Percorso molto vario. Laghi dall’alto, laghi a pelo d’acqua, dighe, ponti, testimonianze storiche. Ma, se si ha poco tempo, basta arrivare al Bric Nasciu per portarsi via un ricordo indelebile dei Laghi del Gorzente.
Questa passeggiata nasce da un incontro fortunato.
Un sabato mattina, mentre ci aggiriamo in stato confusionale in quel di Praglia, c’imbattiamo in Sandro che ci descrive entusiasta il percorso migliore lungo i Laghi del Gorzente: una porzione del sentiero naturalistico che conta in tutto 13 chilometri.
Partenza dal Passo Prato Leone
Il giorno seguente, torniamo con Angelo. Di nuovo, come ai vecchi tempi (cioè febbraio)! dice Angelo di ottimo umore.
Partiamo dal Passo Prato Leone, che raggiungiamo mediante la sterrata da 1,8 km, che parte dalla provinciale presso il Monte Pesucco (quello con la grande croce) ed è indicata dal cartello giallo “Ai martiri di Passo Mezzano”.
La vista sulla Val Polcevera è totale, mentre saliamo verso il crinale sul sentiero soleggiato.
Dopo 10 minuti, incontriamo la Fontana dei Segaggin (dove Angelo non si trattiene dal riempire la borraccia). L’acqua freschissima è veramente buona!
Curiosità: i segaggin erano i falciatori d’erba, che solevano dissetarsi a questa fonte. Incredibile, una volta trasportavano il fieno caricandoselo tutto sulle spalle. Una fatica che adesso non si ha idea, ci aveva raccontato Sandro il giorno prima.
L’Osservatorio e altro
Altri 5 minuti di salita, tenendo la sinistra ad un alto ometto di pietre, e arriviamo all’Osservatorio Naturalistico gestito dal Cai di Bolzaneto. Il posto è pieno di attrazioni.
Area di sosta, meridiana solare, anemometro, tavola orientativa con mirino (Angelo non si trattiene dallo scrutare tutto l’emisfero intorno, monte per monte, paese per paese) e persino i resti di una vecchia teleferica ridipinta (da un genoano?).
Curiosità: la teleferica era adibita al trasporto di materiali per il cantiere dell’acquedotto De Ferrari Galliera. A 7 km all’ora, copriva in 30 minuti la distanza tra Gallaneto (Campomorone) e i Laghi del Gorzente. Risale agli anni ’20 e sostituisce una precedente teleferica (che fu smontata e utilizzata per il rifornimento delle truppe al fronte nella prima guerra).
Verso i Laghi del Gorzente
Dall’osservatorio prendiamo il bellissimo sentiero terroso che prosegue in cresta. Superata una recinzione, ci addentriamo traversando le pendici del Bric di Guana.
Il sentiero a mezza costa da qui fino al Bric Nasciu è quasi tutto visibile. E a sinistra s’intravvede già una porzione a rombo di Lago Lungo.
Al bivio, abbandoniamo l’Alta Via che sale a destra e proseguiamo pressoché in piano.
Il percorso è gratificante. Ci accompagna la geometria del lago che varia continuamente mentre procediamo in un leggero venticello.
Attraversiamo il Piano della Benna. Poi, superata una cupoletta verde con un boschetto, a mezzora dall’Osservatorio, saliamo sul Bric Nasciu.
Il Bric Nasciu (o Bric Lago Lungo) 916 m slm
In cima al Bric, tra il cartello di legno e la semplice panca, il panorama sui laghi è eccezionale… E non solo sui laghi. A nord, in lontananza, oltre la Pianura Padana, si vedono il Monte Rosa e tutta la corona delle Alpi!
Passo il tempo a scattare panoramiche, mentre Riccardo e Angelo parlano di dighe e laghi scomparsi (il terzo lago, il Badana, è vuoto dal 2006 per infiltrazioni).
La discesa ai Laghi del Gorzente
Dopodiché, affrontiamo la discesa, inizialmente piuttosto ripida. Dopo 20 minuti siamo al Sacrario dei martiri di Passo Mezzano.
Curiosità: la zona dei Laghi del Gorzente, nella Pasqua del 1944, fu teatro di scontri sanguinosi tra partigiani e nazifascisti. 14 dei partigiani sfuggiti al rastrellamento della Benedicta furono catturati a Passo Mezzano e uccisi.
Superato il sacrario double-face, al bivio prendiamo a sinistra, e procediamo nel bosco, lungo la valle, fino a una palizzata. Qui si apre un bello scorcio sul Lago Bruno. Mentre ci soffermiamo a guardare, sopraggiunge un simpatico gruppo. Chiacchieriamo.
Due di loro sono infermiere che nei giorni più bui del Covid hanno lottato contro il virus in ospedali genovesi. Ora possiamo finalmente rilassarci col Nordic Walking, dicono sorridenti.
Dopo, continuiamo la leggera discesa fino a un tratto più deciso (un volontario del Cai sta provvedendo a manutenere il sentiero) che precede il pianoro dove sorge la casa dei custodi, dotata anche di chiesetta.
Siamo tra il Lago Lungo e il Lago Bruno.
I laghi del Gorzente
Decidiamo per una piccola deviazione. Scendiamo oltre la chiesetta, a dare un’occhiata al Lago Bruno e al suo ponte. Un bel punto, soprattutto per un ingegnere…
Curiosità: il toponimo Bruno non deriva dal fatto che il lago sia scuro, ma dall’ideatore ed esecutore dei Laghi del Gorzente a fine ‘800, Niccolò Bruno. Invece il Lago Lungo si chiama anche Bigio, perché spesso è… bigio!
Poi, torniamo sulla strada sterrata, superiamo la diga con la gigantesca effige marmorea di Niccolò Bruno e procediamo. Lungo lago Lungo.
Sulla riva del Lago Lungo
Però, prima di raggiungere l’altra lapide partigiana (con fontanella) e cominciare la salita cementata che ci riporterà all’auto, Angelo non si trattiene dal ficcarsi giù per uno dei sentierini ripidi che scendono alla riva.
Lo seguiamo. E, piazzati davanti alle acque trasparenti, ci prendiamo il sole sulla “spiaggia”.
Grazie, Sandro!
Renata _di Passeggiare in Liguria
Passeggiata media, un paio di salite fattibili, una lunga discesa, il resto in piano.
Scarpe da trekking leggero