Stanchi della continua incertezza, sono scesi in piazza i ristoratori e i cuochi genovesi in una manifestazione sotto Regione Liguria.
Alessandro Dentone, presidente dell’Unione Regionale Cuochi, spiega: “Non è possibile sapere una giornata prima se si può aprire o no un locale. Questo disordine crea un forte disagio perché organizzare una riapertura non è così facile. E poi ora che la gente aveva iniziato a prendere l’abitudine ad andare a pranzo al ristorante ci troviamo di nuovo di fronte alle chiusure nel week end, non ha senso“.
E uno degli organizzatori della manifestazione sottolinea: “Siano stufi di essere trattati come gli untori di Italia vogliamo sicurezze e chiediamo strategie. Non è possibile essere trattati come interruttori che si aprono e si chiudono in continuazione, siamo aziende che devono programmare, comprare merce, e non è possibile gestire le cose in questo modo. Siamo venuti in Piazza De Ferrari perché è un luogo simbolo della città“.
Al termine dell’incontro con i ristoratori interviene l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Andrea Benveduti: “Chi fa impresa non può vivere nella continua improvvisazione e insicurezza. Non è pensabile organizzare il lavoro proprio e dei propri dipendenti, senza sapere se due giorni dopo sarà possibile o meno riaprire. Servono pesanti ristori. Altrimenti si lascino lavorare i ristoratori”.
“Condivido la civile disperazione di questi lavoratori. Da tempo, come Regione Liguria, chiediamo chiarezza e una strategia condivisa al governo. I ristoranti sono aziende che devono prevedere una linea di spesa, e non è con questi continui stop and go che possiamo pensare di far ripartire un settore, che già in tempi non sospetti era corso ai ripari adeguandosi alle normative anti-Covid. E invece, nonostante questi sacrifici e senza alcuna evidenza scientifica a tale supporto, li si è etichettati quali fulcro del contagio”.
“Per nostra parte, e in attesa che il governo intervenga finalmente con importanti misure, – conclude l’assessore – provvederemo ad attivare nuove risorse a fondo perduto a compensazione di quelle piccole e piccolissime attività, oggetto delle restrizioni governative, e a supporto della digitalizzazione e dell’adeguamento produttivo delle microimprese”.