Genova ricorda le vittime del ponte Morandi. Dopo due anni dalla tragedia oggi la commemorazione nella “Radura della Memoria”. La radura sorge in via Fillak, all’ombra del nuovo viadotto ed è circondata da 43 alberi in ricordo delle vite spezzate dal crollo del Morandi.
Dopo una messa presso la chiesa di San Bartolomeo di Certosa, i parenti delle vittime si sono raccolti – intorno alle 10 – presso la radura per un momento di raccoglimento privato. I bambini dell’associazione “Sulle ali della fantasia” hanno dedicato un momento di danza in ricordo del tragico giorno di due anni fa.
La cerimonia pubblica è iniziata intorno alle 11 alla presenza del premier Giuseppe Conte, del ministro Alfonso Bonafede e della ministra Paola De Micheli oltre, ovviamente, al sindaco di Genova Marco Bucci e al presidente della Liguria Giovanni Toti.
Sono intervenuti l’arcivescovo di Genova Marco Tasca e l’imam Salah Husein.
“A Dio apparteniamo, e a lui facciamo ritorno. Non è una partenza senza ritorni, ma un arrivederci, non dobbiamo disperarci ma avere fiducia” queste le parole di conforto dell’arcivescovo, mentre l’imam ha aggiunto: “la vita è breve ed è una prova, come il riposo di pochi istanti di un viaggiatore nel deserto, che poi riprende il suo cammino per riuscire a incontrare nuovamente i suoi affetti nell’aldilà”.
Subito dopo l’intervento del sindaco di Genova Bucci: “Queste persone sono un pezzo della nostra città e siamo vicini alle famiglie che hanno sofferto più di tutti gli altri e continueranno purtroppo a soffrire perché i loro cari non torneranno più, ma vogliamo stare loro vicini. Genova è una città che non dimentica, vogliamo far partire un messaggio chiaro e forte di giustizia e di speranza, vogliamo sapere cosa è successo e vogliamo che queste cose non succedano più”.
Anche il governatore Toti è intervenuto: “A due anni dal crollo del ponte il mio pensiero è per le 43 vite che abbiamo perso. Genova e la Liguria non dimenticheranno mai. Prima di chi verrà punito, vogliamo sapere che cosa è successo. Abbiamo bisogno di futuro, che si costruisce senza dimenticare e sulla bellezza. E abbiamo iniziato a farlo con il ponte, con questa radura e gli alberi che cresceranno insieme, giorno dopo giorno, e con la rinascita di questo quartiere”
Toccante l’intervento del premier Conte che era a Genova anche qualche giorno fa per l’inaugurazione del viadotto Genova San Giorgio: “Garantiamo un impegno, quello di non lasciare Genova sola. Stiamo lavorando con tutta la comunità genovese perché Genova possa rinascere: ci sono le premesse e continueremo a farlo. C’è stato un altro impegno, non lasciare soli i familiari delle vittime: noi oggi siamo al vostro fianco e continueremo a sostenervi, anche per l’accertamento della verità processuale e l’attribuzione di precise responsabilità. Il vostro dolore è il nostro, la vostra ferita è la nostra, la vostra esperienza non resterà confinata nel quadro personale, vi sosterremo anche nello sforzo di alimentare la memoria collettiva. Continueremo a chiedere giustizia con voi e ci stiamo impegnando affinché le nostre infrastrutture possano essere sempre più sicure ed efficienti”.
Alla fine, poco prima del minuto di silenzio è intervenuta Egle Possetti, portavoce del Comitato dei familiari delle vittime del Ponte Morandi che nel crollo ha perso la sorella, il cognato e i due nipoti: “Rispetto, memoria e giustizia sono le parole del futuro. Abbiamo ascoltato in questi anni dichiarazioni di profonda arroganza da parte di chi gestisce questa struttura, tra manie di persecuzione e pretesa di ricostruire il nuovo ponte”.
Dopo il suo intervento un lungo applauso a cui è seguito un minuto di silenzi. Infine, il suono delle campane della città e le sirene delle navi in porto.
Al termine, l’orchestra del Carlo Felice ha eseguito alcuni pezzi.
Alle 15 a Palazzo Tursi la scopertura della targa con i nomi delle vittime. Per Egle Possetti del comitato “La targa ha un valore elevato perché è memoria. Tante targhe sono molto sentite all’installazione, noi ci auguriamo che la memoria resti viva, domani come oggi“. La cerimonia si è conclusa con l’esecuzione del Silenzio.
Il luogo della commemorazione: la Radura della Memoria
La “Radura della Memoria”, area verde dove si è svolta la commemorazione, ospita al suo interno 43 alberi – tutti diversi tra loro – per ricordare le vittime della tragedia del Ponte Morandi.
Sul sito di A.S.Ter, azienda partecipata del Comune di Genova che si è occupata del loro posizionamento, si legge: “Non c’è modo migliore per ricordare le persone di quello di piantare un albero in grado di sopravvivere al nostro tempo limitato. […] La “Radura della Memoria” rappresenta il ricordo di una tragedia che Genova e i genovesi non dimenticheranno mai. Ma al tempo stesso è anche il simbolo della vita che continua. Gli alberi, con la loro lunga vita, sono l’emblema perfetto per rappresentare questi propositi: sono 43 ricordi indelebili che vivono perdurando nel tempo.”
I tecnici di A.S.Ter, inoltre, hanno inserito all’interno della radura una mappa della posizione di ciascun albero, numerandoli in un percorso orario che parte dall’ingresso. “In questo modo i cittadini possono scoprire da vicino le caratteristiche della corteccia, delle foglie, dei frutti e – quando sarà stagione – dei fiori di ciascuno di loro.”
Foto by Riviera24