Una felicità semplice: recensione al romanzo di Sara Rattaro

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“In fondo l’idea di essere di nuovo felice mi aveva sempre terrorizzato”

Ci sono alcune autrici che sono come una carezza, portano con sé la certezza che il libro pubblicato non ti potrà deludere, perché in quelle pagine trovi il tuo porto sicuro. Questo è quello che sento, quando esce un nuovo romanzo di Sara Rattaro, ecco perché non appena mi è stata proposta questa lettura, non ho pensato minimamente di tirarmi indietro. Sara ha una penna raffinata che arriva dritta al cuore, in ogni libro ti regala un pacchetto di sensazioni completo: a volte ti emozioni, a volte sorridi, per qualche pagina ti arrabbi e qualche volta piangi. Cosa c’è di meglio?

Cristina è la protagonista di questa nuova storia, divisa tra un amore passato a cui crede di aver dato tutto l’amore di cui era capace, e un presente che richiede una bella dose di coraggio per essere vissuto.

Cristina vive una vita in sospensione, fatta di giornate sempre uguali, tra il dolore per la perdita del marito, un rapporto inesistente con la figlia, divise da una frattura mai sanata e l’incapacità di comprendere la madre e il suo desiderio di tornare ad essere felice con un altro uomo accanto.

È proprio quando meno se lo aspetta che tutto quello in cui crede viene messo in discussione. Entra al supermercato per fare la spesa, quando all’improvviso un uomo le punta qualcosa alla schiena. È un attimo, quello sufficiente a sovvertire tutto, a mischiare e confondere, l’istante in cui passa dal volere l’occasione per mettere fine ad un’esistenza fatta di solitudine e dolore a quello in cui si desidera esistere per portare a termine quello che la vita pretende da lei: chiarirsi con sua figlia, darsi una possibilità di essere felice nuovamente.

E proprio in quell’attimo arriva Claudio, come una magia, e lui di magia ne sa qualcosa visto che è l’inquilino prestigiatore che vive proprio di fronte a casa sua.

Claudio è possibilità, rinascita, seconde occasioni. È nuova felicità, è un cuore che può battere ancora, anche avendo superato i 50 anni, anche pensando di aver già amato troppo, di aver avuto già l’amore più grande di tutti.

“Qualcuno che foderi la nostra solitudine, ecco di cosa abbiamo bisogno”

Cristina ha paura della felicità, perché è già stata felice una volta, con Andrea, l’uomo della sua vita, il padre di sua figlia, il ragazzo con due intensi occhi marroni, il cuore immenso e un cervello in grado di pensare in grande. Andrea era capace di un amore sconfinato, per lui la felicità di Cristina era indiscutibile, più importate di qualsiasi progetto, più della fisica, più di sé stesso, ma per Cristina la felicità era Andrea, realizzare i suoi sogni, i suoi progetti, i suoi desideri. Cristina non ha mai imparato ad esistere al di fuori di Andrea, ma non se n’è mai resa conto, ha vissuto una vita senza definirsi mai, e sarà proprio quando incontrerà un nuovo uomo che forse imparerà a conoscersi davvero. Il punto è: sarà in grado di cogliere questa occasione, avrà il coraggio di essere nuovamente felice e di amare ancora?

Andrea era indubbiamente un uomo meraviglioso, aveva un fantastico modo di vivere la vita, era uno che ti diceva “andiamo a vedere un pezzo di mondo” senza sapere esattamente dove puntare e ti portava a visitare luoghi sperduti, conoscere monumenti mai sentiti. Aveva un cuore grande in grado di amare tantissimo, e lo si percepisce in ogni pagina, in ogni sguardo e parola, anche nei suoi ultimi giorni, quando tutto si stava sgretolando sotto il peso di quella malattia che lo stava poco a poco divorando, lasciandolo cosciente ma incapace di essere autosufficiente. Andrea era uno che aveva coraggio e l’ha avuto fino alla fine. Ecco perché era semplice amarlo, così semplice che alla fine Cristina ha perso di vista sé stessa per realizzare la vita di Andrea, senza accorgersi che Andrea avrebbe anche perso di vista sé stesso per vedere Cristina felice.

Cristina è una che salta nel vuoto, l’ha sempre fatto, sin da ragazzina quando ha preso quel treno e ha raggiunto quello che sapeva essere l’amore della sua vita. L’ha sposato e l’ha accompagnato in tutti i suoi progetti e i suoi successi e quando l’ha perso si è persa un po’ anche lei. E di quella forza e di quel coraggio non è rimasto molto. E ora che Claudio ha bussato alla sua porta, e ha portato la magia dentro lei, ha bisogno di nuovo di quel coraggio per tornare a vivere. Ma può davvero farlo? Può una persona che crede di aver già vissuto l’amore più grande concedersi una seconda possibilità, cogliere una nuova occasione inaspettata e permettersi di essere nuovamente felice?

“Poi è arrivato il bisogno di amore che fa girare il cosmo, e non ho capito più niente”.

Tutti vorremmo essere semplicemente felici. Forse anche a tanti di noi è capitato, come alla nostra protagonista, di pensare di non meritarsi la felicità “Io avevo già avuto un amore. Io avevo già avuto l’amore più grande”, eppure basta solo un po’ di coraggio, quello necessario per inseguire i nostri sogni e lasciare che la felicità smetta di farci paura. Quello di prendere in mano noi stessi e permetterci di esistere, quello che occorre per darci delle possibilità, come quella di amare di nuovo, perché la vita non ha un numero finito di momenti di felicità, ma infiniti frammenti che aspettano solo di essere vissuti.

“E quando inizierà a fare tanto male, ubriacati tra le braccia di qualcuno che sappia come riportati a casa. Rimani sempre fedele a te stessa.”

Veronica _del blog Esmeralda Viaggi e Libri

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