Per questo itinerario dobbiamo sconfinare un poco in Toscana, ma si sa che la Lunigiana non è né veramente toscana né davvero ligure, fa un po’ mondo a sé. Il punto di partenza, raggiungibile con l’autostrada A15 Parma-La Spezia, è la graziosa, ricca di storia e di buona cucina, cittadina di Pontremoli, di cui già discorremmo nell’itinerario pubblicato il 23 febbraio e su cui quindi non ci intratterremo.
Da Pontremoli si può salire con le SP31 e SP32 a Mulazzo, borgo in pietra austero e a modo suo intellettuale ma ricco di fascino, che nel 1221 divenne la capitale dei Malaspina “dello Spino Secco”.
Dante Alighieri vi soggiornò nel 1306, ambasciatore per i Marchesi presso il Vescovo di Luni. Lo ricorda la “Casa di Dante in Lunigiana” ospitata in una casa-torre del XIII secolo ricca di documentazione storica.
Sopra Mulazzo c’è Montereggio: un magnifico piccolo borgo lineare di crinale posto lungo un’antica via che collegava la Lunigiana col Mar Ligure. Era così importante che lo si trova menzionato nella Galleria delle Carte Geografiche dei Musei Vaticani. Le sue strade sono oggi intitolate a editori e c’è il monumento al libraio ambulante.
Questo perché ai primi dell’Ottocento dalla Lunigiana emigravano in tanti per fuggire dalla fame e alcuni venditori ambulanti di Montereggio si dedicarono ai libri (pur essendo analfabeti: riconoscevano i diversi libri dal colore e dai disegni delle copertine) diventando bancarellai o aprendo librerie. Alcuni diventarono editori; per ricordarli c’è il Premio Bancarella assegnato a Pontremoli in luglio, unico premio letterario assegnato dai librai anziché dai critici. Montereggio è anche una capitale del Canto del Maggio, antichissimo rito propiziatorio agricolo in cui i “maggianti” vanno di casa in casa cantando strofe e stornelli augurali e ricevendo in dono cibo.
Conviene poi ridiscendere a Pontremoli per prendere la SS62 della Cisa: in pochi chilometri in direzione sud si raggiunge la bella Pieve di Sorano con la sua statua-stele del Guerriero di Sorano.
Più a valle, a Villafranca in Lunigiana i mulini trecenteschi sono sede del Museo Etnografico della Lunigiana. Ed entrando nel vicino borgo murato di Filetto, con le sue poesie scritte sui muri e sulla panchine, in agosto si trova il Mercato medievale che ricostruisce le antiche botteghe fra spettacoli e musiche.
Riprendendo la SS62, da Villafranca si raggiunge Aulla, che ha aspetto moderno per i bombardamenti del 1943-44. Si sono salvate dalle bombe la Fortezza della Brunella, alta sulla città, che ospita il Museo di Storia Naturale della Lunigiana e la bella Abbazia di San Caprasio, visitata dall’arcivescovo Sigerico nel 990, col suo interessante Museo storico.
A luglio Aulla è sede del Premio Lunezia che premia i migliori testi di canzoni italiane. Qui si possono assaggiare e acquistare i panigacci, un pane rotondo non lievitato cotto nei testi su fuoco vivo che si accompagna ad affettati, formaggi, sugo di funghi, pesto o – volendo – a cioccolata da spalmare. Ottimi acquisti alimentari di qualità sono anche il Miele DOP della Lunigiana, le mele Rotelle, le patate di Zeri, l’Elixir di China e i vini DOC Colli di Luni e I.G.T. Val di Magra.
Scendendo ancora si supera Stadano Bonaparte, origine della famiglia di Napoleone, mentre su una collina a sinistra spicca il borgo di Caprigliola con la sua slanciata torre rotonda.
Oltrepassando i resti del ponte di Albiano crollato nell’alveo del Magra l’8 aprile 2020 si rientra in Liguria per giungere a Santo Stefano di Magra, altra tappa importante lungo la Via Francigena con un centro storico pianeggiante e la chiesa barocca di Santo Stefano, enorme rispetto alle case del borgo che la circonda. Qui per chi avverte un leggero languorino ci sono gli sgabei: strisce di pasta lievitata al caldo e fritte in olio d’oliva da consumare calde con formaggi e salumi.
Prima di entrare in A12 per tornare a casa è indispensabile salire al borgo di Ponzano Superiore. Piacevole percorrere le sue vie coperte osservando le case, la chiesa, i palazzi, i murales, i panorami sul golfo di La Spezia, la Corsica e la Versilia fino a Livorno. In estate si può partecipare alla sagra della scherpada, una torta salata tradizionale d’erbe selvatiche e coltivate.