«Purtroppo, è dimostrato che i nostri timori non erano e non sono infondati. L’Europa ha ordinato di utilizzare la riforma catastale per trovare le risorse necessarie a compensare la riduzione del corso del lavoro. La proprietà immobiliare è il vitello grasso (ma in realtà sempre più magro) da sacrificare, che considera i proprietari di casa ricchi polli da spennare. Genova sarà una delle città più stangate.»
Questa la dichiarazione, senza molti giri di parole, del Presidente di Ape Confedilizia Genova Vincenzo Nasini intervenuto su quella che potrebbe diventare una nuova stangata per tutti coloro che sono proprietari di immobili.
Nasini ricorda anche che la «Commissione Finanze della Camera si è soffermata a discutere a lungo su un articolo che non avrebbe dovuto essere contenuto nella riforma fiscale, in seguito all’accordo raggiunto il 30 giugno nella stessa Commissione e nella sua omologa del Senato. Il problema è che l’incremento dell’imposizione immobiliare è l’obiettivo dichiarato della revisione del catasto, come può leggersi nella relazione del Ministero dell’economia e delle finanze che accompagna il testo governativo. Un testo, peraltro, che è irricevibile anche nel merito, sia per la sua estrema (e quindi pericolosa) genericità, sia per la sua connotazione fortemente patrimoniale. Il Governo ha messo nero su bianco che la revisione che propone ha il preciso scopo di predisporre un ulteriore aumento della già smodata tassazione sugli immobili.»
«Genova sarebbe una delle città maggiormente interessate dall’incremento fiscale» – dice ancora Nasini.
«La “Analisi Tecnico-Normativa” del Ministero dell’economia e delle finanze, che accompagna il testo del disegno di legge, evidenzia infatti che la revisione “è coerente” con le raccomandazioni della Commissione europea che chiedono all’Italia di “compensare” la riduzione della tassazione sul lavoro con “una riforma dei valori catastali.»