portuale per il quale ha deciso di affidare una serie di studi specialistici proprio a partire da energia e chimica.

Nel frattempo, un gruppo di abitanti di Sampierdarena e il terminalista Costa hanno notificato due ricorsi contro il trasferimento dei depositi a chimici a Ponte Somalia, rimettendosi quindi al Tar. Mentre divampa la polemica sui cartelli disegnati dai bambini e rimossi durante la visita di Draghi.

Una rimozione che è finita dritta in Parlamento, poiché la Digos li ha fatti togliere dai Giardini Pavanello in Via Reti prima che il premier raggiungesse la Radura della memoria. Impedendo così a mamme e bambini di protestare civilmente contro le spostamento dei depositi a pochi metri dalle loro case. Ma secondo le testimonianze delle madri, la Digos le ha anche trattenute coi figli dentro i Giardini durante il passaggio delle “auto blu” di Draghi

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