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E questo cuore non mente: recensione del libro della cantante Levante

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Tempo di lettura: 2 minuti

Quando scopro l’uscita del nuovo libro di Levante mi fiondo a pesce senza nemmeno leggere la trama. Dovete sapere che ho una predilezione per questa artista, la seguo dagli esordi ed ho visto più di un suo concerto -trascinandoci perfino marito e suocera-. Di Levante oltre al grande talento amo la capacità di crederci sempre: rischiando, cadendo e nonostante tutto riuscendo a rinascere, per poi riversare tutti i sentimenti in flussi di coscienza sul pentagramma.
Lo dico sempre, se potessi scegliere, in un’altra vita vorrei essere Claudia Lagona in arte Levante.

E questo cuore non mente LiguriaToday LevanteLa protagonista è Anita, una giovane donna come tante, redattrice di una rivista di moda con una carriera molto ben avviata. Infelice della sua vita coniugale, lascia Jacopo dopo una serie di scelte infelici che la portano a ferire non solo gli altri ma anche sé stessa. Perennemente inquieta, indecisa ma determinata, spesso egoista e ingorda, ma certamente insicura e anche autolesionista, Anita mostra attraverso le pagine mille versioni di sé stessa -le sue mille me, come le descrive lei-.

Il punto di rottura per Anita arriva con la consapevolezza di aver sbagliato tutto con il marito. La frana che subito dopo si abbatte sul suo matrimonio è tanto rovinosa da gettarla direttamente in un dirupo. Non sa più cosa aspettarsi dalla vita, figuriamoci da sé stessa. Così, incapace di prendere una decisione, affronta i problemi ignorandoli, creandone altrettanti, lasciandosi coinvolgere in nuovi incontri -prima con Filippo e poi con Flavio- che la porteranno solo a complicare ancora di più le cose.

Ma in amore, collezionando un disastro dietro l’altro, finirà per perdersi definitivamente arrivando alla conclusione che, reiterando certi tipi di comportamenti, sta solamente evocando schemi impressi nei recessi della sua mente.

“Tutti devono sapere chi sei”
Chi sarei mai stata io? Una cretina che si era invaghita di un uomo senza talenti?
Certo che sì. Fu dura ammettere di aver preso un grande abbaglio, fu dura ammettere che mi ero lasciata ingannare da un uomo che non brillava per nulla, che non avrebbe brillato nemmeno se l’avessi immerso nell’acqua e ci avessi puntato contro il sole più caldo di Roma.

Ed è a questo punto che in E questo cuore non mente ritroviamo Anita alle prese con l’ennesimo caso umano, tale Marco -il tipico ragazzo che piace a tutti ma di cui non si ricorda mai nessuno-, che cattura la sua anima fragile alle prese con nuovi interrogativi esistenziali.

I silenzi di Marco obbligano Anita a rivedere i confini della relazione, tra ciò che crede sia giusto e ciò che forse invece è solo un’abitudine imposta, tornando ancora una volta al principio per cui una relazione, per essere sana, si deve basare su un’equazione sentimentale perfetta. E quando all’ennesima porta chiusa il ricordo di lui, e dei piccoli gesti vissuti assieme, torna con prepotenza, Anita si interroga.

Consapevole di aver toccato veramente il fondo, tra inseguimenti, confessioni notturne e ricordi, scava alla ricerca del vero significato di ogni storia d’amore, che diventa comprensibile solo dopo che è finita. Ed è proprio così che la fine della relazione con Marco diventa per Anita un punto nuovo, uno slancio dal quale ripartire. La risalita della china è difficile e per imparare ad amarsi occorre anche abbandonarsi alle ferite del passato, per poterle finalmente dimenticare.

E questo cuore non mente è il ritorno di Anita, l’antieroina tanto antipatica quanto sincera che viviseziona fino all’osso tutto quello che è stato, per cambiare quello che sarà. Un atto di coraggio, un’immersione profonda e potente nella scienza dell’emozione, dove la mente è il cuore di tutto. Perché fare pace con sé stessi invita a fare pace con il passato e l’unico modo per riuscirci è guarire le ferite ed il dolore dell’infanzia trasformandoli in forza e consapevolezza. L’ Anita del presente prende finalmente per mano la bambina che è stata riconciliandosi con dolori e traumi che l’hanno ferita profondamente e i cui effetti si sono espansi nel tempo come cerchi concentrici nell’acqua.

Levante usa un linguaggio poetico e speciale, chiaro e diretto, trasudando un potere evocativo nelle parole quanto nelle canzoni. Non è certamente un capolavoro della letteratura moderna ma apprezzo moltissimo lo sforzo, questo mettersi in gioco e provare nonostante tutto.

Non sapevo cosa aspettarmi ed alla fine non sono rimasta delusa. Mi sono rivista immediatamente nella protagonista durante gli scivoloni amorosi e la caduta psicologica, non sono una di quelle persone che mettono la polvere sotto al tappeto ma conosco la disperazione e la brutta sensazione di aver toccato davvero il fondo.

Questo è sicuramente un romanzo che fa rattristare, preoccupare, affezionare, commuovere, riflettere, gioire. È un flusso di coscienza ed emozioni senza fine, non sempre belle ma tant’è: quel che è certo è che ti rimescola dentro. Non è forse questo che deve fare un buon libro?

Alessia _del blog Esmeralda Viaggi e Libri

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