Così il poeta Vincenzo Cardarelli, che ligure non era ma la Liguria amava.
A essere pignuoli, politicamente la città di Mentone non è Liguria ma Francia e non è mai stata governata dalla Repubblica di San Giorgio bensì dai Principi di Monaco. Anche se culturalmente – per struttura urbana, cognomi, architettura – è roba nostra, anche se il dialetto mentonasco è fifty-fifty ligure e occitano (a differenza dei suoi vicini di casa, il ventimigliese e il monegasco, che invece sono del tutto liguri).
Fattostà che “Le cimetière du Vieux Château”, il Cimitero del Vecchio Castello, in cima alla collina su cui si arrampica la città vecchia di Mentone e dove ebbe sede il castello feudale, è a mio parere uno dei più suggestivi, eleganti e malinconicamente allegri cimiteri di Liguria, sicuramente aperto ai venti, su tutti i lati della Rosa, anche se l’essere in cima a una collina gli tiene lontane le onde.
Ora che le restrizioni di viaggio causa Covid sono state (definitivamente?) abolite (e gli unici controlli della Gendarmerie alla frontiera riguardano gli eventuali migranti nascosti nei bagagliai delle auto) è facile arrivare a Mentone.
E lo è altrettanto salire lungo i colorati caruggi della Vieille Ville sino al cimitero, che per stile architettonico e scultoreo delle sue tombe dimostra la stretta parentela – se pur in piccolo – con il genovese Staglieno e con gli altri cimiteri monumentali liguri, Lavagna, Sanremo, Chiavari…
L’occhio interessato alle arti figurative ammirerà le statue e i ghirigori delle cappelle familiari, tra simbolismo, classicismo, neogotico, razionalismo, tipiche di quelle importanti fasi figurative-architettoniche dei primi decenni del XX secolo.
L’amante dei panorami naturali si riempirà gli occhi (specie in quelle limpidissime luminosissime giornate invernali così frequenti nella Riviera dei Fiori e in Costa Azzurra) con il rosso dei tetti della città lì sotto, il blu del mare e il bianco delle vele che lo solcano, il verde roccioso delle ripide colline che proteggono Mentone dai freddi venti del nord, spaziando lo sguardo tra il Capo Sant’Ampelio di Bordighera a levante e il Cap Martin a ponente.
Chi si diletta con le parole scritte potrà andare in cerca dei tanti cognomi italiani presenti sulle lapidi (Rovaletti, Molinari, Bensa, Fornari, Littardi…). Insieme a quelli di nobili e intellettuali polacchi, russi, inglesi e tedeschi che hanno concluso la loro esistenza sotto il sole della Riviera.
Per poi leggere le terrecotte che riportano i versi poetici di Marcel Firpo (1878-1973), gloria e celebrità mentonasca. Versi non difficili da capire per i liguri ma dove talvolta si trovano vocaboli che richiedono una certa attenzione per essere compresi.
Last but not least, il Cimitero è al capolinea meridionale di un lungo interessante percorso escursionistico, la G
Traversée du Mercantour, 220 km da percorrere in 17 tappe tra i monti dell’alto bacino del fiume Var.
Ma non è roba da ospiti del Vieux Chateau, bisogna essere ben vivi per percorrerla!!