Possibile che non esistesse ancora un libro sul festival?
Non che ne sentissimo il bisogno in maniera spasmodica, però mi ha stupito che mancasse questo tassello nell’editoria celebrativa italiana.
Gli appassionati di Sanremo potranno mettere le mani sul primo libro ufficiale dedicato alla kermesse: “Sanremo il Festival“.
La pubblicazione a cura di Nico Donvito è disponibile in tutti i digital store dal 25 gennaio e si tratta di una bibbia dedicata alla competizione canora con una prefazione firmata da Amadeus, direttore artistico di Sanremo 2022.
«Ho riflettuto su quanto sia cambiato il Festival negli anni e su quanto, per certi versi, sia rimasto socialmente uguale e irrimediabilmente fedele a se stesso. Dalla ricostruzione post bellica alla ricostruzione post-Covid, per intenderci» ci informa l’autore Nico Donvito.
Da questi spunti ho quattro riflessioni da proporre per la nuova edizione che mi spingono a cercare di non guardare il festival:
- Emma e Francesca Michielin canteranno “Baby One More Time” come novelle Britney Spears versione Ariston 2022. Perché? Dopo la pandemia non sono pronto anche a questo, potrebbe essere una delle cose più brutte della storia del festival: “Vivo solo per questo momento: ci vediamo a Sanremo baby” ha scritto su Instagram Emma Marrone. Non credo di essere pronto baby.
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Amadeus lo annuncia come “Festival della leggerezza e del sentimento, festival che faccia ballare” con 25 cantanti che portano testi per lo più d’amore o destinati a essere ricordati più per il ritmo che per le parole. L’esatto contrario delle mie ambizioni. Grande assente non tanto la pandemia che potrebbe avere stancato, ma il mondo vero, con un’unica eccezione mi sembra: La Rappresentante di Lista con una scrittura vicina a una danza sulla fine del pianeta tra vertigine sociale e voglia di fare festa. Troppo poco sulla carta?
3.La scenografia non mi entusiasma. Una sintesi tra le scenografie dei due Festival precedenti, il disegno ricorda un’astronave come quella della passata edizione. E’ stata costruita a Roma per poi essere smontata e rimontata a Sanremo come un gigantesco puzzle tridimensionale. “Abbiamo voluto, con queste forme, esprimere anche la speranza che quell’astronave disegnata lo scorso anno sia finalmente giunta in un luogo dal quale ripartire tutti” hanno fatto sapere Gaetano e Maria Chiara Castelli. Non ho capito il riferimento, mi sembra una bella opera ingegneristica ma con poche idee.
- Le co-conduttrici, altrimenti dette vallette, ma in tempi di politically correct si può mentire a cuor leggero. Insieme ad Amadeus ci saranno quattro attrici: Ornella Muti e Sabrina Ferilli ad aprire e chiudere le serate dall’1 al 5 febbraio e in mezzo due giovani lanciate da serie tv che non ho visto (è un problema mio intendiamoci) Lorena Cesarini e Maria Chiara Giannetta. Nessuna emozione in questi nomi, al contrario di Drusilla Foer che poi è Gianluca Gori o “un’anziana soubrette che ama prestarsi a cause sociali”.
Drusilla e Achille Lauro sono le mie speranze, le spine nel fianco della coscienza che anche quest’anno, in barba a tutti i propositi, mi faranno vedere il festival con il taccuino in mano ogni sera.
Foto di copertina: MyGlam.it