“Volevo solo sfiorare il cielo” è l’ultimo romanzo di Silvia Ciompi, edito Sperling & Kupfer.
Lorenzo, sorriso sfrontato e arrogante. Diciotto anni appena compiuti e un viaggio dove nessun luogo sarà mai abbastanza lontano.
Clelia, seduta scomposta, magliette troppo lunghe e tanti giorni da dimenticare. È friabile, un piccolo graffio può distruggerla.
Quando si incontrano, una piccola scossa dalla pancia arriva alle costole. Potente. Come la strafottenza di Lorenzo, come le fragilità di Clelia.
Vuoto, pieno.
Lui la distrae, l’aria è vischiosa, l’Elba li abbraccia nella sua morsa marina e lei ad ogni momento emotivo associa una canzone tra il profumo di resina, di pineta, di glicine.
È come una radio personale che si sintonizza sulle tue emozioni.
Lorè si chiede sempre se la vita non possa essere come la matematica dove ci sono solo due possibilità: le cose quadrano, oppure no. E se non quadrano vuol dire che stai sbagliando. Quello che Lorenzo detesta sono le cose che sfuggono al suo controllo, tipo il suo orgoglio.
Volevo solo sfiorare il cielo è un libro che attorciglia lo stomaco. Sono passi lenti e esplosioni che sbranano.
È dolore e incastri da scoprire per un romanzo di formazione che emoziona, palpita di titubanze e desideri, terrori e abbandoni.
Vuoto, pieno.
Una scrittura appassionata ed inglobante per un romanzo che risuona di vita e di musica.
Una melodia di parole. Questo è un intenso viaggio nel dolore, quello però da affrontare, per poi scegliere di vivere davvero.