sciopero porto Genova

Confermato lo sciopero del 5 marzo del porto di Genova

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Resta confermato lo sciopero del porto di Genova che domani si ferma per 24 ore. Niente cortei, ma un presidio al varco di ponte Etiopia dalle 5.45 alle 8.30 e poi sotto la sede di Confindustria Genova dalle 9.30 alle 12.

Enrico Poggi (Cgil): “Non ci saranno cortei, per non creare disagi alla cittadinanza in relazione in particolare allo svolgimento del piano vaccinale, come richiesto nell’incontro cui hanno partecipato anche il prefetto, il presidente della Regione Giovanni Toti e il sindaco Marco Bucci, oltre a OoSs e industriali”.

Lo sciopero era stato dichiarato a seguito della lettera (consegnata a mano) da Beppe Costa, presidente dei terminalisti genovesi di Confindustria, al segretario generale dell’Autorità di sistema portuale di Genova, Savona e Vado ligure.

Una lettera in cui i terminalisti diffidavano e chiedevano la messa in mora dell’Autorità portuale e un rimborso di 8 milioni per gli extra costi sostenuti a integrazione della tariffa della Culmv.

Successivamente la stessa Confindustria Terminal Operators ha cercato di minimizzare il contenuto della lettera, sottolineando come la stessa avesse carattere riservato e informale.

Abbiamo ribadito che la lettera non è ufficiale, l’abbiamo consegnata a mano quando avremmo potuto inviarla con una Pec” spiega Beppe Costa.

Insomma, lo scopo della lettera doveva essere di sollecitare il porto a vigilare sulla Culmv per evitare nuove richieste di integrazioni tariffarie e non quello di intraprendere azioni legali.

L’assessore allo sviluppo economico portuale e logistico del Comune di Genova, Francesco Maresca, è intervenuto sull’argomento: “Il Comune di Genova ribadisce il proprio impegno nel fare la sua parte e svolgere un ruolo di facilitatore per il dialogo tra le parti affinché si arrivi al più presto a una soluzione che risolva le attuali problematiche”.

Dispiace che non si sia riusciti a evitare lo sciopero – prosegue l’assessore Maresca – ma auspico che al più presto si possa arrivare a un percorso condiviso che consenta di proseguire sulla strada dello sviluppo dello scalo genovese come la comunità marittima più importante a livello nazionale.

Il porto è un patrimonio di tutti i genovesi, dà lavoro a circa 30 mila addetti. Mi auguro che ci sia uno sforzo comune per superare le divergenze di posizione e un impegno forte a tutela della sicurezza interna allo scalo” conclude Maresca.

foto by themeditelegraph.it
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