Il teatro c’è. Malgrado i blocchi, malgrado tutte le barriere e le restrizioni e contro ogni evidenza. Il teatro, l’ultimo a poter essere accusato per questo stato di pandemia ma uno dei primi a soffrirne le conseguenze, lavora al proprio ritorno sulle scene e non solo. In questo ambito, in un momento davvero difficile, a Genova si creano e mantengono posti di lavoro e si opera per rendere più visibili i mestieri teatrali perché gli spettatori, attratti da un’ora di svago o di riflessione, o da entrambi nello stesso spettacolo, sappiano vedere, al di là della rappresentazione, la ricerca, il grande lavoro, l’impegno, la creatività e l’ingegno necessari a realizzarla e ne capiscano l’importanza.
Intanto, niente di quanto sta accadendo impedisce ad un teatrante di essere felice quando calca le assi di un palcoscenico. E al Teatro Nazionale, dove continuano le prove delle produzioni già annunciate e di un nuovo progetto fuori programma, l’aria che si respira è un’aria di festa. Si sta preparando una mostra/teatro, ideata e voluta da Davide Livermore, intitolata “Edipo Io contagio”: è un atto che riafferma l’importanza della cultura teatrale nella società in tempi di crisi ed è nato in un momento in cui erano stati appena chiusi i teatri ma restavano i musei che erano ancora aperti. Il Teatro Nazionale con la Fondazione per la Cultura di Palazzo Ducale ha pensato di allestirla nel Sottoporticato del Ducale, uno spazio museale con gli attori in teca a recitare, in mostra come oggetti, tra gli oggetti di scena che il Teatro alla Scala ha messo a disposizione per questa produzione. In questo momento, in attesa di sapere quando potrà essere rappresentato, di “Edipo Io contagio” vengono realizzate in video delle piccole anticipazioni che stanno per essere pubblicate sul sito e sulla pagina Facebook del teatro.
E poi sono in atto le prove di “Grounded” di George Brant che avrebbe dovuto debuttare al Teatro Ivo Chiesa il 17 novembre. Preceduto dall’enorme successo ottenuto a partire dal suo debutto al Fringe Festival di Edimburgo, che ha vinto nel 2013, e dalle centinaia di rappresentazioni al Gate Theater di Londra e negli Stati Uniti dove al Public Theater di New York è stato interpretato da Anne Hataway, Grouded, arriva per la prima volta in Italia. E’ uno dei primi lavori teatrali ad avere esplorato il mondo dei piloti di droni da combattimento e racconta la storia di una top gun dell’aeronautica statunitense, una donna ambiziosa, fortemente determinata nel suo lavoro che, rimasta incinta, viene obbligata a lasciare la battaglia in Iraq per proseguire la sua gestazione pilotando droni militari dal suo ufficio nel deserto del Nevada. Finirà in cella nell’ospedale psichiatrico militare accusata di diserzione quando, di fronte alle immagini dettagliate delle conseguenze prodotte dai missili che fa sganciare e che le vengono rimandate dalle webcam del drone, presa per la prima volta coscienza della brutalità della sua missione killer, rifiuta di portarla a termine. La regia è di Davide Livermore e l’interprete di questo straordinario monologo è Linda Gennari.
E, per finire, è tuttora in prova anche “Autunno in aprile” che doveva andare in scena dal 18 novembre al Teatro Duse. Si tratta del seguito di “Estate in dicembre” della pluripremiata drammaturga Carolina Africa Martin Pajares. In scena cinque bravissime attrici raccontano la storia di una famiglia buffa e scombinata in cui l’amore può essere segnato da astio e freddezza e dove gli screzi sono marcati dalla tenerezza. Regia di Elena Gigliotti. Interpreti Fiammetta Bellone, Sara Cianfriglia, Elena Dragonetti, Alice Giroldini e Barbara Moselli.
A dicembre torneremo a teatro? Forse. E ne varrà la pena.
Ginni Gibboni