E anche la seconda dose è andata.
“Mi ha messo il 5G, vero?” Ho chiesto al medico dopo l’iniezione. “Certo, quello nuovo!”. “Bene, adesso sono assolutamente più tranquilla.”
Martedì 13 luglio, ho camminato sotto il sole ed il vento della città verso il Palacrociere: poca coda, in nemmeno mezz’ora ho fatto tutto. Martedì 13 luglio. Sabato 13 febbraio la mia mamma moriva da sola in un letto d’ospedale per le complicanze dovute al Covid.
Un mese, sarebbe bastato un mese e alla sua età, 87 anni, l’avrebbero vaccinata. Chissà…Certo non doveva andare così.
Doveva andare che in tre settimane di lenta agonia e di assoluta solitudine lasciava questa terra e la sua dose di vaccino a qualcun altro.
E anche la seconda dose è andata.
La prima è andata bene, nessun effetto collaterale. O forse sì, uno soltanto: la paura che da febbraio del 2020 mi ha sempre tenuto compagnia si è un po’ smorzata. Il terrore, quello l’ho vissuto prima: quando andavo a trovare mia madre e le stavo distante in quel modo così innaturale. Quel distacco fisico vissuto come una violenza inaccettabile che è questa la violenza, non la mascherina che in tantissimi casi ci ha salvato la vita. Non l’ha salvata a mia madre perché la sua badante, forse in un insano rigurgito di diritto alla libertà, non l’ha indossata e si è fatta contagiare e ha contagiato mia madre.

E anche la seconda dose è andata.
E ho scoperto un mondo inaspettato e insospettabile di pseudo medici, virologi, scienziati che puntualmente forniscono spiegazioni che al confronto credere all’esistenza dell’unicorno parrebbe più sensato
Un popolo di persone evidentemente fortunate.
Nessuna di loro ha dovuto abbandonare un proprio caro in ospedale senza poterlo più vedere né sentire? Certo che basta pipparsi il cervello come Miguel Bosé e il gioco è fatto. Lucia Bosè è morta ufficialmente di Covid, ma per il suo bel figliolo no…Super Superman ha detto che il Covid non esiste e che sua mamma è morta di un qualcosa d’altro non meglio specificato.
E anche la seconda dose è andata.
Ma io non mi vaccino ancora che non mi fido mica tanto. Che chissà che cosa ci mettono in questo vaccino. E certo, metti che ci mettano dei funghi allucinogeni che per la prima volta nella vita ti si connettono i neuroni e le sinapsi volano…ma niente da fare. Non mi fido, aspetto ancora un po’ e nel mentre prendo tanta vitamina C che fa tanto bene. E mi ingozzo di hamburger e schifezze varie, ingrasso ancora un po’, fumo e bevo, ma il vaccino “chi lo sa che cosa mai potrà farmi”.
E anche la seconda dose è andata.
Tra una decina di giorni circa la mia efficacia vaccinale sarà notevolmente più alta. “Tanto ti puoi ammalare lo stesso per una variante”. Può succedere, ma se mi becco il Covid da vaccinata il decorso e l’esito della malattia dovrebbero essere decisamente più leggeri.
Laddove non arriva la scienza, però, abbiamo visto che a volte basta poco a convincere anche i più scettici: non serve il numero dei morti da inizio pandemia – più di 4.000.000 – il lockdown, le terapie intensive, tutto il dolore e la sofferenza che ci siamo ritrovati addosso.
A volte basta poco, basta dire “No vaccino, no party”.
E anche la seconda dose è andata.
E stavolta la Francia mi sta pure simpatica perché quel gnoccolone di Macron l’ha messa giù semplice, ma efficace: green pass per andare al ristorante, al caffè, in metro, aereo, treno e via di seguito. E i medici e paramedici non vaccinati? Semplice, dal 15 settembre “No vaccino no lavoro e no lavoro, no stipendio”.
Insomma, dopo il discorso del bell’Emmanuel, pare siano stati prenotati più di due milione di vaccini.
Adesso tocca a noi e agli altri procedere con questo ulteriore “attentato alla libertà personale”, ovvero alla libertà di stare un po’ più tranquilli, di passare dal terrore al cauto timore, di far sì che i bollettini di guerra piano piano spariscano.

Giovanni Toti, come altri governatori, pare essere d’accordo sul Green Pass. “La politica deve mandare il messaggio che vaccinarsi è un dovere civico.”
E meno male perché dove non arriva il buon senso può arrivare la voglia di vacanza o di una cena al ristorante
E che cosa vogliamo fare qui in Italia con i medici e paramedici che non credono alla scienza? Non è un obbligo il vaccino, ma un requisito per lavorare in ambito medico: se non lo vuoi, vai altrove a fare altro.
Ancora una cosa e la chiedo come cittadino che ha il sacrosanto diritto di essere informato. Da oggi, quando vado da un medico privato per una visita, accanto alla laurea, i master e tutte le certificazioni di legge, vorrei anche veder esposto un certificato vaccinale.
Sarò poi io a decidere se avvalermi delle cure di quel medico oppure no. Sinceramente mi fido poco di un medico che decide di non vaccinarsi perché come ha detto Filippo Anelli, presidente Fnomceo “Un medico che non crede alla scienza è come un ingegnere che decide di non credere alla matematica”.
E anche la seconda dose è andata: se sopravvivo e se il 5G funziona bene prenoto ristorante e vacanze…