È bastato chiudersi alle spalle il cancello, a pochi passi dall’Albergo dei Poveri in corso Dogali, nel cuore della città, per lasciare fuori i rumori del traffico e ritrovarsi in un Giardino dell’Eden, silenzioso e tranquillo. L’Orto Botanico Hanbury di Genova è una scoperta sorprendente. Uno di quei luoghi che ami subito e dove vuoi ritornare più volte, per poterne ammirare le sfumature di colori e le variazioni di palette nei cambi di stagione.
La storia dell’Orto Botanico Hanbury è legata a doppio filo a quella dell’Università di Genova e la collocazione non è casuale.
Siamo proprio sopra via Balbi, dove un tempo avevano sede tutte le facoltà scientifiche. Qui nel 1803 il prof. Viviani, titolare della cattedra di Botanica e Storia Naturale, iniziò l’allestimento delle aree da dedicare alla coltivazione e allo studio delle piante. Da un primo spazio per le piante officinali, l’Orto si ampliò via via con terrazzamenti successivi, fino ad arrivare all’estensione attuale di un ettaro con circa 1000 metri quadrati di serre.
La mia visita inizia proprio da qui, accompagnata da una guida d’eccezione, Elena Mora, curatore dell’Orto dell’Università di Genova.
Il viale delle “piante medicinali”, nato in origine come palestra didattica per lo studio delle specie officinali è stato ristrutturato negli anni ’90 sulla base del disegno progettuale originale. E ancora oggi la collezione ospita specie appartenenti alla farmacopea europea. Basta strofinare tra le dita le lunghe foglie verdi del Cardamomo per sentirne subito il caratteristico profumo.
Qualche passo più avanti invece è la Menta marocchina, con il suo aroma spiccato, a riportarci alla mente ricordi di viaggi e tè nel deserto. Ci sono poi le piante aromatiche comuni, come il timo, il rosmarino, la salvia e il basilico, le piccole piantine di fragola dall’effetto diuretico, l’ortica.
In mezzo a tanto verde, spicca l’arancio acceso dei fiori di calendula, a cui risponde il rosa tenue delle tamerici. Un patrimonio di conoscenze e curiosità che merita di essere approfondito, per osservare con occhi diversi queste piccole piante, spesso poco appariscenti, ma fondamentali per le loro proprietà.
Continuiamo passando dal Cardo lanaiolo, così detto perché i suoi capolini spinosi venivano utilizzati per cardare la lana, alla Ruta dai fiori gialli e dal profumo inconfondibile, amica delle farfalle e nutrimento per le loro larve. Fino ad arrivare alla Whitania, pianta adattogena utilizzata in medicina per aiutare l’organismo a sopportare meglio le situazioni di stress.
La mia visita all’Orto Botanico Hanbury prosegue in un viaggio tra i giardini di tutto il mondo,
ammirando fioriture straordinarie e vere e proprie rarità botaniche tra l’area dedicata alle piante mediterranee con le distese di lavanda e aglio selvatico, e quella delle piante americane, passando dalle aiuole più ombrose e lussureggianti a quelle più aride, dove vivono specie spartane e meno bisognose di cure.
A colpire non sono solo i colori, come nel caso della Camassia, originaria del Canada con brillanti infiorescenze viola, ma anche le forme, come quella del tronco del Corbezzolo greco, così liscio e lucido da sembrare opera di uno scultore. E poi ci sono tantissimi altri alberi provenienti dall’Asia, dal Sud America, dall’Australia, come la rarissima Wollemia nobilis, la Sequoia e i due esemplari di Ginko biloba, relitto preistorico dalle curiose foglie a ventaglietto, per lungo tempo ritenuto estinto in natura.
Considerato una specie sacra e coltivato nei dei monasteri tibetani, recentemente ne è stata rinvenuta in Cina una popolazione in natura. L’estratto delle sue foglie è oggetto di numerosi studi scientifici per verificarne l’efficacia terapeutica nella cura di malattie neurodegenerative.
Lasciamo gli spazi aperti per addentrarci in una vera giungla, all’interno delle serre che ospitano le piante tropicali.
E anche qui si resta sorpresi nel vedere dal vivo specie di cui conosciamo spesso solo i frutti, le foglie, le radici. Specie di cui a volte ne abbiamo sentito solo il nome, perché vengono impiegate in cucina, in profumeria o in medicina. Vaniglia, caffè, cacao, zenzero e spezie condividono lo spazio con le specie acquatiche, come la Nynphaea nouchalii, dal meraviglioso fiore viola che si apre al sole e l’Aeschynomene fluitans africana, le cui ramificazioni galleggiano a ricoprire la superficie della vasca in cui nuotano vivaci pesciolini rossi. Non mancano le piante carnivore, come la Nepentes con i suoi graziosi ascidi penduli, che attraggono gli insetti di passaggio in una mortale immersione, e le delicate orchidee dalle vivacissime fioriture.
Passando da una serra all’altra si possono ammirare i ficus, i bambù, la storica collezione di felci che già a metà ottocento aveva raggiunto dimensioni ragguardevoli e la grande Ravenala madagascariensis che troneggia al centro, conosciuta anche come palma del viaggiatore, per la capacità di trattenere alla base delle sue grandi foglie dissetante acqua piovana.
Uscendo all’esterno dell’Orto Botanico Hanbury, si possono ammirare le aiuole dall’alto e si resta colpiti dalla spontaneità e dalla naturalità delle ambientazioni.
Le quali contrastano piacevolmente con lo stile dei famosi giardini inglesi, che cercano di stupire i visitatori con allestimenti scenografici. Qui si pratica invece il giardinaggio naturale, implementando la collezione e la diversità vegetale senza forzature, rispettando le dinamiche di evoluzione spontanea del giardino e applicando principi di sostenibilità idrica, senza irrigazioni programmate ma solo con interventi di soccorso.
Così l’Orto Botanico diventa un paradiso terrestre, non solo per le piante, ma anche per gli uccelli che vi trovano rifugio e per gli insetti in cerca di nutrimento. Un’isola di quiete dentro la città, un luogo accogliente sia per chi cerca una tranquilla passeggiata immaginandosi in luoghi lontani, sia per chi vuole approfondire le conoscenze botaniche con una visita guidata a cura degli Amici dell’Orto Botanico, l’Associazione che collabora con l’Università di Genova anche nella gestione di questi spazi.
Un ultimo sguardo al panorama di Genova che si apre sotto ai miei piedi, prima di percorre il viale che costeggia l’edificio e accompagna verso l’uscita.
Spalliere fiorite in mille colori tappezzano il muro, dal lilla tenue dei grappoli di Giacinto giapponese al bianco candido della Rosa laevigata in esplosiva fioritura primaverile, al giallo scuro dei grossi fiori della Fremontodendron californicum, che protegge la sua prorompente bellezza con peli urticanti.
Lascio l’Orto a malincuore, ma so che tornerò, perché tanti sono ancora i segreti nascosti tra questi giardini e le prossime fioriture saranno imperdibili!
Per informazioni sulle visite: Associazione Amici dell’Orto Botanico – www.ambog.org