Nonostante la perizia depositata qualche settimana fa, in cui si evidenziava che il crollo del Ponte Morandi poteva essere evitato e le varie accuse di disastro colposo, omicidio colposo plurimo, falso e attentato alla sicurezza, nulla sembra essere cambiato.
“Oggi sono trascorsi 29 mesi dalla morte dei nostri famigliari. Stanno emergendo elementi molto inquietanti dalle indagini, siamo in grave crisi pandemica, e ora anche in crisi di governo (inopportuna in questo momento delicato), ma nulla di questo può far dimenticare quanto avvenuto. Nulla può far dimenticare che la società concessionaria Autostrade Spa che gestiva il ponte Morandi al momento del crollo non solo è ancora al timone della gestione del tratto e del nuovo ponte San Giorgio, ma anzi sembra in ottima forma e continua a lucrare“.
A parlare è Egle Possetti, portavoce del comitato ricordo vittime del Ponte Morandi, che nel crollo del ponte ha perso la sorella, il cognato e due nipoti.
“C’è necessità di colpo di coda sulla concessione, non possiamo accettare che la società non abbia avuto nessun contraccolpo. Deve essere fatto qualcosa, non si può aspettare la fine del processo per vedere la parola fine. Ci deve essere un prima e un dopo il Morandi” continua Possetti.
“Noi non lo dimentichiamo, ma non dovrebbero dimenticarlo anche tutte le forze dell’arco costituzionale. Non possiamo permettere che anche questo contribuisca ad uccidere i nostri cari una seconda volta. Vogliamo risposte come parenti e come cittadini, e dovrebbe emergere “vergogna” in chi gestisce con questo modus la “cosa pubblica”, che riempie le tasche, non cura i nostri beni, uccide l’equità, si burla del dolore e deride la giustizia…”.
“Se oggi cari parlamentari e forze politiche passerete avanti a questa vicenda, senza avere coraggio ed onestà sarà una sconfitta per tutti i cittadini che Voi dovreste rappresentare e proteggere“, conclude il comunicato.