Non c’è tre senza quattro. Il Governatore della Liguria, come già ricordato, si emoziona facilmente per i suoi innegabili successi.
Era accaduto quando, risultato uno dei governatori più amati di Italia, aveva attaccato più volte il Governo Conte I e in particolare la sua componente grillina, perdendo probabilmente così la possibilità di essere il Commissario per la Ricostruzione (è stato poi scelto Marco Bucci).
Era accaduto di nuovo quando aveva avuto la sensazione di essere il novello Berlusconi, lanciando col peggior tempismo di sempre il suo partito Cambiamo! a livello nazionale, che ad oggi non riesce a muoversi dall’1% circa.
E’ accaduto una terza volta dopo la schiacciante vittoria alle regionali 2020, quando ha attaccato Salvini e si è proposto come un leader del centrodestra nazionale, ricevendo botte di ingrato (quando è andata bene) dai leghisti di ogni dove, che gli hanno ricordato che quando era stato bandito da Forza Italia e nessuno l’avrebbe neanche più ricandidato in Liguria, era stata la Lega ad offrirgli un rifugio.
E’ poi stato costretto a rimediare con un siparietto al Makò di Genova dove i giornalisti non sono riusciti a contare i complimenti che ha dovuto fare pubblicamente al leader leghista.
Ma nonostante tutto ci è caduto di nuovo.
Nella composizione della nuova giunta regionale, nonostante il passo indietro della Lega e la volontà nazionale di includere tutta la coalizione, Giovanni Toti ha escluso Forza Italia.
“Così imparate a non convocarmi a Roma” è sembrato in pratica il messaggio lanciato dal Governatore (anche se da lui smentito), insieme a un “tanto in Liguria Forza Italia non c’è più, ormai è tutta dentro Cambiamo!”.
Ed è partito il “tutti contro Toti”.
Il messaggio di Forza Italia è chiaro: “ORA sicuramente non fai più parte dei tavoli nazionali”.
In tante sue mosse il Governatore sembra dimenticare una cosa: che l’Italia non finisce a Sarzana. E tolta Massa, città in cui è cresciuto e dove si spera qualcuno lo conosca, da lì in poi sono in tanti a dire “Toti chi?”.
Tuttavia l’arena politica è sempre più fluida e in movimento. E quello che oggi sembra assurdo domani potrebbe essere vincente.
Tra qualche tempo scopriremo se il nuovo impero totiano che finisce a Sarzana conquisterà o no l’Italia.