Ethereum
Una blockchain

Criptostorie: viaggio nella Finanza 3.0. La blockchain pt.2

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Cosa spinge a investire in un settore relativamente nuovo e considerato dalla massa poco sicuro?

Le motivazioni sono molteplici: guadagnare velocemente, seguire il trend del momento, sperare di diventare milionari. Punti di vista rispettabili ma discutibili.

Ciò che qualche anno fa ha spinto me verso questo mondo è il potenziale della tecnologia pulsante dietro le monete digitali.

Siamo ancora agli inizi dello sviluppo di un sistema finanziario che tra qualche anno sarà parte integrante del nostro quotidiano.

Non ci chiediamo cosa accade quando utilizziamo servizi di pagamento come Google Pay o Apple Pay; sappiamo che funzionano, sono affidabili, ciò che accade dietro le quinte passa in secondo piano.

Ecco, un giorno avremo sul nostro smartphone delle app di pagamento che avranno lo stesso funzionamento degli applicativi sopra menzionati ma basati sulla tecnologia della blockchain.

Abbiamo già accennato alcuni dei punti di forza della blockchain, tra tutti l’immutabilità. Cerchiamo di capire come viene raggiunta:

all’interno dei blocchi sono immagazzinate delle transazioni.

La grandezza dei blocchi dipende dal numero di transazioni registrate dal blocco e dalla dimensione stessa delle transazioni. Su ogni blocco della catena sono presenti determinate informazioni come la data esatta dell’ultima transazione (timestamp). Tuttavia la magia della blockchain gira intorno a delle stringhe binarie e a quei pezzetti di informazioni che ho menzionato la volta scorsa, gli hash.

Cos’è un hash?

Illustrazione semplificata delle informazioni presenti nei blocchi.

 

«Nel linguaggio matematico e informatico, l’hash è una funzione non invertibile che mappa una stringa di lunghezza arbitraria in una stringa di lunghezza predefinita. Esistono numerosi algoritmi che realizzano funzioni hash con particolari proprietà che dipendono dall’applicazione»

Alcune di queste informazioni (bits e nonce) sono delle stringhe binarie che servono per validare il blocco nella catena.

Tutti i computer (nodi validatori) connessi alla blockchain hanno il compito di risolvere complessi calcoli attraverso l’utilizzo di algoritmi. Il primo nodo che risolve l’enigma, trasmette i dati alla rete, il blocco viene accettato e chiuso e la catena inizia a lavorare al blocco successivo.

Gli hash sono quindi il cuore del blocco e, «come un’impronta digitale», identificano univocamente il blocco stesso.

È un argomento affascinante e complesso e consiglio, a tutti coloro che desiderano approfondire il lato tecnico, di consultare questo portale.

Noi ci vediamo la prossima volta, dove affronteremo gli ultimi concetti chiave della blockchain prima di inoltrarci nell’esplorazione delle criptovalute.

 

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Info Davide Serranò

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Consulente filosofico, cripto-investitore e musicista. Appassionato di Informatica, ha intrapreso la carriera di Data Analyst.

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