Il mugugno è un borbottio risentito, un brontolio di scontento, non lagnoso ma cupo e dignitoso, polemico seppure indifferenziato e alquanto malmostoso. Un tempo era il modo in cui i marinai si lamentavano delle angherie del capitano, senza tuttavia arrivare all’ammutinamento.
E’ quello che fa Toti quando mugugna sullo stato comatoso e pericoloso delle autostrade da e per la Liguria, cercando e ottenendo il consenso del popolo bue, definito come massa acritica, sottomessa e conseguentemente manipolabile con una certa facilità, ovvero aggiogabile e che può quindi essere condotta dovunque. Il Toti-mugugno come aggregazione, ma inane nel non provare a fare nulla per porre rimedio a questo stato di cose.
Perché il mugugno è protesta ma non proposta.
Il mugugno non è tuttavia arrogante, come le esternazioni dell’emaciato assessore Garassino, il mendicantofobo che voleva prendere a calci nel sedere chi chiede l’elemosina.
Una mentalità che avrebbe sollevato perplessità perfino nel ministro della propaganda nazista Goebbels, perseguita attraverso provvedimenti come l’eliminazione del servizio di residenza anagrafica e proposte come la schedatura dei senza fissa dimora; fino ad arrivare al parossismo, l’acme di un processo morboso, di multare per centinaia di euro chi rovista “disordinatamente” nei cassonetti o dorme per strada.
Sanzione ridicola e pretestuosa perché chi si trova in queste condizioni non è certo in grado di pagare alcunché.
Il punto, del tutto rovesciato, rispetto a questa mentalità vetero-leghista, quella che oggi odia i mendicanti e ieri denigrava i terroni, arriva dall’Emilia Romagna.
Proprio a proposito dei clochard, quando si unisce solidarietà ed economia. La proposta, che ha già superato l’esame della Commissione Sanità è semplice: “Iscrizione dei senza fissa dimora nelle liste degli assistiti delle aziende sanitarie”.
Solidarietà: è uno dei capisaldi di ogni società civile, il cui significato, nella Liguria di oggi, è sconosciuto. Ma questo concetto si inserisce in un preciso principio costituzionale, all’art. 32, che viene qui costantemente ignorato. “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
E’ comprensibile che gente come lo smunto Garassino lo ignori, ma la sua ignoranza non è scusabile, secondo il noto brocardo (se ignora anche questo proverò a spiegarglielo), ignorantia legis non excusat.
Ma il legislatore dell’Emilia-Romagna, che non lo ignora, ma è anche un attento amministratore che bada ai costi, ha riflettuto che, mentre ogni accesso al Pronto Soccorso, diritto del senzatetto, costa all’Erario fino a 400 euro l’anno, garantirgli un medico di base ne costa solo 44 all’anno.
Allora, senza mugugnare, lanciamo la proposta a questa amministrazione, ricordando che in materia sanitaria la Regione può fare più o meno tutto quello che vuole, secondo il titolo V, art. 117 sempre della nostra Costituzione.
Insomma rispetto dei diritti costituzionali, solidarietà, economia: muovere il pachiderma ligure non sarà facile, ma forse, toccandolo sulle palanche, si potrà arrivare a una corretta applicazione della Costituzione, salvaguardando la dignità e i diritti della persona.
CAM