Una delle passeggiate più scenografiche della Liguria. La lunga discesa da Campiglia a Porto Venere è un’esperienza da non perdere!
Partenza da Campiglia
Partiamo da Campiglia, località Bocca dei cavalin (il tornante prima di arrivare al paese) prendendo un sentiero sassoso segnalato come AV5T Portovenere (1.40 h).
Ci addentriamo nella macchia. La vegetazione scherma inizialmente il panorama, ma dopo pochi minuti svela un bel declivio verde che scende al mare. Su un terrazzamento un’azienda agricola si fa notare per la sua improbabile forma a castelletto.
Continuiamo sul sentiero che taglia obliquo il Monte Castellana ed ecco che, tra gli arbusti della macchia, compaiono in lontananza le isole Palmaria e Tino.
Località Pitone
Ancora pochi passi e la vista si apre del tutto sulla parete a falesia del monte Muzzerone, il promontorio di Porto Venere, le isole Palmaria, Tino e Tinetto.
Siamo in località Pitone, una sorta di balcone panoramico. Una sosta è d’obbligo, anche per scattare qualche foto cartolina!
Continuiamo la discesa, ma non siamo soli sul sentiero (sono i ponti di Pasqua!). Lascia passare questi giovani aitanti e fotografa loro, non me, dice Luciana che ad ogni passo sulle rocce fa concorrenza a un bradipo. E più tardi un simpatico turista torinese starà al gioco permettendomi di fotografarlo in posa.
Il background è unico. L’infilata di promontori e isole è irripetibile nella sua bellezza.
Quando la vista raggiunge anche il mare a sinistra del Muzzerone, la scenografia è da applausi.
A tre quarti d’ora dalla partenza, però, il sentiero incontra l’asfaltata e perde per un po’ il ritmo.
Sella di Derbi
Siamo alla Sella di Derbi, sullo spartiacque tra il monte Castellana e il monte Muzzerone. Qualcuno sfrutta le panchine nello spiazzo asfaltato per un po’ di relax (con le auto posteggiate a pochi metri?!).
Noi proseguiamo sul sentiero a destra che sfiora una stele dedicata alle vittime di un incidente aereo del 1937. Incontriamo nuovamente l’asfaltata che seguiamo (a parte una scorciatoia nel bosco) fino a una cava.
Curiosità: si tratta della Cavetta, una delle tre cave di marmo portoro o marmo di Portovenere, attualmente in funzione. È un tipo di marmo pregiato, di un nero brillante con venature dorate. L’attività estrattiva da queste parti risale ai tempi degli antichi Romani.
Verso il rifugio Muzzerone
Ora il panorama si apre a sinistra su Le Grazie e il golfo della Spezia, fino alle Alpi Apuane.
Seguiamo l’indicazione per il rifugio Muzzerone, pregustando già i famosi spaghetti ai muscoli di Portovenere (nello specchio d’acqua sottostante si pratica da tempo la mitilicoltura).
Aggiriamo così il monte Muzzerone sul lato est, con un comodo sentiero nella boscaglia fino al bivio del rifugio.
Purtroppo il locale si rivela pieno come un uovo! Il che però non c’impedisce di godere di una vista notevole sul borgo e la Palmaria.
Discesa finale (doppia) a Porto Venere
In due scendiamo, subito sotto il rifugio, verso Porto Venere tra muri di pietra (vere e proprie crêuze), fiori e ulivi e, dopo venti minuti, sbucheremo da una scalinata sulla piazza principale (esattamente davanti al wc pubblico…). Gli altri due tornano al bivio e continuano il sentiero, con vedute sempre più strette sulla chiesa di San Pietro e il castello, e con loro grande soddisfazione.
Quale tratto di discesa finale è meglio?
Beh, quanto a panorami, a Porto Venere c’è proprio l’imbarazzo della scelta!
Consiglio
Noi abbiamo usato due auto. Ne abbiamo lasciata una al parcheggio di Porto Venere, e con l’altra siamo saliti a Campiglia. Ci sono comunque bus che permettono il circuito Porto Venere (La Spezia) Campiglia.
NOTA
Dopo la cava, sulla destra, parte il sentiero per raggiungere il forte Muzzerone. Il forte è chiuso (zona militare). Intorno campeggio libero e panorama ridotto. Non esaltante.
Renata _di Passeggiare in Liguria
Passeggiata non faticosa; quasi tutta discesa (da fare con un po’ di attenzione); scarpe da trekking leggero
Segnavia: strisce bianca e rossa
Coordinate: 44.0699113,9.8047318 (44°04’11.7″N 9°48’17.0″E)