Varco la soglia del giardino della Casa Museo ed entro nel mondo di Asger Jorn, dove la vita e l’arte sono elementi di una quotidianità che si fa poesia. Non mi intendo di arte, la vivo come un’attrazione istintiva verso ciò che mi piace, mi emoziona o mi incuriosisce.
Mi ha portato qui proprio la curiosità verso una storia che a metà degli anni ‘50 ha spinto questo artista, danese di nascita, a creare sulle alture di Albissola Marina la sua abitazione/atelier, un vero e proprio manifesto espressivo.
Jorn arriva ad Albissola Marina nel 1954, su invito di alcuni amici milanesi del Movimento Arte Nucleare. Il borgo è già un polo d’attrazione per artisti di fama internazionale e lui, convalescente dalla tubercolosi e in ristrettezze economiche, cerca qui il luogo ideale per ritrovare la salute e probabilmente nuove ispirazioni.
Sebbene campi a fatica della sua arte, ha già alle spalle un percorso formativo di non poco conto. Lasciata la Danimarca, negli anni ’30 è approdato a Parigi, alla scuola di Fernand Léger, dove ha respirato il cubismo. Poi ha collaborato con Le Corbusier, il grande architetto che nel 1937 realizza un padiglione dell’Esposizione Universale, di cui proprio Jorn cura parte della decorazione, con l’ingrandimento di un disegno infantile.
Il tema dell’infanzia è particolarmente caro a Jorn, che nell’arte dei bambini trova ispirazione, perché spontanea, libera da pregiudizi e condizionamenti. Come le opere decorate dai suoi figli, che hanno infatti un posto di riguardo alle pareti del salotto della villa.
Sono la creatività, la fantasia e l’immaginazione a guidare le diverse forme di produzione artistica che si trovano a Casa Jorn, un netto contrasto con il razionalismo e il funzionalismo di Le Corbusier, che sacrifica gli aspetti di decorazione in favore delle esigenze primarie.
Nello studio di Jorn, un ampio vano bianco soppalcato, si respira ancora la presenza dell’artista.
Mentre attraverso il giardino rigoglioso, tra oleandri in fiore e piccoli terrazzamenti, scalinate e sedute, ad ogni passo colgo dettagli preziosi: frammenti di piastrelle, pezzi di minerali, isolatori elettrici di ceramica che fungono da piedistalli.
Il materiale di recupero è un elemento ricorrente.
Lo è il mosaico che costituisce il pavimento dell’ingresso della villa, fatto di scarti della fabbrica di ceramica di Santa Margherita, dove lavorava Giovanni Poggi, fondatore della Manifattura delle Ceramiche San Giorgio.
E lo sono le decorazioni “a piatti marroni” che si trovano all’esterno del book-shop e nel giardino, frutto di un errore proprio del laboratorio ceramico di Poggi: una cottura di ceramiche dimenticata nel forno una notte intera, fusa in un tutt’uno con le piastre di appoggio e reinterpretata da Jorn come elemento decorativo.
Non si fatica a immaginare questa bella villa animata dagli amici di Jorn, che hanno stimolato la creatività dell’artista e spesso contributo direttamente alla costruzione del Museo con le proprie opere, come ha fatto Eliseo Salino, ceramista e pittore di Albissola.
O come Umberto Gambetta, “Berto”, abile operaio albissolese che ha prestato le sue mani alle idee di Jorn, trasformando quelli che erano due ruderi del XV secolo, acquistati per una cifra modesta, nella villa con giardino che si visita oggi, la fusione di decorazione e architettura.
Se lo studio dell’artista è spoglio per lasciare spazio alla creatività, intensamente decorata è l’abitazione, con opere di Jorn, dei suoi figli, degli amici.
Tanto colore ovunque, a tenere a bada l’azzurro del mare che spinge alle finestre per invadere le stanze e la veranda.
La dimensione familiare e creativa qui hanno celebrato l’unione perfetta, tra bambini che giocavano in cucina e artisti che chiacchieravano nel giardino, magari davanti a un bicchiere di vino. Perché anche il vino è stato una passione di Jorn, testimoniata dagli scambi di lettere con Berto e dalle bottiglie con etichetta personalizzata in quattro colori da lui create, che si possono ammirare nella cantina.
Dopo aver viaggiato molto e coltivato tanti interessi, che spaziavano dall’architettura, all’economia, alla politica, Jorn muore nel 1973 per problemi polmonari e lascia la Casa Museo in donazione al Comune di Albissola Marina, con la clausola dell’usufrutto a Berto e alla moglie.
Dopo alcuni interventi di recupero, nel 2014 Casa Museo Jorn apre al pubblico e oggi è gestita dall’Associazione di Volontari Amici di Casa Jorn. L’ingresso è gratuito per le visite in autonomia, ma è anche possibile prenotare visite guidate.
Gli spazi di Casa Jorn ospitano anche eventi e mostre, come “Symbjornts” la personale di Karin Andersen esposta fino al 22 agosto 2021. È un progetto artistico site-specific, che l’artista tedesca, ma ormai naturalizzata italiana, ha voluto creare proprio per il Museo, legato al tema della simbiosi tra Jorn e Albissola. Le opere, realizzate con materiali di recupero, sono perfettamente inserite negli spazi della casa e del giardino, a volte quasi nascoste e per loro natura sono destinate a mutare nel tempo, con la degradazione dei materiali che le compongono.
Un’altra mostra è in programma a settembre in collaborazione con il MAMCO, il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Ginevra.
Casa Jorn si raggiunge in auto dal centro di Albissola Marina oppure a piedi, con una salita piuttosto impegnativa. Tutte le informazioni per raggiungerla e gli orari di visita sono sul sito www.amicidicasajorn.it
(foto: Claudia Fiori)