L’incontro si è svolto nella sede genovese di via XX Settembre, in occasione del direttivo e dell’assemblea di Ape Confedilizia Genova.
Spaziani Testa ha in particolare ricordato le ultime novità in tema di blocco degli sfratti: «L’unico dato migliorativo di una situazione disastrosa è che dal prossimo 30 giugno vengono sbloccati gli sfratti precedenti il 28 febbraio del 2020. Ma si tratta di una scelta davvero minimale. Si continuano a ignorare situazioni pregresse che spesso il Covid ha peggiorato.
Ma è l’intero impianto scelto dal governo attuale e da quelli precedenti a essere profondamente sbagliato dal punto di vista del principio. Si è fatta la scelta di fare pagare le inadempienze di inquilini morosi ai proprietari. E’ una cosa senza senso perché le situazioni di difficoltà vanno affrontate dallo Stato. La scelta di fondo è incostituzionale e anche molti giudici se ne stanno accorgendo chiedendo un pronunciamento della Corte Costituzionale».
Da ultimo, qualche giorno fa, il Tribunale di Piacenza ha rinviato alla Corte costituzionale, con un’ordinanza motivata in ben tredici pagine a firma del Giudice dell’esecuzione Antonino Fazio, il blocco delle esecuzioni immobiliari e di rilascio in atto da quasi un anno e mezzo.
Ad essere violati – secondo il provvedimento di ieri – sono gli articoli 3, 24, 41, 77 e 111 della Costituzione. Diversi i profili censurati dal Tribunale emiliano: dalla “disparità di trattamento rispetto a situazioni analoghe” al sacrificio di “un ambito (la fase esecutiva della giurisdizione) altrettanto delicato, sia per l’economia sia per la stessa coesione del tessuto sociale, di altri che invece sono stati salvaguardati”.
“Interessi di rango costituzionale come l’iniziativa economica privata, la proprietà privata, la tutela giurisdizionale” – si legge nell’ordinanza – vengono sacrificati “a prescindere”, con “rinuncia aprioristica al bilanciamento tra contrapposti interessi”.
Anche Nasini ha ricordato la profonda ingiustizia legata al blocco degli sfratti: «Che rischia di mandare in crisi l’intero settore della proprietà immobiliare e di ritorcersi alla fine contro lo Stato».
Poi, sul caso del Superbonus, ha spiegato che le difficoltà e i rallentamenti che si registrano a Genova dipendono da una particolare situazione: «E’ il caso dell’assurda esclusione degli immobili di Classe A1 rispetto al godimento del Superbonus. Genova ha da sola il 20% circa degli immobili A1 del Paese; secondo un dato recente si tratterebbe di poco meno di 4.500 unità immobiliari della città.
Spesso di tratta di appartamenti che si trovano nelle delegazioni di Sampierdarena e Cornigliano, perché dal punto di vista catastale si tratta di classi A1 decise cent’anni fa. Chiediamo che anche gli appartamenti A1 vengano inseriti al godimento del Superbonus. E naturalmente che si ponga fine a questo paradosso tutto genovese».