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Tre giorni fa, durante la discesa del super-G di Cortina, Sofia Goggia è caduta subendo un trauma distorsivo al ginocchio sinistro, con una lesione parziale del legamento crociato già operato nel 2013, una piccola frattura al perone e una sofferenza muscolo tendinea.
Così cita il responso di risonanza magnetica e TAC effettuate nella clinica La Madonnina di Milano dalla Commissione Medica FISI.
Naturalmente Sofia Goggia ha già iniziato il lavoro riabilitativo con la speranza di partecipare alle Olimpiadi invernali di Pechino che iniziano il prossimo 15 febbraio.
Sfruttando per il recupero anche i giorni in più di un calendario olimpico favorevole, dato che la sua discesa è prevista nella seconda settimana dei Giochi.
Le sue parole dopo gli esami medici sono state:
“Mi dispiace, è uno stop che non ci voleva in un momento così importante della stagione, ma già dalle prossime ore comincerò la fisioterapia per cercare di difendere il titolo olimpico nella disciplina che più amo“.
La caduta di Sofia a Cortina è stata molto brutta, considerando anche la torsione innaturale delle gambe.
Il medico che l’ha operata, il Professor Andrea Panzeri, ha affermato:
“Il trauma è importante, il ginocchio operato ne ha risentito, ci attacchiamo alle speranze e alla forza di Sofia, ai recuperi che è abituata a fare“.
A questo auspicio del medico, con parole come forza e recuperi quali attributi della campionessa di sci, ha fatto da controcanto una frase della stessa Goggia:
“Se questo è il piano che Dio ha pensato per me, altro non posso fare che spalancare le braccia, accoglierlo e abbracciarlo. E andare avanti“.
Parole che fanno venire in mente quelle del libro di Giobbe:
“Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare il male?“.
Nel senso che è certamente grande conforto ricordare i benefici del Creatore mentre si sopportano le avversità. Ma al di là dei riferimenti biblici, ciò che meraviglia è lo stupore con cui sono state accolte le parole di Sofia Goggia definite “lontane dal pensiero comune” in un paese che continua a definirsi cattolico.
Come se il “Nondimeno bevvi” del Salvatore, inteso come accettazione della volontà di Dio anche quando non ci piace, fosse ormai uno slogan campato in aria.
A noi invece piace pensare alle parole di Sofia Goggia come all’accettazione di ciò che la vita ci riserva senza piangersi addosso, e auguriamo alla campionessa di sci una velocissima guarigione, così che possa difendere e magari abbracciare di nuovo il titolo Olimpico, Dio piacendo.
