Tutto ha inizio nel 2010 in un paese delle Langhe Cuneesi, Clavesana, come un progetto tra amici e vicini di casa.
Un’idea bizzarra del designer americano Chris Bangle insieme alla moglie Catherine, cittadini di Clavesana dal 2009: costruire una panchina di dimensioni esagerate, una panchina “per giganti”, su un terreno del paese come installazione affacciata sul paesaggio e accessibile ai visitatori.
Secondo Bangle, il cambio di prospettiva dato dalle dimensioni della panchina fa sentire chi vi siede come un bambino, capace di meravigliarsi della bellezza del paesaggio con uno sguardo nuovo.
Persone che difficilmente avrebbero immaginato di guardare un giorno le montagne e i vigneti italiani seduti su un pezzo di arredamento da esterni fuori scala.
Sedendosi sulle panchine si vive un’esperienza intensa da condividere con gli altri. Le panchine sono fatte per rilassarsi e sono larghe abbastanza da accogliere uno o più amici. Sedersi è un gesto sociale piacevole.
Ed è “una grande lezione nell’utilizzo dell’innovazione contestuale. Siamo così ossessionati dallo scoprire cose sempre nuove che spesso ci neghiamo l’interessante esperienza di sperimentare cose ben conosciute ma in un contesto diverso“.
L’idea ha avuto un successo immenso, tanto che ormai ce ne sono circa 180 sparse su crinali e colline panoramiche del Piemonte e di molte altre regioni italiane.
Dalle panchine è nato poi un progetto di comunità, il Big Bench Community Project (BBCP), un’iniziativa no profit che intende sostenere le comunità locali, il turismo e le eccellenze artigiane dei paesi in cui si trovano queste installazioni fuori scala.
Uno dei sogni di Chris Bangle è quella di vedere un giorno una “Panchina della Pace” in un’area travagliata del mondo “dove la possibilità di sedersi, guardare le cose da una prospettiva più fresca e sentirsi di nuovo come un bambino è disperatamente necessaria“.
Tutto questo e molto altro, comprese le informazioni necessarie per costruire una panchina gigante ed entrare “nel giro”, si trova nel sito www.bigbenchcommunityproject.org.
In Liguria attualmente ci sono sei panchine giganti, quattro nell’entroterra di Genova, due nell’entroterra di Savona.
Oggi andiamo a sederci sulle tre che stanno a ponente di Genova: la panchinona di Rossiglione, quella di Roccavignale (la prima a essere costruita in Liguria) e quella di Mioglia (la più recente, quasi una neonata che è frutto di un’iniziativa autonoma, non fa parte del BBCP, ma è bella lo stesso….)
La panchina blu di Rossiglione (l’avevo già citata in un articolo precedente sulla Valle Stura) sta proprio sul confine regionale col Piemonte lungo la tortuosa strada provinciale che da Rossiglione raggiunge Costa di Ovada e scende a Ovada.
Bella, la strada che corre tra boschetti e allevamenti di mucche, ma per gustarsela bisogna avere tempo e pazienza.
La panchinona aspetta i passanti proprio sul crinale, rivolta vero sud, affacciata su un panorama di colline e di alberi.
Anche quella di Roccavignale, ultimo comune ligure per chi va da Savona verso Torino seguendo il percorso della A6, è blu e la si raggiunge percorrendo una strada secondaria. In questo caso si tratta della ex-statale 28 bis.
Vasto il panorama: ci sono le borgate di Roccavignale subito lì sotto, il bel borgo di Millesimo poco lontano e sullo sfondo, se l’aria è limpida, appare tutto l’Appennino Savonese dal Beigua al Carmo di Loano.
A poche centinaia di metri dalla panchina, in posizione però ahimè non visibile dalla strada, una Sedia Rossa , frutto dello spirito di iniziativa locale, si affaccia sui vigneti di una giovane azienda vitivinicola.
La panchina di Mioglia è rossa.
Rossa e nascosta in un boschetto, ci sono eccellenti segnali (in legno, graziosi, naturalmente rossi) che dal centro del paese conducono sino a dove è opportuno lasciare l’automobile.
Dopodiché si procede a piedi su una sterrata per una ventina di minuti, e improvvisamente una grande macchia rossa appare nel verde degli alberi.
Un sito silenzioso e sereno da cui osservare il paese e le colline di questo lembo di Langhe Savonesi.
Sullo schienale della panchina si legge una saggia esortazione “Da qualche parte del tuo percorso non dimenticarti di fermarti e ammirare il PANORAMA“.
Tutte e tre le panchine giganti in Liguria sono sistemate il luoghi silenziosi e tranquilli.
Piacevoli sia se si è in gruppo sia se si è da soli. Luoghi che invitano sia a socializzare con gli amici sia a farsi tutt’uno con la natura e immergersi in una pace silenziosa sempre troppo difficile da trovare nelle giornate “normali” di città.
Come sta inciso sulla panchina di Roccavignale, dove dentro un cuore trafitto da una freccia si legge “Che il riposo doni nuove forze ed idee…”